La fragilità contemporanea della carta in mostra al Castello Carlo V di Lecce
Quattro artisti che adottano la carta come principale strumento espressivo, si confrontano nella mostra al Castello Carlo V. In esposizione “sculture” in cartapesta, installazioni e abiti di carta. Tra gli artisti, la figlia di Crepax
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La carta, tra i materiali impiegati dagli artisti contemporanei, nel passaggio epocale dalla monumentalità eternatrice della scultura alla fragilità e finitezza dell’installazione, costituisce il fulcro tematico di Volumi di carta, la mostra collettiva, a cura di Lia De Venere, in corso al Castello Carlo V di Lecce. Protagonisti dell’esposizione, organizzata nell’ambito del Premio Internazionale Manibus per la valorizzazione della cultura del “made in Italy”, quattro artisti che adoperano principalmente la carta nei loro lavori: Caterina Crepax, figlia di Guido, celebre artista del fumetto, Daniele Papuli, il duo Perino & Vele e Anila Rubiku.
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
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Le opere in mostra da Caterina Crepax a Anila Rubiku
L’ispirazione alla cultura orientale, l’attenzione ai temi ambientali e i richiami alla mitologia, caratterizzano l’opera di Caterina Crepax (Milano 1959), che propone abiti e bustini femminili realizzati con carta di riso e modellati su manichini sartoriali. Un gigantesco e sinuoso “Cartoframma” bianco, composto da più di 25 mila strisce di carta è invece l’installazione site specific di Daniele Papuli (Maglie, 1971) che ha fatto della carta il suo fondamentale strumento espressivo. Peculiari nella loro matrice ludica, che sottende rimandi a questioni sociali, risultano, poi, le “sculture” in cartapesta di Perino & Vele, duo artistico nato 30 anni fa dal sodalizio tra Emiliano Perino (New York, 1973) e Luca Vele (Rotondi, 1975). Anila Rubiku (Durazzo, 1970), invece, propone “Houses of the rising sun”, un’installazione luminosa impreziosita dal ricamo, frutto del progetto realizzato in collaborazione con i volontari di un centro londinese per la cura del cancro.
Cecilia Pavone
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