Due collezionisti si sono accaparrati i diritti d’autore sulle opere di Escher. La storia
I collezionisti, uno italiano e l'altro statunitense, hanno acquisito anche una piccola collezione di opere dell'artista olandese e la proprietà dell'omonima compagnia nei Paesi Bassi. Per il futuro è previsto un aumento dei progetti espositivi e l'apertura verso tecnologie immersive
Cambia la proprietà intellettuale di Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 1898 – Hilversum, 1972): i collezionisti Federico Giudiceandrea e Salvatore Iaquinta hanno acquisito i diritti sulle opere d’arte del celebre artista olandese così come anche la proprietà dell’omonima compagnia nei Paesi Bassi e un’importante collezione di opere, lettere personali, oggetti unici e documenti.
La nuova proprietà punta ora a rendere l’opera di Escher accessibile a un pubblico ancora più vasto, anche grazie alla collaborazione con musei e istituzioni culturali di tutto il mondo, aiutandosi con le nuove tecnologie per creare progetti immersivi e multimediali.
La popolare produzione artistica di Escher
Inizialmente apprezzato da matematici e cristallografi, Escher è diventato progressivamente sempre più noto al grande pubblico grazie ai lavori che ritraggono illusioni ottiche ed “edifici impossibili”, ritratti deformati e prospettici e tassellature di animali perfettamente intrecciati, spesso poi ripresi nella pubblicità, nella moda, nel cinema e nella musica. I media eletti dell’artista sono principalmente xilografie e litografie, ma ci sono anche incisioni su linoleum e mezzatinte, che stanno progressivamente acquistando fama.
I nuovi guardiani dell’eredità artistica di Escher
L’apprezzamento di Escher da parte di Iaquinta (di San Rafael, California) e Giudiceandrea (di Bressanone) è del tutto indipendente dalla loro formazione, essendo uno un chirurgo e l’altro un ingegnere. Giudiceandrea è peraltro co-curatore, insieme a Mark Veldhuysen, dell’ampia retrospettiva in corso a Palazzo Bonaparte, a Roma, che celebra il centenario dall’arrivo dell’artista nella capitale italiana (dove nacquero due dei suoi tre figli e visse fino al 1935).
L’intenzione dei nuovi proprietari è quella di “approfondire la conoscenza della vita e dell’opera di M. C. Escher”, così da promuovere al meglio la sua eredità, e coinvolgere più informatici e ingegneri nella produzione di esposizioni che sfruttino la realtà aumentata e l’interattività multimediale.
Giulia Giaume
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati