Nuovi impressionismi. La giovane pittura di Izzy Barber in mostra a Trento
Guardare indietro è possibile. Lo dimostrano le opere di Izzy Barber, allieva di Francesco Clemente, in mostra allo Studio d’Arte Raffaelli, in cui New York è ritratta en plein air
Izzy Barber (New York, 1990) arriva a Trento, allo Studio d’Arte Raffaelli, direttamente dalla Grande Mela, rinsaldando un legame per l’arte newyorkese che da sempre contraddistingue le scelte della galleria trentina. Arriva, la giovane pittrice, con una lettera di presentazione importante che suscita attenzione nel pubblico: allieva e assistente nientemeno che di Francesco Clemente.
Va subito detto che la poetica del mentore transavanguardista difficilmente si può incontrare nei piacevoli lavori della Barber. Se proprio si dovesse trovare un influsso di approccio generale, questo risiederebbe nell’utilizzo leggero e aproblematico (un tempo si diceva “nomadista”) del medium pittorico, assieme a un riferirsi libero a momenti già passati della storia dell’arte.
Le opere di Izzy Barber in mostra a Trento
Nei piccoli dipinti di Izzy Barber si osservano scene urbane, immagini tratte dagli autobus, da pub e bar, momenti ripresi durante proiezioni al drive in, senza tralasciare ambientazioni naturalistiche o veri e propri paesaggi. La sua peculiarità – una scoperta dell’acqua calda potrebbe dire qualcuno – consiste nella realizzazione en plein air o, meglio, in presa diretta di tutte le scene che dipinge. Si trovano, infatti, fotografie della giovane artista seduta ai tavolini di un bar o in giro per la città con cavalletti di fortuna, colori e pennelli, intenta a riprendere all’istante tutto ciò che vede. Le opere sono preziose nelle loro dimensioni estremamente raccolte: scelta espressiva ma anche necessità processuale per poterle realizzare in ogni momento della giornata e luogo della città. Gli impasti sono freschi, gli andamenti spontanei e raffinati con un utilizzo in negativo del manico del pennello che, levando materia precedentemente depositata, scopre strati di pittura sottostante aggiungendo anche un elemento grafico e direzionale alla composizione.
La mostra di Izzy Barber allo Studio d’Arte Raffaelli
Impossibile non pensare alla pittura impressionista, a quella più urbana dei “pittori della vita moderna” come Degas, Sisley, Pissarro, ma anche agli statunitensi John Sloan per certe ambientazioni notturne o Childe Hassam, fino al nostro Giovanni Boldini per alcuni infuocati interni parigini di fine Ottocento. Ormai questa ripetizione non scandalizza più e, anzi, con piacere si osserva una giovane pittrice che sperimenta oggigiorno, nel 2023, invenzioni nate più di un secolo fa. Stefano Castelli nel suo testo di presentazione, contestualizza le scelte della Barber come una reazione alla de-materializzazione sempre più sfrenata del mondo contemporaneo, che riporta anche i giovani a ricercare una presa diretta sulla realtà. Forse risiede anche in questo il fascino miniaturistico di questi dipinti: un invito a posare per un secondo il cellulare e provare a guardarsi realmente attorno.
Gabriele Salvaterra
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