La distanza tra il silenzio e il suono. La mostra di Jacopo Mazzonelli a Bologna
Strumenti musicali scomposti e manomessi compongono le opere di Jacopo Mazzonelli alla galleria bolognese Studio G7. Per riflettere sulle capacità evocative del silenzio
Le opere di Jacopo Mazzonelli (Trento, 1983) prendono spunto dal mondo musicale: il nome stesso della mostra alla galleria Studio G7 – A Room – riprende il concetto di stanza della musica, ovvero un’ambiente domestico in cui si conservano gli strumenti musicali e si suona. Nella galleria bolognese, Mazzonelli va a ricreare concettualmente questo spazio tramite le sue installazioni.
La mostra di Jacopo Mazzonelli a Bologna
Opere come Antipiano fanno direttamente riferimento alla sfera sonora e la vogliono evocare: l’artista, infatti, scompone un pianoforte e ne espone poi i tasti bianchi. Proprio per via della sua peculiarità, il lavoro sembra richiamare a sé lo spettatore, che ricerca un contatto sia tattile che uditivo con l’opera.
La scelta di esporre parti di strumenti smontati, smembrati o manomessi fa riflettere sull’importanza dell’evocazione: l’oggetto musicale che non può più produrre rumori né suoni è antitetico alla sua funzione originaria. La stanza della musica di Mazzonelli parla così di un silenzio pieno di sollecitazioni e rimandi alla dimensione del suono.
La ricerca che l’artista porta avanti a livello visivo, infine, sembra unirsi alla sua pratica performativa: infatti, la costante del suo lavoro è l’interpretazione e la visualizzazione della dimensione sonora suscitando uno stretto legame tra tutte le sue opere.
Chiara Battaglino
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