La distanza tra il silenzio e il suono. La mostra di Jacopo Mazzonelli a Bologna
Strumenti musicali scomposti e manomessi compongono le opere di Jacopo Mazzonelli alla galleria bolognese Studio G7. Per riflettere sulle capacità evocative del silenzio
![La distanza tra il silenzio e il suono. La mostra di Jacopo Mazzonelli a Bologna](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/12/Jacopo-Mazzonelli-Noiseless-II-2023-pagine-di-album-vittoriani-tagliate-al-laser-ottone-vetro.-Courtesy-of-the-artist-e-Galleria-Studio-G7-Bologna-1024x682.jpg)
Le opere di Jacopo Mazzonelli (Trento, 1983) prendono spunto dal mondo musicale: il nome stesso della mostra alla galleria Studio G7 – A Room – riprende il concetto di stanza della musica, ovvero un’ambiente domestico in cui si conservano gli strumenti musicali e si suona. Nella galleria bolognese, Mazzonelli va a ricreare concettualmente questo spazio tramite le sue installazioni.
![Jacopo Mazzonelli, A ROOM, installation view at Galleria Studio G7, Bologna, 2023. Courtesy of the artist e Galleria Studio G7, Bologna. Photo Francesco Rucci](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/12/Jacopo-Mazzonelli-A-ROOM-installation-view-at-Galleria-Studio-G7-Bologna-2023.-Courtesy-lartista-e-Galleria-Studio-G7-Bologna.-Photo-Francesco-Rucci--768x512.jpg)
![Jacopo Mazzonelli, Noiseless II, 2023, pagine di album vittoriani tagliate al laser, ottone, vetro. Courtesy of the artist e Galleria Studio G7, Bologna](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/12/Jacopo-Mazzonelli-Noiseless-II-2023-pagine-di-album-vittoriani-tagliate-al-laser-ottone-vetro.-Courtesy-of-the-artist-e-Galleria-Studio-G7-Bologna-768x512.jpg)
![Jacopo Mazzonelli, A ROOM, installation view at Galleria Studio G7, Bologna, 2023. Courtesy of the artist e Galleria Studio G7, Bologna. Photo Francesco Rucci](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/12/Jacopo-Mazzonelli-A-ROOM-installation-view-at-Galleria-Studio-G7-Bologna-2023.-Courtesy-lartista-e-Galleria-Studio-G7-Bologna.-Photo-Francesco-Rucci-3-768x512.jpg)
![Jacopo Mazzonelli, A ROOM, installation view at Galleria Studio G7, Bologna, 2023. Courtesy of the artist e Galleria Studio G7, Bologna. Photo Francesco Rucci](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/12/Jacopo-Mazzonelli-A-ROOM-installation-view-at-Galleria-Studio-G7-Bologna-2023.-Courtesy-lartista-e-Galleria-Studio-G7-Bologna.-Photo-Francesco-Rucci-4-768x512.jpg)
![Jacopo Mazzonelli, A ROOM, installation view at Galleria Studio G7, Bologna, 2023. Courtesy of the artist e Galleria Studio G7, Bologna. Photo Francesco Rucci](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/12/Jacopo-Mazzonelli-A-ROOM-installation-view-at-Galleria-Studio-G7-Bologna-2023.-Courtesy-lartista-e-Galleria-Studio-G7-Bologna.-Photo-Francesco-Rucci-5-768x512.jpg)
![Jacopo Mazzonelli, A ROOM, installation view at Galleria Studio G7, Bologna, 2023. Courtesy of the artist e Galleria Studio G7, Bologna. Photo Francesco Rucci](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/12/Jacopo-Mazzonelli-A-ROOM-installation-view-at-Galleria-Studio-G7-Bologna-2023.-Courtesy-lartista-e-Galleria-Studio-G7-Bologna.-Photo-Francesco-Rucci-6-768x512.jpg)
![Jacopo Mazzonelli, A ROOM, installation view at Galleria Studio G7, Bologna, 2023. Courtesy of the artist e Galleria Studio G7, Bologna. Photo Francesco Rucci](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/12/Jacopo-Mazzonelli-A-ROOM-installation-view-at-Galleria-Studio-G7-Bologna-2023.-Courtesy-lartista-e-Galleria-Studio-G7-Bologna.-Photo-Francesco-Rucci-768x512.jpg)
La mostra di Jacopo Mazzonelli a Bologna
Opere come Antipiano fanno direttamente riferimento alla sfera sonora e la vogliono evocare: l’artista, infatti, scompone un pianoforte e ne espone poi i tasti bianchi. Proprio per via della sua peculiarità, il lavoro sembra richiamare a sé lo spettatore, che ricerca un contatto sia tattile che uditivo con l’opera.
La scelta di esporre parti di strumenti smontati, smembrati o manomessi fa riflettere sull’importanza dell’evocazione: l’oggetto musicale che non può più produrre rumori né suoni è antitetico alla sua funzione originaria. La stanza della musica di Mazzonelli parla così di un silenzio pieno di sollecitazioni e rimandi alla dimensione del suono.
La ricerca che l’artista porta avanti a livello visivo, infine, sembra unirsi alla sua pratica performativa: infatti, la costante del suo lavoro è l’interpretazione e la visualizzazione della dimensione sonora suscitando uno stretto legame tra tutte le sue opere.
Chiara Battaglino
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