La lingua segreta dei ragni nell’installazione dell’artista Tomás Saraceno a Matera
Diventare consapevoli delle connessioni che sono alla base della vita è il sogno ad occhi aperti del team dell’artista argentino residente in Germania. Che a Matera racconta perché i ragni hanno un ruolo fondamentale nel passaggio da Capitalocene ad Aerocene
Tomás Saraceno (San Miguel de Tucumán, 1973) è a Matera con Life(s) of Webs, arachnophobias, arachnophilias, and other stories, l’installazione permanente inaugurata il 25 novembre 2023 nella seicentesca Chiesa della Madonna del Carmine annessa a Palazzo Lanfranchi. Protagonista? Un ragno occupa nel confessionale il posto dell’officiante. La complessa matassa luminescente emette vibrazioni a bassissima frequenza (6 hertz) non udibili dall’orecchio umano, lo spettatore scalzo siede nel “Rivibrato” (neologismo coniato dall’autore) e lasciandosi attraversare dalle onde sonore amplificate dai microfoni condivide energie invisibili ritrovando i nessi perduti tra ragnatele, galassie e web.
Tomás Saraceno: l’installazione a Matera
Imparando la lingua segreta dei ragni si entra in un tempo primordiale e in uno spazio multiplo, percependo se stessi come parte di molteplici reti in relazione tra loro. Non a caso tutto questo accade nella città dei Sassi, nelle cui grotte rupestri migliaia di aracnoidi vivono come antiche divinità.
“Matera”, dice Saraceno, “è la città al mondo in cui gli insediamenti umani interspecifici, fondati sulla coabitazione e coesistenza non si sono mai interrotti. Il popolo dei ragni che vive negli ipogei è un bioindicatore dei cambiamenti climatici, quando loro scompariranno la vita non sarà più possibile per nessuno”. L’installazione Life(s) of Webs arachnophobias, arachnophilias, and other stories, è il primo atto della collaborazione tra la Fondazione Matera Basilicata 2019, il Museo Nazionale di Matera e l’artista, il secondo è previsto nella primavera del 2024 con la pubblicazione di un libro in cui convergeranno i pensieri di filosofi, artisti, scrittori e aracnologi. “Vogliamo tessere insieme società più giuste, eco-sociali, inter-intra-specie per tutti”, sostiene Saraceno. “Vogliamo cominciare a pensare insieme per costruire nuovi modelli di comportamento e stili di vita che non pregiudichino la salute del Pianeta. Oggi a conservare l’80% della biodiversità è il 5% della popolazione composta in gran parte da indigeni che vivono in India e Camerun”. Perciò è importante guardare le culture non aracnofobe che riescono a tessere codipendenze con le altre specie. Anche la tecnologia – ribadisce Saraceno citando lo scrittore di fantascienza Kim Robinson – è utile solo se consente di superare le ingiustizie. Alla domanda sul ruolo delle aracnoidi nella transizione dal Capitalocene all’Aerocene (il progetto di comunità interdisciplinare che studia le forme di vita possibili quando la terra sarà liberata da combustibili fossili e gas inquinanti), Saraceno risponde: “Le ere geologiche sono costruite dal punto di vista degli umani, per un ragno in che epoca siamo?”.
La relazione tra tecnologia ed ecosistemi nell’opera di Saraceno
Cronologie a parte è bello far tesoro delle competenze dei ragni che abitavano il pianeta molto tempo prima che l’uomo vi comparisse, immaginando un futuro in cui gli umani potrebbero essere costretti a vivere librati nell’aria, un futuro in cui dovrebbero imparare a galleggiare nello spazio per scansare allagamenti e alluvioni come il ragno che, col suo filo bava, in situazioni d’emergenza si stacca dalla terra raggiungendo altezze vertiginose. Nessuna meraviglia, dunque, se Saraceno vede nelle aracnoidi dei veggenti: “magia e scienza “, sostiene, “non sono mai esistite in forma autonoma e separata” e racconta di essere in contatto da trent’anni con Pier Bollo il capo tribù Somie del Camerun dove la divinazione dei ragni è posta a fondamento della vita sociale e dove il responso di un ragno può decidere l’innocenza o la colpa di un imputato.
Col suo modo affabile di affrontare questioni complesse, Saraceno ribalta vecchi modi di pensare fondati su separazioni e schematismi, guardando con simpatia quelle popolazioni che alzando gli occhi al cielo e interrogando i ragni comprendono che tutto si lega a tutto: sole, mare e terra stelle, galassie, piante, animali e minerali. Diventare consapevoli delle connessioni che sono alla base della vita è un sogno ad occhi aperti e per realizzarlo il team di Tomás Saraceno lavora da molti anni, ma la svolta può avere inizio solo se gli aracnofobici invertono rotta e scoprono quanto è bella l’amicizia coi ragni.
Anna D’Elia
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