Una mostra a Foligno celebra i 100 anni di Paul Jenkis. Il video
Considerato tra i maggiori astrattisti del secondo Novecento, Paul Jenkis avrebbe compiuto quest'anno 100 anni. In un video vi sveliamo la mostra al CIAC di Foligno che ne ripercorre la carriera
L’arte di Paul Jenkis (Kansas City 1923, New York 2012) è fatta di colore, giochi di sovrapposizioni e spessori. L’artista statunitense, che avrebbe compiuto 100 anni nel 2023, viene celebrato nella mostra “Paul Jenkis. La pittura assoluta” in corso fino al 7 gennaio 2024 presso il Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno. A cura di Italo Tomassoni, l’esposizione presenta una serie di opere che vanno dagli anni ’50 ai 2000.
L’arte di Paul Jenkis
Considerato tra i maggiori astrattisti del secondo Novecento, Paul Jenkis si forma all’Art Students League di New York, al fianco di maestri come Yasuo Kuniyoshi e Morris Kantor. Durante questo periodo conosce gli artisti Mark Rothko, Jackson Pollock, Lee Krasner e Barnett Newman. Dopo aver trascorso un breve soggiorno a Taormina, in Sicilia, si trasferirà a Parigi, dove vedrà decollare la sua carriera artistica. Successivamente si dividerà tra Saint Paul de Vence, sulla Costa Azzurra, e New York.
Sempre affascinato dalla cultura e arte orientale, con cui dialogherà durante tutta la sua vita, si dedicherà anche alla pittura su teli di seta, realizzando scenografie per il teatro, sua altra grande passione. L’approccio multidisciplinare e cosmopolita di Jenkis lo renderà noto in più continenti.
A catturare lo sguardo dello spettatore è la capacità con cui l’artista gestisce il colore sulla tela. Il suo astrattismo non è casuale, ma guidato: le chiazze di pigmento non sono frutto della circostanza, ma risultato di un’esecuzione che valuta spessori, sovrapposizioni e trasparenze.
Per gestire la distribuzione della pittura, sembra che Jenkis si sia servito di un coltello in avorio: “Colorando o lavorando su tela non preparata si ottiene un effetto simile a una macchia d’inchiostro in cui la vernice penetra nella tela e si diffonde da sola. Quando lavoro su tela preparata, posso controllare il flusso del colore e guidarlo alla scoperta delle forme. Il coltello d’avorio è uno strumento essenziale in questo perché non scava la tela, mi permette di guidare la vernice”, ha spiegato l’artista.
La mostra dedicata a Paul Jenkis al CIAC di Foligno
Nella straordinaria mostra Paul Jenkis. La pittura assoluta, presso il CIAC di Foligno, è possibile ripercorrere le fasi artistiche del pittore: dalle tele scure ed intense della fine degli anni ’50, piene di mistero e contrasto, a quelle audaci e tattili degli anni ’90 con i loro tratti spessi ed impastati, alle composizioni più effimere degli anni 2000. Il visitatore potrà coì immergersi nelle ipnotiche Phenomena, appellativo con cui Jenkis intitolava le sue opere, accompagnato da altri aggettivi.
Come scrive il curatore Italo Tomassoni a conclusione del suo saggio introduttivo alla mostra, “Jenkins coltiva l’arte dentro lo spessore di una superficie che è misteriosa perché è manifesta, impenetrabile perché totalmente rivelata. Infine: una profondità immersa nell’insolenza di una bellezza illuminata da una luce che viene da molto lontano”.
Roberta Pisa
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati