La Biennale di Istanbul 2024 slitta al 2025. Caos dopo le dimissioni della curatrice Iwona Blazwick

L’ex direttrice della Whitechapel Gallery di Londra era stata incaricata di curare la diciottesima edizione della più importante manifestazione d’arte turca lo scorso agosto, però tramite un processo decisionale poco trasparente. Le controversie insorte l’hanno convinta a dimettersi, provocando un effetto domino

La diciottesima edizione della Biennale di Istanbul avrà luogo nel 2025, alimentata da nuovo processo decisionale. E con l’obiettivo di rendere il procedimento più partecipato. Con una stringata comunicazione, l’Istanbul Foundation for Culture and Arts, che gestisce l’organizzazione della Biennale d’arte turca, comunica lo slittamento della manifestazione che avrebbe dovuto tenersi dal 14 settembre al 17 novembre 2024 nella città sul Bosforo. La nota ufficiale diffusa dall’IKSV motiva la decisione adducendo “divisioni indesiderate”, che avrebbero influenzato artisti già confermati e nomi che avrebbero potuto confermare nei prossimi mesi la loro presenza, nonché i partner della kermesse, evento atteso del calendario artistico internazionale.

Slitta al 2025 la Biennale di Istanbul 2024

Sfortunatamente, questa situazione ha reso impossibile lo svolgimento della Biennale nei termini previsti”, chiosa la Fondazione, al lavoro per organizzare l’edizione 2024 dal marzo dello scorso anno, con il coinvolgimento di 58 artisti da tutto il mondo, chiamati a riflettere sul ruolo dell’arte in seguito a perdite o traumi. I presupposti, però, sono cambiati, e – preso atto dell’inevitabile slittamento – gli organizzatori si impegnano ora a lavorare per il 2025 guidati da nuove regole.
La notizia segue di pochi giorni le dimissioni di Iwona Blazwick, già direttrice della Whitechapel Gallery di Londra, nominata curatrice della Biennale lo scorso agosto, a seguito, però, di un processo decisionale poco trasparente.

Iwona Blazwick alla Biennale di Istanbul. Dalla nomina alle dimissioni

A scegliere Blazwick per l’incarico era stata la Fondazione – che ora comunica a The Art Newspaper di aver deciso per lo slittamento della manifestazione di comune accordo con Blazwick, seppur dimissionaria – contro il parere del comitato della Biennale, che invece le avrebbe preferito Defne Ayas. L’impossibilità di sanare la frattura, dopo la fuga di notizie, avrebbe portato la storica dell’arte londinese – che invece conferma la presidenza della Royal Commission for Public Art Expert Panel di AlUla, in Arabia Saudita – a rimettere l’incarico, seguita da tre membri della commissione. Nell’ultima settimana, dunque, anche numerosi artisti hanno ritirato la propria partecipazione. E a questi disordini farebbe riferimento, pur glissando con l’espressione “divisioni indesiderate”, il comunicato che annuncia il rinvio della Biennale al 2025.
All’inizio di gennaio 2024 era arrivata la nomina per la nuova direttrice della manifestazione turca, individuata in Kevser Güler, entrata in carica solo lo scorso 15 gennaio. Alla curatrice e ricercatrice turca, classe 1983 e tra i fondatori del programma d’arte contemporanea del Cappadox Festival, spetterà ora guidare il nuovo comitato consultivo che si costituirà per nominare un nuovo curatore e organizzare l’edizione 2025. La stessa Güler, peraltro, ha sostituito la dimissionaria Bige Örer, direttrice della Fondazione dal 2008, che a dicembre 2023 aveva annunciato la fine del longevo rapporto proprio in polemica con il processo decisionale per la nomina del curatore dell’edizione posticipata.

Livia Montagnoli

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