A Bologna Gelateria Sogni di Ghiaccio chiude i battenti. Al suo posto apre Trapezio Gallery
La nuova galleria nei locali dell’ex artist run space si dedicherà all’arte moderna e contemporanea e sarà diretta da Luigi Canè, proveniente dal mondo dell’automotive a Modena. L’intervista
La Gelateria Sogni di Ghiaccio, l’artist run space di Bologna fondato da Matteo Pajè insieme a Filippo Marzocchi nel 2016, e che i due hanno messo a disposizione di altri artisti, non c’è più. Nei suoi locali ha preso posto la Trapezio Gallery, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, diretta da Luigi Canè. Proveniente dal mondo dell’automotive a Modena, Canè si è trovato a gestire l’archivio storico del padre collezionista e ha deciso di dare una svolta alla propria vita decidendo di aprire uno spazio espositivo dedicato sia alla condivisione del patrimonio artistico paterno che alla sperimentazione di nuove proposte. Dopo la mostra inaugurale (dal 1 al 18 febbraio 2024) Lo Sguardo Fuori di Andrea Magnani, con gli artisti Théo van Breukelman, Magdaleno Marcu, Letizia Distante e Gustavo Romeoni selezionati da Canè per il loro punto di vista originale e per la loro poetica contemplativa, è attesa una open call. Ne abbiamo parlato con il gallerista.
Nasce Trapezio Gallery a Bologna. Intervista al gallerista Luigi Canè
Come è nata l’idea di aprire questa nuova galleria?
Per Trapezio approdare a Bologna è un po’ la chiusura di un cerchio. Da ormai qualche anno sono interessato a condividere l’archivio storico di cui sono in possesso e nel frattempo sperimentare con nuove proposte. Aprire una galleria nel capoluogo emiliano-romagnolo è stato quindi per me il modo migliore per affacciarmi ad un pubblico che è da sempre stato un grande amante dell’arte moderna e contemporanea. La speranza è che una città come Bologna, che sta vivendo un momento estremamente vibrante per la sua scena artistica, possa essere la pista di atterraggio per la galleria, e quella di decollo per i suoi futuri progetti.
Chi c’è dietro il progetto?
Prima della galleria ho lavorato per svariati anni nel mondo dell’automotive a Modena, che credo abbia tantissimi punti di contatto con quello dell’arte. Le auto infatti sono state un pallino per diversi artisti fin dal momento della loro nascita. Basti pensare al Dadaismo o al Futurismo, e alle opere prodotte dalle due avanguardie come omaggio alla macchina. Il passaggio per me è stato quindi naturale direi. Inoltre mio padre era un collezionista d’arte molto riservato. Quando in seguito alla sua morte abbiamo dovuto vendere alcune opere e prendere in mano l’intera collezione sono entrato in questo mondo in punta di piedi. Da quel momento ne sono rimasto folgorato e in poco tempo ho iniziato a dedicarmi alla Trapezio Gallery a tempo pieno.
Su quale tipologia di pubblico e di clientela puntate? E su quale rapporto con il territorio e la città dove aprite?
Sicuramente parlare di clientela oggi giorno è problematico. L’arte non appartiene forse a tutti? La prima missione della galleria è offrire uno spettacolo ai visitatori, che potranno addentrarsi nel nostro spazio senza pagare il biglietto. Poi ovviamente credo fortemente nel made in Italy e nell’indotto che può generare specialmente in un’area così ricca di cultura come quella bolognese. In questo Bel Paese abbiamo tantissimi artisti e artigiani di altissimo livello, e spero anch’io che l’arte possa essere il volano per la ripresa economica.
Che tipo di programmazione ci sarà dopo questa prima mostra inaugurale?
Dopo Lo Sguardo Fuori in cui riportiamo alla luce alcuni maestri/e dimenticati, ci piacerebbe inaugurare un’esposizione più democratica, invitando gli artisti a partecipare tramite open call, mettendoli poi in dialogo con opere specifiche del nostro archivio storico. Sono convinto che non sia sempre necessario affidarsi ai grandi maestri più blasonati, e credo fermamente che in ogni angolo del mondo ci sia un artista sconosciuto che non aspetta altro che essere scoperto.
Claudia Giraud
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