A Verona la mostra che celebra i 25 anni dalla morte di Bruno Munari
Per celebrare il grande artista italiano, Eataly Art House a Verona propone una mostra multiforme, che unisce conoscenza, curiosità, fantasia… e perfino un risotto da ordinare al ristorante!
Chi si accomoda a uno dei tavoli del ristorante Agricolo, sotto la grande cupola dell’ex Stazione Frigorifera di Verona che da ormai un anno accoglie una delle sedi di Eataly, può ordinare il Risotto Verde, replica fedele di una ricetta di Bruno Munari. E non si tratta di omonimia: il piatto è citato proprio dal grande artista fondatore del Movimento Arte Concreta, grafico, designer e scrittore, il quale evidentemente apprezzava anche la buona cucina e che soprattutto vedeva nella ricetta la formulazione di un processo, di un metodo (la si trova nel libro Da cosa nasce cosa). E chi ha conosce le sue opere, i suoi libri o i suoi laboratori sa quanto il “metodo” sia un concetto cruciale della sua ricerca.
Il risotto dedicato a Munari da Eataly Art House a Verona
L’ottimo risotto è stato inserito in menu in omaggio alla mostra allestita negli spazi di E.Art.h, Eataly Art House e che vuole celebrare i 25 anni dalla scomparsa di Munari. Nella grande sala “le opere non sono disposte in ordine cronologico. Insomma, pare quasi di entrare nella mente di Bruno Munari… volevamo che fossero gli stessi visitatori a innescare relazioni tra un lavoro e un’altra”, spiegano i curatori Alberto Salvadori e Luca Zaffarano. Alle pareti, sui piedistalli e nelle vetrine si snocciolano allora le tappe principali di un creativo vocato alla sperimentazione, fin dai primi interessi verso il secondo futurismo per giungere agli esiti degli anni Ottanta del Novecento e a un’attività didattica destinata ai bambini che ancora oggi è ritenuta validissima in termini educativi.
Munari: dall’arte programmata a Zizì la scimmietta
Le sezioni del percorso, pur nella fluidità di fruizione, sono dedicate ai temi della percezione, della “regola e il caso”, del dinamismo delle forme, della fantasia e del ruolo della luce nell’arte del secondo Novecento. Tra le opere, alcuni esempi di arte programmata, quella che si basa sul movimento cinetico; poi grandi esemplari della serie Negativo-Positivo, sculture (anche quelle, geniali, da viaggio), xerografie, progetti grafici e le edizioni originali di libri che hanno cambiato il corso dell’editoria, specie quella destinata i piccoli lettori. A proposito di piccoli, ci sono le tavole di Rose nell’insalata, c’è la scimmietta Zizì, ci sono le forchette parlanti. Ne risulta un “approccio concettuale, reso leggero da un delicato senso dello humor”, scrive nel catalogo Zaffarano, e non a caso il sottotitolo della mostra reca la parola chiave “leggerezza”.
Munari con première per nove giovanissimi a Verona
Parallelamente alla mostra sul grande maestro, ritornando a piano terra nell’Art Market, E.Art.h propone un focus sulla produzione pittorica contemporanea a cura di Luca Beatrice. I nove artisti selezionati sono tutti nati tra il 1990 e il 1999 e l’esposizione rappresenta idealmente la loro “première”: una vetrina per farsi conoscere, per manifestare il linguaggio delle nuove generazioni. Vale la pena citarne i nomi, monitorandone i primi passi e augurando loro di ritrovarli in progetti futuri: Mauro Baio, Andrea Ceddia, Chiara Calore, Matteo Capriotti, Lorenzo Ermini, Olga Lepri, Gloria Franzin, Sofia Massalongo e Davide Serpetti.
Marta Santacatterina
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