Spazi liminali e pensiero magico. L’italiana Carola Bonfili in mostra a Lubiana
La mostra itinerante di Carola Bonfili, tra soglie temporali e realtà virtuale, fa tappa in Slovenia, dopo aver toccato Barcellona
Il richiamo misterioso degli spazi liminali, l’attraversamento di varchi e soglie temporali, la capacità di entrare e uscire da diverse soggettività. Second Order Reality, il nuovo progetto di Carola Bonfili (Roma, classe 1981), affronta questi temi fondamentali attraverso il coinvolgimento di diversi media: un video in CGI, un ambiente immersivo in VR e una serie di sculture. Presentata in anteprima presso La Capella a Barcellona, l’iniziativa si prepara a sbarcare a Lubiana, da Aksioma – Institute for Contemporary Art, dal 18 gennaio al 16 febbraio2024.
L’arte di Carola Bonfili. Tra spazi minimali e “pensiero magico”
A cura di Daniela Cotimbo e Ilaria Gianni e promosso da Fondazione smART – polo per l’arte, il progetto espositivo prevede una serie di tappe itineranti, che dalla capitale della Slovenia vedranno come destinazione finale il MAXXI di Roma. Al centro di Second Order Reality ci sono gli stati percettivi che caratterizzano l’esperienza di navigazione nei mondi virtuali, individuati dall’artista nel cosiddetto “pensiero magico” dei bambini. Così Bonfili indaga gli elementi dell’infanzia, in particolare l’aspetto legato agli stati transitori – senza trascurare, peraltro, l’importanza che questi hanno avuto nella letteratura di diverse epoche, da Gustave Flaubert a H. G. Wells. Attraverso una serie di workshop svolti con bambini, l’artista sviluppa, scompone e declina questo materiale narrativo, con l’obiettivo finale di dar vita a un videogioco.
La mostra di Carola Bonfili a Lubiana
L’esperienza perturbante offerta al visitatore vede protagonista una scimmietta dal nome M’ling, le cui parti del corpo iniziano progressivamente a pietrificarsi. Così, decide di un viaggio in cerca della guarigione. La storia si articola in parte nel video The Stone Monkey (video), e a seguire nell’installazione VR Level 1, Illusions that we should have, but don’t, creando un effetto di mistero e di crescente perdita di contatto con la realtà (alimentata, in parte, dal sound design di Francesco D’Abbraccio, il quale crea degli “oggetti sonori” liminali che contribuiscono all’alienazione). Nello spazio fisico si materializzano invece le sculture inedite, tratte da quanto precedentemente osservato nel video e nell’installazione VR: i personaggi di M’ling e Tanky Pear sono riprodotti in cemento; The Stone Monkey’PBR consiste in una serie di sculture sferiche sviluppate a partire dai render fisici (ovvero oggetti digitali utilizzati nell’ambito della modellazione 3D per mostrare i campioni di texture). Inoltre, la rassegna sarà accompagnata da un catalogo (edito da Nero Editions) che, oltre ai testi delle curatrici, conterrà i contributi critici di Domenico Quaranta e Valentina Tanni.
Laura Cocciolillo
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