Il paesaggio come energia universale nella pittura di Cy Gavin. La mostra a Roma
L’artista statunitense è protagonista alla Galleria Gagosian con la sua prima mostra italiana. Opere inedite che descrivono una pittura di paesaggio non convenzionale, nel balletto tra natura e antropizzazione
![Il paesaggio come energia universale nella pittura di Cy Gavin. La mostra a Roma](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/01/Cy-Gavin-New-Paintings-installation-view-at-Gagosian-Roma-2024-8-1024x545.jpg)
Osservare la natura per arrivare al cuore dell’umanità. Rappresentando la connessione profonda degli esseri umani con la realtà che li circonda; con la terra, innanzitutto. È dunque corretto definire Cy Gavin (Pittsburgh, 1985) un pittore di paesaggio, però senza confinarlo all’accezione più canonica del genere. New Paintings è la prima mostra personale dell’artista americano in Italia, ospite a Roma, negli spazi di Gagosian. La mostra arriva nella Capitale dopo il debutto di Gavin nella sede newyorkese della galleria, lo scorso inverno, accolto positivamente da critica e pubblico, nell’anno in cui il pittore ha anche ricevuto il Joyce Alexander Wein Artist Prize dallo Studio Museum of Harlem.
![Cy Gavin, New Paintings, installation view at Gagosian, Roma, 2024](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/01/Cy-Gavin-New-Paintings-installation-view-at-Gagosian-Roma-2024--768x480.jpg)
![Cy Gavin, New Paintings, installation view at Gagosian, Roma, 2024](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/01/Cy-Gavin-New-Paintings-installation-view-at-Gagosian-Roma-2024-1-768x512.jpg)
![Cy Gavin, New Paintings, installation view at Gagosian, Roma, 2024](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/01/Cy-Gavin-New-Paintings-installation-view-at-Gagosian-Roma-2024-2-768x346.jpg)
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![Cy Gavin, New Paintings, installation view at Gagosian, Roma, 2024](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/01/Cy-Gavin-New-Paintings-installation-view-at-Gagosian-Roma-2024-6-768x431.jpg)
![Cy Gavin, New Paintings, installation view at Gagosian, Roma, 2024](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/01/Cy-Gavin-New-Paintings-installation-view-at-Gagosian-Roma-2024-7-768x434.jpg)
![Cy Gavin, New Paintings, installation view at Gagosian, Roma, 2024](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/01/Cy-Gavin-New-Paintings-installation-view-at-Gagosian-Roma-2024-8-768x409.jpg)
![Cy Gavin, New Paintings, installation view at Gagosian, Roma, 2024](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/01/Cy-Gavin-New-Paintings-installation-view-at-Gagosian-Roma-2024-9-768x434.jpg)
![Cy Gavin, New Paintings, installation view at Gagosian, Roma, 2024](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/01/Cy-Gavin-New-Paintings-installation-view-at-Gagosian-Roma-2024-768x489.jpg)
La pittura di paesaggio di Cy Gavin
Gran parte del suo lavoro – apprezzabile in grandi tele dipinte per macchie di colore e pennellate capaci di definire le forme con pochi tratti essenziali – è stato ispirato negli ultimi anni dai paesaggi della Hudson River Valley, fuori New York, dove l’artista si è “ritirato” nel 2020, desideroso di recuperare quel rapporto di intimità con il mondo naturale che si traduce in rappresentazioni non convenzionali del paesaggio, concentrate sul trasmettere l’energia di una connessione universale e atemporale (sia essa espressione di rinascita o decadenza, amore o caos), più che sul definire panorami immediatamente riconducibili a un luogo definito. Osservando i quadri monumentali di Cy Gavin si è invitati a perdersi nel macro e nel micro, a vivere e sperimentare la forza che ci attrae verso la natura, non senza riflettere sullo stato attuale delle cose, e sui rischi indotti dal cambiamento climatico. Così si può leggere Untitled (Blue-green algae), che dall’osservare il riflesso degli alberi sulla superficie di uno stagno si spinge sotto la superficie dell’acqua, per rappresentare l’ammasso di alghe che crescono rigogliose, fino a diventare tossiche e aggressive per il loro ecosistema (dopate dai fertilizzanti scaricati in acqua e dall’aumento delle temperature).
![Cy Gavin, New Paintings, installation view at Gagosian, Roma, 2024](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/01/Cy-Gavin-New-Paintings-installation-view-at-Gagosian-Roma-2024-9.jpg)
La mostra di Cy Gavin da Gagosian a Roma
L’elemento della natura che invade gli spazi – a cominciare da quelli urbani e antropizzati – del resto, ricorre con frequenza nei dipinti di Gavin. In preparazione della mostra romana (le opere esposte sono state tutte realizzate nel 2023), l’artista ha speso del tempo in città; e la monumentale Untitled (Wall of the Tiber) illustra uno dei caratteristici muraglioni in pietra che costeggiano il Tevere, con piante in fiore che si insinuano tra i blocchi della struttura muraria. Principio analogo ispira Untitled (Roadside with chicory and wild carrot) con le erbe spontanee facilmente riconducibili a latitudini romane, che spuntano floride e sgargianti dal ciglio di una strada asfaltata. È la storia di una coesistenza che si esprime per contrasti e simbiosi, tradotti in pittura attraverso la contrapposizione di colori e la modulazione oculata delle forme: l’albero blu che campeggia come un solido atterrato sulla terra da un altro universo in Untitled (Pollarded mulberry tree) è costretto dal perimetro del marciapiede che ne ingabbia le radici, i rami potati senza troppa premura. In questo gioco che alterna l’attenzione ai dettagli minuti all’aspirazione per l’universale c’è spazio anche per guardare al cosmo: Untitled (Binary stars) rappresenta un paesaggio interstellare, mettendo in scena un balletto cosmico tra due stelle legate l’una all’orbita dell’altra.
Livia Montagnoli
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