Pittura e intelligenze artificiali in dialogo nella mostra di Debora Hirsch a Cernobbio
L’interazione tra arte e intelligenza artificiale sta diventando una pratica sempre più consolidata, con risultati giunti a piena maturità. È il caso di Debora Hirsch e della sua mostra a Villa Bernasconi
I pittori hanno sempre cercato e trovato relazioni con le nuove tecnologie legate alla realizzazione delle immagini: si pensi all’utilizzo che nel diciottesimo secolo facevano i vedutisti della camera ottica, che li aiutava a realizzare panorami perfetti in ogni dettaglio; o nel diciannovesimo alla fotografia, che gli impressionisti usavano come riferimento per la rappresentazione del paesaggio, e che all’inizio si pensava non sarebbe mai diventata un’arte. Così il cinema o le numerosissime tecnologie professionali e amatoriali riguardanti la riproduzione di immagini in movimento, usate dagli artisti con modi, finalità e risultati sorprendenti. Ogni innovazione scientifica fa presto a rientrare nell’ambito dell’espressione artistica, attraverso un utilizzo nuovo e poco prevedibile da parte degli artisti e grazie alla loro attenzione al cambiamento e alla loro propensione alla sperimentazione e alla novità.
La mostra di Debora Hirsch a Cernobbio
In questo solco culturale rientra PLANTALIA, la nuova mostra di Debora Hirsch (San Paolo, 1967), curata da Aldo Premoli e presentata al Museo di Villa Bernasconi, in cui arte e scienza dialogano in una fusione di pittura e intelligenza artificiale. La villa liberty, come altri luoghi pregni di storia, risulta una cornice particolarmente vincente per accogliere, anche attraverso le nuove tecnologie, un tema tanto caro all’Art Nouveau: il motivo floreale, la natura, la decorazione attraverso il mondo vegetale. Il percorso espositivo comincia con tre grandi animazioni video del ciclo PLANT, display posti in verticale che dialogando con le caratteristiche scale della hall della Villa. L’intelligenza artificiale risulta uno strumento sorprendentemente accessibile e duttile ma è il suo utilizzo a fare la differenza. Hirsch, stimolata nella ricerca dal curatore, ha individuato due piante della zona lariana attualmente in pericolo, che verranno affiancate da altre specie in via d’estinzione provenienti dal Sud Africa, dalla Florida e da altre località per creare una memoria della natura che stiamo perdendo e che dovremmo preservare. Nelle altre sale sono presenti grandi tele realizzate ad acrilico e penna appartenenti al ciclo FIRMAMENTO, in un allestimento che gioca al rimando di luce e colore in relazione diretta con le grandi vetrate.
Il confronto tra pittura e IA nella mostra di Debora Hirsch
Quella presentata a Villa Bernasconi è la terza tappa di un ciclo iniziato al Museo di Santa Maria della Scala a Siena, proseguito al Museo Botanico della stessa città e poi giunto presso Boccanera Gallery di Trento. L’artista, che per la prima volta proprio a Villa Bernasconi propone contemporaneamente animazioni diffuse su display e pittura su tela, prevede tappe successive a Miami e Città del Messico per proseguire alla Galleria Hutchinson di New York.
Dinanzi alla pittura di Hirsch ci si potrebbe domandare se le immagini siano il frutto di una precedente elaborazione di natura artificiale o il punto di partenza per successivi sviluppi pittorici. Pittura e IA stanno in questa mostra a un passo l’una dall’altra e generano una riflessione sui risultati del loro confronto. Hirsch equilibra emozione e ragionamento, istinto e metodo, tradizionale e innovazione. La pittura, tuttavia, ne esce vincente, perché ogni volta sembra in grado di modellarsi al presente, persino in un futuro prossimo.
Mercedes Auteri
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