I gesti di resistenza contro la dittatura argentina nella mostra di Mariana Ferratto a Firenze
Figlia di esuli fuggiti in Italia, Ferratto rievoca le proprie origini e il proprio presente di artista, attraverso le storie creative e clandestine dei prigionieri politici in Argentina
La mostra Libertà Clandestine è intimamente legata alla storia dell’artista Mariana Ferratto (Roma, 1979) che l’ha ideata. Negli spazi delle carceri dure delle Murate, anche grazie a Italian Council, l’italo-argentina, figlia di esuli in Italia, progetta un ampio e articolato percorso che crea una mise en abyme con l’antica missione dell’edificio fiorentino.
La mostra di Mariana Ferratto al MAD Murate Art District
Procedendo tra le celle, infatti, lo spettatore si trova a rivivere le esperienze dei prigionieri politici argentini negli anni tra il 1976 – 1983, dopo il colpo di stato militare che rovescio la presidente Isabel Martinez de Péron. Con un focus specifico, però: quello della creatività clandestina. Nei video che scorrono tra uno spazio e l’altro, nelle installazioni che li accompagnano, nelle teche composte come un archivio storico – si raccontano i piccoli gesti di resistenza compiuti dai carcerati per normalizzare e illuminare la propria vita di clausura forzata. C’è chi lavora all’uncinetto, usando come filato quello della biancheria o degli indumenti, chi intaglia le ossa della carne servita in mensa, chi crea scacchiere con mollica di pane, chi crea poesie, c’è anche un abbecedario gestuale per comunicare (che nella mostra si riattualizza in un video, con protagonista la stessa Ferratto) e una grande parete esplicativa. Gesti banali contro un regime carcerario che mira all’annientamento del prigioniero, fisico e morale.
Il carcere delle Murate di Firenze
E poi ci sono i fiori di ceramica, realizzati in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, dislocati nell’intero percorso espositivo curato dalla direttrice del MAD Valentina Gensini. Crescono nei luoghi più improbabili, rappresentano la forza della vita che si ribella a tutto, la speranza, e sono il trait d’union tra le opere e le storie della Ferratto e i disegni, più erotici e meno politici, degli ex ospiti delle Murate che di tanto in tanto fanno capolino dalle pareti delle stanze dell’ex carcere duro. Poi, a un certo punto compare lo skyline di Philadelphia e a un certo punto la mente comincia a intessere una nuova storia….
Santa Nastro
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