Roger de La Fresnaye. Il cubista “relativo” in mostra in Svizzera 

Una completa mostra antologica al Museo d’Arte di Mendrisio per riscop rire il pittore che attraversò le diverse tendenze delle Avanguardie storiche, declinandole in modo peculiare e ibridandole in maniera tattile e sensuale

Dalle prove accademiche all’ultimo dipinto realizzato: l’antologica che il Museo d’Arte di Mendrisio dedica a Roger de La Fresnaye (Le Mans, 1885 – Grasse, 1925), curata da Barbara Paltenghi Malacrida con la collaborazione di Francesca Bernasconi, copre tutto il percorso creativo dell’artista. Un percorso per forza di cose breve, data la scomparsa avvenuta a soli quarant’anni, ma particolarmente denso sia perché concise con la nascita e lo sviluppo della Avanguardie storiche, sia perché le sue personali versioni delle tendenze di inizio Novecento furono peculiari e affascinanti. Nella sua produzione non si verificarono cambi improvvisi, ma una progressiva fusione dei diversi orientamenti man mano praticati. Lo svolgimento dell’esposizione porta dunque progressivamente ad immedesimarsi con le vicissitudini di uno stile sempre riconoscibile nello spirito ma sempre in mutazione nella sua conformazione esterna. 

La mostra di Roger de La Fresnaye a Mendrisio 

L’influenza Nabis è il primo spunto avanguardista che s’incontra, declinato in versioni già prefiguranti tratti metafisici che saranno propri del ritorno all’ordine. Si introduce poi, sin dalla seconda sezione, il progressivo processo di analisi/sintesi delle forme, mai unidirezionale ma sempre felicemente ambiguo. Paesaggi, nature morte, nudi femminili portano via via al peculiare cubismo dell’artista, che non è mai completamente conclamato ma rimane uno spunto per definire la propria visione del mondo. L’uscita dal cubismo (progressiva e parziale) risulta poi un passaggio altrettanto appassionante: le due opere sul tema del 14 luglio esposte sono tra i punti più alti del percorso, anche perché prefigurano innovazioni sotto il segno della sintesi che si verificheranno nell’arte del secondo dopoguerra.  

La pittura viva sensuale di Roger de La Fresnaye 

Segue il ritorno all’ordine, anche qui sui generis. Anziché la maestosità diretta della figura e dell’armonia, la pittura e il disegno di de La Fresnaye sublimano la lezione introiettata dell’analisi cubista e danno vita a uno stile ibrido, che contempla assieme slanci realisti e surreali, solennità e parodia, vitalità e disillusione.  
I volti e i corpi dei personaggi ai quali si dedica negli ultimi periodi, in particolare, sono tra i momenti più significativi della mostra. Il grottesco si insinua nella raffigurazione dei lineamenti, ma senza sconfinare nella caricatura; sensazioni e esperienze “marchiano” le fattezze fino a creare una caratterizzazione tanto più efficace proprio perché paradossale. Ciò che affascina, in ultimo, è che le ricerche di de La Fresnaye non sono mai disincarnate. I sostenuti slanci avanguardistici non sono mai puramente di concetto, ma rendono la pittura tattile e sensuale (soprattutto grazie ai contrasti cromatici sempre inaspettati), suscitando un’identificazione che porta lo spettatore a sentire i dipinti, a viverli

Stefano Castelli 

Mendrisio//fino al 4 marzo 2024
Roger de La Frenaye. Il nobile cubista
Museo d’arte di Mendrisio
Piazzetta dei Serviti 1
CH – 6850 Mendrisio
Tel. +41 (0)58 688 33 50

[email protected]

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Stefano Castelli

Stefano Castelli

Stefano Castelli (nato a Milano nel 1979, dove vive e lavora) è critico d'arte, curatore indipendente e giornalista. Laureato in Scienze politiche con una tesi su Andy Warhol, adotta nei confronti dell'arte un approccio antiformalista che coniuga estetica ed etica.…

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