NEVVEN. A Bologna la nuova sede di un progetto internazionale per l’arte contemporanea
A metà tra una kunsthalle diffusa e una galleria multinazionale, il progetto svedese coinvolge la scena ultra-contemporanea puntando a rendere la cultura visiva davvero accessibile
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Un progetto internazionale per l’arte contemporanea alla ricerca di nuove soluzioni, strutturali ed etiche, per dare accesso alla cultura visiva, esplorando con una prospettiva intersezionale la scena artistica ultra-contemporanea. È questo lo spirito di NEVVEN, che dopo Göteborg, in Svezia, apre i suoi nuovi spazi espositivi a Bologna il 25 gennaio, al 28/A della Strada Maggiore, giusto in tempo per Arte Fiera. Ibrido e no profit, NEVVEN è a metà tra una kunsthalle diffusa e una galleria d’arte multinazionale, e come tale cura un variegato programma di mostre, eventi disseminativi e contenuti, digitali e non, in collaborazione con diverse istituzioni pubbliche e private.
Apre a Bologna il nuovo spazio NEVVEN
Fondato in Svezia nel 2015 dal curatore Mattia Lullini (oggi direttore) e dall’artista Alina Vergnano, NEVVEN avrà per la sua sede di Bologna una diversa organizzazione rispetto allo spazio di Göteborg, pur mantenendo una coordinazione generale. L’idea è che “adattandosi in maniera differente a differenti contesti, entrambe le organizzazioni mescolano le operazioni di una galleria commerciale a quelle di una istituzione pubblica”. Tutto, lavorando per offrire un accesso gratuito e aperto a un pubblico il più vasto e variegato possibile grazie ai ricavi delle vendite e ai fondi ricevuti da istituzioni pubbliche (la Svezia supporta il progetto dal 2016), ma anche fondazioni e donatori privati.
Lo spazio, centralissimo, è intimo ma non piccolo: 100 mq aperti più 25 in una stanza a parte (per tenere più artisti in contemporanea), con soffitti a botte rinascimentali a duecento metri dalle due torri. Qui apriranno mostre curate da Lullini (bolognese, ma residente a Göteborg) con un occhio tra il locale e internazionale, che faccia da ponte ponte tra Scandinavia e Mediterraneo: un legame, in realtà, già c’era nel roster della galleria, come nel caso dell’artista sino-bolognese Shafei Xia. “Già nella mia storia personale c’è sempre stata l’idea di una ricchezza che viene dallo scambio tra culture ed esperienze, e NEVVEN, anche da appena nato, è andato da subito a colmare una necessità locale (di Göteborg) e nazionale (svedese) di avere accesso a mostre e linguaggi contemporanei: l’unico modo era di fare personalmente da tramite”, racconta Lullini ad Artribune. “Otto anni e un buon successo dopo, vogliamo fare di questo passo di Bologna un’espansione dello stesso concetto di connessioni e arricchimento. Con un passaggio in più: se all’inizio eravamo concentrati sul far accedere a una selezione inedita di artisti internazionali, ora si aggiunge il legame tra Nord Europa e Area Mediterranea”.
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La destinazione, per Lullini, non poteva essere che Bologna: “Di sicuro avere una connessione personale con la città ha una sua importanza, ma prima ancora ha una rilevanza il carattere della città. NEVVEN è nato in una città che non è un centro riconosciuto dell’arte contemporanea e della cultura al nord, anche se è la seconda città più grande della Svezia e una delle maggiori della regione, un centro costretto in una posizione minore e svuotato, per via dell’accentramento culturale. Bologna è a sua volta una città-nodo, vicina a centri di cultura come Milano, Venezia, Firenze e Roma, e malgrado la sua assoluta attenzione alla cultura non è considerata centrale”. Un modello, questo dei grandi centri, che si sta dimostrando sempre più insostenibile: “Nel contesto attuale, chiunque non abiti nei punti nevralgici di un Paese non ha un vero accesso alla cultura di livello. Con NEVVEN vogliamo provare a ripensare questo sistema andando verso una rete di piccoli nodi, con istituzioni e gallerie diffuse – che non siano a Tokyo, Londra e Berlino, che pure vanno benissimo – ma che guardino invece ai piccoli centri, con un volume adeguato che resti sempre di altissimo livello”.
I progetti espositivi inaugurali di NEVVEN a Bologna
Due le mostre inaugurali, aperte dal 25 gennaio fino al 16 marzo 2024: Mastaboom, Mastabadtomm e Home as a Silhouette. Con un titolo onomatopeico tratto dai Finnegans Wake di James Joyce, Mastaboom, Mastabadtomm è una collettiva che si propone di “presentare un controllatissimo caos”, che celebri e introduca al pubblico bolognese una selezione di artisti che rappresentino la storia di NEVVEN – lo svedese Olof Marsja e i norvegesi Sigve Knutson e OdaIselin Sønderland – accanto a tre nuove collaborazioni: il danese-vietnamita Minh Ngọc Nguyễn e gli italiani Mattia Pajè e Lula Broglio. Home as a Silhouette è invece la prima personale italiana di Mikael Lo Presti, artista cresciuto in Svezia e rappresentato in alcuni dei musei e gallerie più importanti della Scandinavia, come Astrup Fearnely Museum e STANDARD (OSLO). Lo Presti adatta e sviluppa qui due dei suoi temi più cari, la natura morta e il ritratto, che esplora tramite oggetti (in primis le arance pelate) e situazioni comuni che si fanno simboli di ricordi e storie autobiografiche, aprendo a riflessioni su temi di identità e migrazione.
Giulia Giaume
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