Futuro e bellezza in una mostra a Piazza di Spagna con 9 artisti da tutto il mondo
La Galleria Alberto Di Castro presenta la mostra collettiva Time Future. Dal Pakistan al Brasile, dall’Inghilterra alla Romania, gli artisti sono stati invitati a riflettere sul tempo della coscienza
Il tempo presente e il tempo passato
Son forse presenti entrambi nel tempo futuro,
E il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
Si riferisce a questo verso dei Quattro quartetti di T. S. Eliot il titolo della mostra Time Future, curata da Denise Di Castro e Siena Hicks e aperta alla Galleria Alberto Di Castro in Piazza di Spagna. Accogliere artisti contemporanei di diverse nazioni, tecniche e linguaggi in uno spazio antiquario come questo, dove epoche e tradizioni europee e orientali sembrano aver trovato rifugio da un mondo sempre più frammentato; evoca, infatti, nella scelta delle opere e nel dialogo tra esse attivato, una sensibile riflessione sul tempo.
Non si tratta del tempo che misuriamo scientificamente, illudendoci di poter disporre gli eventi in sequenza, come in una collana di perle; ma di quello bergsoniano della coscienza, sincronico, paragonato dal filosofo francese a una melodia, la cui durata è la dimensione necessaria al dispiegarsi del vero significato delle cose ed è percorribile in tutti i sensi grazie alla creatività, alle visioni di artisti vissuti in secoli e latitudini diversi.
La mostra Time Future alla Galleria Alberto Di Castro
Così, nella splendida opera calligrafica di un anonimo tedesco del XVII secolo, re Davide incede sullo sfondo del suo incontro con Betsabea, aprendo le falde di un luminoso mantello intessuto di parole, circondato di iscrizioni in latino, greco, ebraico, tedesco, italiano e francese che oggi suonano come la direzione in cui cercare un futuro di rispetto e fratellanza; accanto, la scrittura asemica su carta wasli dell’artista pakistano Waqas Khan (Akhtarabad, 1982) dichiara l’universale comprensibilità dell’interiorità umana. La stessa da leggere nella compresenza di espressioni artistiche tracciata dall’artista rumeno Ciprian Mureşan (Dej, 1977) con i suoi fittissimi palinsesti cartacei tratti da Otto Dix e Beato Angelico. Il frate brasiliano Sidival Fila (Paranà, 1962) recupera antichi tessuti dalla collezione Di Castro per farne composizioni contemporanee, così come l’inglese di origine iraniana Laila Tara H (Londra, 1995) decostruisce forme tradizionali della miniatura indo-persiana in nuove partiture. Il belga Pierre Bergian (Bruges, 1965) trasforma gli interni dei palazzi della storia dell’arte in materia cromatica fresca e vibrante; e i dipinti che siamo abituati ad ammirare in questi luoghi vengono ricondotti a un essenziale femminile e mutati in acquarello, tecnica dell’immediatezza, dall’irlandese Alice Maher (Kilmoyler, 1956). Perché mettere in discussione la linearità del tempo significa anche piegare la fisica degli elementi: l’essenza delle forme naturali di un fiore viene sublimata in un raffinato processo artificiale dalla tedesca Kathrin Linkersdorff (Berlino 1966), i meccanismi della visione soggettiva emergono nelle sperimentazioni fotografiche dell’inglese Susan Derges (Londra, 1955) e l’incredibile varietà del vivente animale è raffigurata nelle tassonomie di Jonathan Delafield Cook (Londra, 1965). Tutto è unito dall’esperimento alchemico di trasformare il tempo e la materia in una dimensione le cui coordinate si incrociano nella vocazione umana alla bellezza. La sola che potrà accompagnarci verso un tempo futuro.
Mariasole Garacci
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