A Verona lo Spazio Vitale diventa Fondazione. E raddoppia gli spazi espositivi
Ad appena tre mesi dall'inaugurazione, lo spazio in zona Veronetta alza la posta e amplia i propri spazi espositivi e laboratoriali, approntando una "mostra manifesto"
Non sono passati che tre mesi dall’apertura di Spazio Vitale, che già il progetto raddoppia e si fa fondazione. Era dell’ottobre 2023 l’annuncio dell’apertura di uno spazio in via Vitale 5, a Verona, che avrebbe ospitato attività culturali improntate all’indagine della relazione tra tecnologia ed esseri umani. Il progetto – gemmato da una ricerca basata sul ripensamento del rapporto con la tecnologia – è diventato dal 30 gennaio 2024 la nuova Fondazione Spazio Vitale, che raddoppia i propri spazi nell’ex magazzino tessile (e studentato abbandonato) nel quartiere di confine di Veronetta.
Il nuovo volto di Spazio Vitale a Verona
La missione di Spazio Vitale è sollecitare una riflessione critica sulla relazione tra la tecnologia e le persone con lo scopo di riequilibrarla, restituendo centralità al corpo e alle componenti emotive e narrative dell’intelligenza umana. “Dopo l’apertura a ottobre di Spazio Vitale, abbiamo raccolto molte impressioni positive. Abbiamo capito che la direzione intrapresa è quella giusta e che vale la pena di proseguire per poter assaporare la soddisfazione di ospitare un programma culturale di livello elevato“, ha commentato Davide Bonamini, a capo della Fondazione Spazio Vitale e founder insieme a Davide Giarolo del main sponsor VTENEXT, “La riflessione alla base della nascita di questo luogo è ogni giorno più importante e necessaria, vogliamo portare avanti programmi attraverso le arti visive, un percorso di narrazione con ospiti trasversalmente impegnati su queste tematiche”.
Programmi per il 2024 della nuova Fondazione Vitale
Quindi, prossimi passi? Nel mese di febbraio partirà il cantiere che raddoppierà gli spazi, ristrutturando e mettendo a norma il piano interrato, passando da 300 a 600 metri quadri per le attività espositive, narrative e formative. Per il programma del 2024, racconta ad Artribune il curatore Domenico Quaranta, sono previste “due mostre collettive. La prima, di scala più ridotta, interesserà ancora prevalentemente il piano terra; la seconda, prevista per l’autunno, raccoglierà un numero più consistente di artisti e si distribuirà sui due piani. La prima è un affondo nel grande problema identitario di questi ultimi mesi: l’intelligenza e il suo doppio. Vorremmo provare ad affrontare l’intelligenza artificiale non tanto come minaccia, divinità o sostituto, ma come specchio dell’umanità, tecnologia esistenziale che ci mostra qualcosa su di noi e sul nostro rapporto col mondo. La seconda affronta il tema a noi caro della simbiosi tra umano e tecnologico, raccogliendo opere che indagano le forme che ha assunto questa relazione, ne investigano le problematicità, approfondiscono le ragioni del disagio contemporaneo – con un’attenzione particolare ai bisogni primari, quelli legati alla fisiologia del corpo e alla sua sicurezza – e propongono, a volte, prospettive di cura. Sarà la vera mostra manifesto di Fondazione Spazio Vitale, dopo i teaser di questo primo anno di attività“.
Oltre alle mostre, si terranno dei momenti narrativi a cura di Francesco Varanini, che apriranno all’incontro con degli ospiti sul rapporto con la tecnologia, e delle attività formative rivolte sia a ragazzi che ad adulti, per aumentare la consapevolezza nell’utilizzo quotidiano degli strumenti tecnologici.
Giulia Giaume
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati