La mostra astratta e immersiva di Adelaide Cioni a Bologna (da visitare scalzi)
Ruota intorno alle vicende di Pip, il mozzo afroamericano di Moby Dick, che cade in acqua, perde il senno per diventare egli stesso mare, la mostra dell’artista bolognese
Adelaide Cioni (Bologna, 1976) oltre a essere un’artista visiva è anche una traduttrice letteraria e unisce queste due esperienze nelle sue opere. Nel progetto Drawings for Myself Cioni, in mostra per la seconda volta alla Galleria P420 di Bologna dopo la personale del 2019, fa provare allo spettatore una sensazione di spaesamento: nelle due sale si dispiegano i lavori dell’artista che plasmano l’ambiente e creano uno spazio in cui l’osservatore si ritrova ad essere immerso totalmente. Nella prima sala, inoltre, troviamo un’opera audio in cui l’artista legge “Pip alla deriva” di Rick Moody da lei stessa tradotto. La storia parla di Pip, personaggio di Moby Dick che cade a mare e viene lasciato in acqua per ore prima che il resto dell’equipaggio lo vada a ripescare. Quando lo tirano su, Pip ha perso il senno e in un certo senso si è liquefatto per diventare egli stesso mare.
Il tema del mare nell’opera di Cioni
Il progetto ruota inizialmente attorno al tema del mare, affrontato con tele di dimensioni e tecniche diverse: tramite la geometria vengono mostrate le sue peculiarità e il soggetto è analizzato, scandagliato tanto da essere poi ordinato e non più caotico o precario ma disciplinato. Le vicende di Pip ci accompagnano anche nella seconda sala: l’immersione, la precarietà della percezione e la geometria sono declinati in modo differente. Lo spettatore si immerge nello spazio, l’ambiente è plasmato nella sua interezza dall’artista poiché è stato pensato per essere una camera a tenuta stagna, che Cioni può smontare e trasportare ovunque per poterci entrare quando e dove vuole. Da visitare rigorosamente scalzi.
Chiara Battaglino
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