Ampliamento del Guggenheim Bilbao. La Spagna si divide
Fa discutere l’ambizioso progetto del Guggenheim Urdaibai. Dopo Bilbao, il celebre museo potrebbe aprire una seconda sede spagnola. Ma la scelta del sito, un’area naturalistica protetta della provincia di Biscaglia, divide l’opinione pubblica
È innegabile: dall’ottobre 1997, la presenza dell’inconfondibile museo di Frank Gehry ha cambiato letteralmente il volto della città di Bilbao. Forse, per questo, è nata l’idea di creare due nuove sedi dell’istituzione museale nordamericana (con partecipazione pubblico-privata anche spagnola) a una quarantina di chilometri dal capoluogo basco. Urdaibai è, infatti, il nome della Riserva naturale della Biosfera (protetta dall’Unesco dal 1984) che si trova non lontano da Gernika, cittadina tristemente nota per il bombardamento aereo del 1937, immortalato nell’omonima tela di Pablo Picasso. Urdaibai (che significa il fiume dei cinghiali) è un’area naturale unica per diversità paesaggistica e varietà faunistica, che si sviluppa intorno all’estuario del rio Oka e giunge fino alle coste del Mar Cantabrico; un mosaico di boschi, prati, coltivazioni, montagne, spiagge e scogliere, ma anche un paradiso ornitologico. Non è un caso che l’intera zona, ogni estate, sia visitata da migliaia di turisti, attratti da borghi pittoreschi come Bermeo, da spiagge selvagge come Laga e Laida, o da incredibili paesaggi costieri come San Juan de Gaztelugaxte, monastero sull’oceano.
La storia dell’ampliamento del Guggenheim Bilbao
Di una succursale del Museo Guggenheim immersa nella natura di Biscaglia, seppur con ipotesi variabili di localizzazione, si parla in realtà dal 2008, non senza malumori e critiche da parte dell’opinione pubblica locale. Più di recente, sono state individuate le due sedi: l’edificio dismesso dell’ex fabbrica Dalia, azienda di posate alla periferia di Gernika; e il Cantiere navale Murueta, tuttora in attività, situato proprio nella riserva naturale. A unire le due sedi dovrebbe sorgere un sentiero di circa sette chilometri, percorribile solo a piedi o in bicicletta per rispettare gli standard ecologici, pensato per immergere il pubblico tra arte e natura; o al massimo, si parla di un collegamento ferroviario.
Ampliamento del Guggenheim Bilbao. Un progetto culturale e di recupero ambientale
Il progetto del museo è sostenuto dalla Diputación di Bizkaia (la provincia) e dal PNV, il Partito nazionale basco, che da anni governa la regione. Nel 2022, il Ministero della Transizione Ecologica e della Sfida demografica (Miteco) – diretto dalla socialista Teresa Ribera – ha deciso di appoggiare l’iniziativa stanziando la cifra di 40milioni di euro e stipulando un accordo per realizzare opere di bonifica del territorio implicato. Per il Miteco, e per le amministrazioni pubbliche locali, il Guggenheim Urdaibai non è solo un progetto artistico e culturale, con scopi di rivitalizzazione economica di un’area periferica della regione, ma anche un’occasione fondamentale di recupero ambientale di terreni finora destinati all’industria. Secondo l’accordo, i primi 40 milioni di euro stanziati dal governo dovrebbero infatti servire a coprire i costi per bonificare due aree che, sommate, rappresentano circa 63mila metri quadrati, dei quali solo 19mila saranno occupati dai nuovi edifici costruiti per le attività del museo. Architetture, ovviamente, con caratteristiche integrate e a emissioni zero. Il resto del terreno de-contaminato dai residui industriali – circa 40mila metri quadrati, secondo le stime – sarà destinato invece a verde pubblico o restituito al paesaggio naturale della riserva.
Le proteste ecologiste contro il Guggenheim Urdaibai
Il Guggenheim Urdaibai non smette però di far discutere l’opinione pubblica, alimentata da due gruppi di attivisti: le piattaforme Guggenheim Urdaibai Stop e Zain Dezaguin Urdaibai. Quest’ultima (Curiamo Urdaibai, in euskera, la lingua dei Paesi Baschi) si batte dai primi anni Novanta in difesa dei valori della Riserva della biosfera, combattendo soprattutto la massificazione turistica dell’intera zona. Secondo gli ecologisti, il progetto culturale e turistico causerà danni permanenti e irreversibili al tesoro biologico della riserva, malgrado il museo assicuri l’apertura solo estiva delle due sedi, con un’affluenza massima di 140mila visitatori l’anno. Non convincono anche la scelta di abbattere l’edificio dell’ex Dalia, patrimonio industriale, e l’assenza di dati sull’impatto ambientale del progetto. Non mancano, infine, critiche alla mancanza di trasparenza nella comunicazione e alla scarsa partecipazione pubblica al progetto, considerato sostanzialmente un’iniziativa privata. Gli ecologisti locali, poi, hanno già fatto ricorso presso l’Audiencia Nacional contro la modifica, nell’ottobre scorso, della legge 22/1988 di protezione delle coste, che proprio nell’area del Cantiere Murueta il Ministero ha ridotto da 100 a 20 metri, per favorire il sorgere del progetto del museo.
Guggenheim Urdaibai. Progetto bloccato e due anni di studi di fattibilità
Per tali pressioni, e per tante altre ragioni politiche legate alle prossime elezioni amministrative nei Paesi Baschi, il Guggenheim Urdabai resta per ora un progetto sulla carta, momentaneamente sospeso e in fase di studio di fattibilità per i prossimi due anni, fino al 2026. Lo ha annunciato qualche giorno fa il lehendakari Iñigo Urkullu, governatore della Comunità autonoma, dopo l’ultima riunione del Patronato del museo, organismo composto dalla direzione del museo e da rappresentanti di comune, provincia e regione, oltre che da esponenti di entità bancarie e di imprese private sponsor dell’istituzione.Nessun commento, invece, dal gerente del museo Juan Ignacio Vidarte, che considera la faccenda in mano alle autorità politiche e amministrative del territorio. Del resto, la direzione di New York, dalla quale il museo spagnolo dipende, è in procinto di nuove elezioni e in attesa del rinnovo del board della fondazione.
Anche nel caso del Museo Guggenheim di Bilbao – oggi simbolo della rinascita di Bilbao e del suo rifiorire turistico ed economico – nei primi anni Novanta furono in molti i detrattori di un progetto che appariva sproporzionato (soprattutto in termini di investimenti) ed era vissuto come una forma di “colonizzazione” da parte di un’istituzione privata straniera, per quanto prestigiosa. Senz’altro pure per il Guggenheim Urdaibai ci vorranno tempo e denaro: si parla di sei anni e di circa 130 milioni di euro. Ma, forse anche, una maggiore adesione da parte della cittadinanza coinvolta, che potrebbe garantire la concreta fattibilità socio-ambientale del progetto.
Federica Lonati
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