La metro di Brescia continua a riempirsi d’arte contemporanea. In una stazione spuntano quattro colonne greche d’artista
L’opera dell'importante artista greco Andreas Angelidakis entra nella collezione d'arte contemporanea di SUBBRIXIA, grande esposizione pubblica lungo tutta la linea metropolitana della città lombarda
Entrare nella stazione della metro Bresciadue, in via Cefalonia a Brescia, è come discendere in un colossale tempio sotterraneo. Fresco di ritrovamento archeologico, immaginario s’intende, il rinnovato ingresso presenta ai viaggiatori quattro imponenti colonne (di 13 metri ciascuna), a mo’ di supporto dei contrafforti che sovrastano la discesa ai binari. È un paradossale viaggio nel tempo quello che l’artista greco Andreas X. Angelidakis (Atene, 1968) offre dal 12 febbraio con la trasformazione della stazione della metropolitana a lui assegnata, aggiungendo così una nuova opera permanente a SUBBRIXIA, la collezione di arte contemporanea che si sviluppa come una grande esposizione pubblica lungo le 17 stazioni della metropolitana di Brescia (promossa da UBI Fondazione CAB, realizzata con Gruppo Brescia Mobilità e Comune di Brescia, con il coordinamento curatoriale dell’editrice NERO).
L’opera BrixiaDue di Angelidakis per la metropolitana di Brescia
Lungo e ambizioso il progetto BrixiaDue di Angelidakis, per sua stessa definizione “un architetto che non costruisce“, con all’attivo mostre che spaziano da Audemars Piguet Contemporary, al PAC di Milano fino a Documenta14. E un chiaro omaggio alle colonne romane del Capitolium, le cui parti ricostruite sono state realizzate in mattoni per distinguerle dal marmo originale: rivestite in lana di roccia e pvc, le colonne di Angelidakis si allineano verso l’idea di soft ruins – le serie tra digitale e analogico da lui sviluppate in seno alla cultura videoludica –, un universo in cui la rovina è la realtà stessa. “Le nuovissime colonne d’acciaio della stazione hanno la libertà di vestirsi di antico, di suggerire una realtà in cui il tempo non è più lineare, in cui il vecchio diventa nuovo e possono essere delle colonne morbide a sorreggere il cielo”, ha commentato l’artista.
Il nuovo tassello del progetto bresciano inaugura a poco più di un anno dall’opera Mind the Gap (2022) di Nathalie Du Pasquier, che ha reinterpretato l’ingresso della Stazione Vittoria con mattonelle in ceramica, e a margine di numerosi interventi site specific permanenti realizzati da Marcello Maloberti (Brixia, 2015, Stazione FS) e Patrick Tuttofuoco (Gothic Minerva, 2016, Stazione San Faustino) e opere temporanee di Rä di Martino, Francesco Fonassi ed Elisabetta Benassi. Il progetto – avviato nel 2015 da Brescia Musei con una serie di primi interventi e ripreso dalla Fondazione nel 2019 – non finisce tuttavia qui: SUBBRIXIA proseguirà toccando tutti gli snodi che connettono i tunnel ipogei della metro con la città, lungo un percorso da 14 chilometri, proiettando Brescia verso un futuro immaginifico (in dialogo con il passato romano di Brixia), rivisto con gli occhi degli artisti contemporanei senza limiti di media.
Giulia Giaume
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