Memorie di uno sciagurato: la mostra dell’artista Angelo Mosca a Napoli
La storia di un artista in 20 opere. A Napoli, tra ritrovamenti e complementari sporchi, una mostra fa ordine nella vita e nell’arte di Angelo Mosca. E c’è anche una rivista
Con vista Vesuvio, negli spazi della casa-galleria Site Specific 480, l’ultima mostra di Angelo Mosca respira a pieni polmoni. Il titolo – Memorie di uno sciagurato -, eloquente e sagace, aleggia come un testamento, constatazione lucida e serena di una condizione esistenziale, quella dell’artista tout court. La mostra composta da 20 opere, tenta di fare ordine nel percorso di arte-vita di Mosca, in una sintesi riconoscibile, aperta e decantata, come suggerisce la ricerca dell’artista sempre a cavallo tra diafana delicatezza e fantasmatica presenza, memoria personale ed evocato sogno.
La mostra a Napoli di Angelo Mosca
Ad aprirne i sigilli, compaiono tre opere, denominate Ritrovamenti, degli anni tra il 2011 e il 2013, esempi di una pittura che riesce nel vivere un doppio tempo tra passato inveterato e presente ritrovato, già forieri dello spirito drenante dei lavori più recenti, incarnati dalla serie Drain off, summa delle varie fasi pittoriche dell’artista e collocati appena dopo. Al centro della sala il lavoro principe: i Complementari sporchi, una serie di piccole tele su di un panno di jeans scuro, in cui il colore la fa da padrona, quale elemento ermeneutico dell’intero movimento e della mostra tutta. A chiudere il cerchio non mancano i delicati risultati dei primi anni duemila come Un giorno in barca, o quelli di dolce malinconia, immediatamente successivi, come Reflect o il dittico caprese nei quali la pittura rammenta la purezza del disegno e la leggiadria di certe tinte, come di gesso.
La rivista Acappella 480
A compimento del progetto espositivo, la pubblicazione del numero speciale della Rivista Acappella 480, frutto della collaborazione tra la galleria Acappella e 480 Site Specific, con testi di Angelo Mosca, Arianna Rosica ed Alberto Mugnaini, in cui si alternano disegni e riflessioni dell’artista, come quando si legge “spesso al pittore manca il coraggio di dipingere al buio” mentre la luce partenopea imperversa alacremente sulla pittura pensata con gli occhi e ragionata con le mani di Angelo Mosca.
Andrea Astolfi
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