La storia di Claudette Colvin narrata da un’installazione immersiva
Claudette Colvin era una giovane di colore che rifiutò di cedere il suo posto a un passeggero bianco in Alabama. La sua storia è ora in mostra al MEET di Milano, che ospita l'installazione immersiva Noire a lei dedicata
Era il 2 marzo 1955 quando Claudette Colvin (Montgomery, 1939) si rifiutò di rinunciare al suo posto su un autobus a favore di una donna bianca, durante la segregazione razziale negli Stati Uniti d’America. La ragazza aveva appena sedici anni, ma ebbe la forza di reagire a quel sopruso a cui la società sembrava essersi biecamente abituata.
La storia dell’attivista è al centro dell’installazione immersiva Noire, ospitata al Museo MEET di Milano dal 3 febbraio al 10 marzo 2024.
Claudette Colvin e il sui gesto rivoluzionario
Claudette fu accusata e portata in tribunale per disturbo della quiete pubblica, violazione della legge di segregazione e aggressione, sebbene il suo fu solo un rifiuto ad un comando intimato prima dal conducente del bus e poi dalla polizia chiamata ad intervenire. Fu fatta scendere di forza dal mezzo pubblico, mentre gridava che era un suo diritto costituzionale occupare quel posto.
La vicenda, che ricorda molto quella ben più nota di Rosa Parks, avvenne nove mesi prima, ma la comunità elesse la Parks come paladina della lotta dei bus di Montgomery perché adulta.
Claudette fu ingiustamente condannata con l’accusa di “aver aggredito un agente di polizia”. Da allora la sua vita non fu più la stessa: marchiata da un lato per l’atto di ribellione contro il sistema razzista dell’epoca e in parte dimenticata dagli stessi attivisti, non fu semplice per lei trovare un impiego, trovandosi costretta a trasferirsi a Manhattan come assistente infermiera.
L’installazione Noire a Milano
La scrittrice Tania de Montaigne ha riportato alla luce la storia della Colvin nel libro Nera. La vita dimenticata di Claudette Colvin. Prendendo spunto da questo saggio, Stéphane Foenkinos e Pierre-Alain Giraud hanno realizzato un’installazione immersiva dal titolo Noire.
L’opera è stata già esposta con successo Centre Pompidou di Parigi e prima ancora al Tribeca Film Festival di New York e a Taipei. Ora sarà visibile al MEET Digital Culture Center di Milano.
Fruibile in gruppi di 10 persone, attraverso occhiali AR Hololens 2 e cuffie a conduzione ossea, Noire immerge i visitatori in un set di 250 metri quadrati, dove figure virtuali e oggetti connessi riportano in vita la storia di Claudette. In 32 minuti viene condensata l’atmosfera, le vicende e il coraggio che la ragazza dell’Alabama dimostrò ai suoi concittadini e al mondo intero.
Roberta Pisa
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati