Dialogo fra generazioni artistiche nella prima edizione della Triennale di Nîmes
Partecipativa, intergenerazionale e diffusa: la prima edizione di Contemporaine de Nîmes promette di dare nuovi impulsi alla scena contemporanea della cittadina francese. Ne parliamo con i direttori artistici
Si terrà dal 5 aprile al 23 giugno 2024 la prima edizione di Contemporaine de Nîmes, rassegna di arte contemporanea che ogni tre anni coinvolgerà l’antica cittadina francese in Occitania ricca di vestigia romane. I direttori artistici Anna Labouze e Keimis Henni raccontano il progetto in anteprima.
Qual è il tema di Contemporaine de Nîmes?
Per questa prima edizione abbiamo scelto di affrontare il tema della gioventù, della trasmissione intergenerazionale e del patrimonio nella creazione e nella società di oggi. Abbiamo raccolto queste idee sotto il titolo Une nouvelle jeunesse (“Una nuova giovinezza”). Si riferisce tanto alla gioventù attuale, quella dell’arte e del mondo, quanto al fatto di sperimentare una nuova o una seconda giovinezza a contatto con questa nuova generazione. Il tema è un invito a scoprire nuovi orizzonti artistici e culturali, esplorando allo stesso tempo le relazioni intergenerazionali, con l’obiettivo di favorire l’unità e forgiare connessioni. I nostri obiettivi comprendono immaginare nuove forme di convivialità, sperimentare l’arte collettivamente e riunire, attraverso la creazione, generazioni diverse che a volte possono trovarsi in disaccordo. Ci impegniamo anche a dialogare con i giovani di oggi e ad affrontare le questioni chiave che li riguardano, a comprendere Nîmes sotto una nuova luce, a concentrarci sull’idea di trasmissione – un’idea così viva e significativa nel sud della Francia e nelle culture mediterranee – e ad accompagnare la nascita di una manifestazione artistica giovane e ambiziosa in una città dalle radici millenarie. Questo principio guida si concretizza in tutti gli aspetti di questa prima triennale: gli artisti invitati, i soggetti delle opere e del programma, il processo creativo, il programma di mediazione culturale e il processo di partecipazione del pubblico.
Come avete selezionato gli artisti?
Il programma è incentrato su una grande mostra dal titolo La Fleur et la Force (“Il fiore e la forza”), seguendo un itinerario attraverso il centro della città.
Nel selezionare gli artisti volevamo far luce su alcuni dei talenti emergenti più promettenti della loro generazione, provenienti da una vasta gamma di campi creativi, alcuni dei quali avevano già lavorato con noi in precedenza. E poi li abbiamo incoraggiati a estendere l’invito agli artisti più maturi: i loro eroi, i loro mentori, coloro che li ispirano o con cui condividono affinità teoriche ed estetiche. E proprio questi artisti ormai maturi, tendono a una nuova giovinezza lavorando a contatto con i loro giovani colleghi, talvolta seguendo un approccio di tutoraggio. Con questi accoppiamenti l’idea di trasmissione è centrale nel processo artistico e nella successiva esposizione, rendendo visibili i dialoghi tra artisti di diverse generazioni, che sono numerosi e proficui nel mondo dell’arte, anche senza necessariamente essere conosciuti dal pubblico.
In che misura Contemporaine de Nîmes interagisce con la città?
Abbiamo voluto coinvolgere gli abitanti nell’ideazione e nella produzione delle opere, in un nuovo approccio collettivo al fare arte. Questa è la caratteristica distintiva della triennale: ogni progetto prevede una dimensione partecipativa, coinvolgendo nella sua creazione un gruppo, sia esso un’associazione, una scuola, una struttura sociale… Le coppie intergenerazionali di artisti e la partecipazione del pubblico formano così una doppia catena di trasmissione. Rayane Mcirdi, ad esempio, sta lavorando a un’edizione in stile fanzine con le donne dell’associazione Les 1000 couleurs, Feda Wardak sta lavorando con i giovani dei Compagnons du Devoir e gli studenti del liceo di Nîmes hanno partecipato alle riprese dei video di Aïda Bruyère e Valentin Noujaïm, che saranno presentati nelle rispettive installazioni nel corso della rassegna. Inoltre, abbiamo ideato un progetto a livello cittadino e invitato i soggetti culturali locali a sviluppare un programma che riecheggiasse il tema Une nouvelle jeunesse.
Avete sviluppato anche un programma speciale per studenti e visitatori più giovani?
Studenti e visitatori più giovani sono stati coinvolti in diversi progetti della Contemporaine de Nîmes, in particolare quelli di Delphine Dénéréaz & Sonia Chiambretto, Aïda Bruyère & Judy Chicago, Prune Ph & SMITH, Neïla Czermak Ichti & Baya e della performer Ndayé Kouagou. Tutti hanno lavorato con gruppi di bambini e ragazzi di età compresa tra i 7 e i 17 anni. Inoltre, ci siamo affidati all’esperienza del BIM, Bureau Indépendant de Médiation Culturelle, per sviluppare un’offerta di mediazione inclusiva adatta a tutte le età.
Contemporaine de Nîmes collabora anche con le istituzioni locali? In quali modi?
Abbiamo ritenuto fondamentale estendere l’evento anche oltre il centro cittadino, ad altri quartieri. Per questo abbiamo pensato a una serie di “case”, luoghi conviviali e di condivisione per eventi e progetti artistici. Ciascuno è ospitato e gestito da un soggetto culturale locale, e consiste nell’accogliere un artista o un gruppo di essi in residenza per un periodo di tre anni, con la realizzazione di un progetto partecipativo che coinvolge abitanti locali e strutture socio-educative. Per ampliare la prospettiva, un programma associato coinvolge vari attori artistici e culturali di Nîmes per concepire un progetto in sintonia con il tema di questa edizione inaugurale. Come parte di questo programma, fra le varie cose, la scuola d’arte della città sta organizzando un festival di un giorno che metterà in mostra le opere degli studenti, il centro d’arte contemporanea e lo spazio gestito da artisti locali stanno pianificando mostre collettive e un laboratorio locale offre un programma di residenza per due giovani artisti.
Niccolò Lucarelli
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