A Savona la scoperta dei tappeti di Arturo Martini. La mostra
I tappeti dell'artista trevigiano, adottato dalla Riviera di Ponente, sono presentati per la prima volta al pubblico. Con loro, apre una personale di Alessandro Teoldi, ispirato proprio da Martini e affiancato dal laboratorio di Ernesto Canepa ad Albisola
“Sono l’uomo delle favole”. Arturo Martini non poteva sapere, già negli Anni Venti, che ci avrebbe regalato una nuova favola, una finestra in più su una terra, quella tra Savona e Albisola, che di arte e artigianato è intrisa, tra ceramica e tessuti. E proprio di tessuti si parla, e di Martini, in occasione di un miracoloso ritrovamento: quello delle sue prime (forse uniche) opere tessili. Un momento solo apparentemente lontano dalla sua parabola artistica, che pur essendo famosa per le ceramiche e le terracotte ha toccato ogni medium con umiltà e stupore radicale. Un percorso, agile ma sognante, che ora è al centro di una grande mostra al Museo della Ceramica di Savona e in parte all’adiacente Pinacoteca Civica della città (che a sua volta ospita dei Picasso, Magritte, Dubuffet, Twombly, Man Ray).
La mostra dedicata ad Arturo Martini a Savona e l’omaggio di Alessandro Teoldi
Riconducendo le (allora fantomatiche) opere tessili attribuite a Martini – usate da un privato cittadino come scendiletto nella camera dei bambini – ai bozzetti originali conservati alla Fondazione Wolfsoniana di Nervi, il museo savonese ha potuto creare un percorso espositivo inedito ed eclettico, che dai disegni passa ai bozzetti e arriva fino ai tappeti (tranne uno, ancora disperso). Ispirate a temi teatrali e d’opera buffa, le “nuove” opere imprimono una direzione a tutta la mostra Arturo Martini. La trama dei sogni. Tessuti, ceramiche, dipinti, che con un grande afflato immaginifico si concentra su opere a tema circo, infanzia, gioco e teatro. Con pezzi pazzeschi dal Museo Bailo di Treviso e dal Museo del Paesaggio di Verbania, che vanno dal bronzo al gesso fino a opere pittoriche e grafiche (geniale l’idea della cheramografia, con economici stampi d’argilla su carta). La curatela di Carla Bracco, con la collaborazione di Magda Tassinari e Donatella Ventura, e l’allestimento pulito evidenziano così le (cinquanta) opere, trasmettendo quel concetto di eguale dignità dei diversi pezzi così caro al trevigiano, che diceva che “tutte le opere d’arte hanno lo stesso diritto di mettersi al poggiolo dell’universo”.
Diretto dal dinamico Luca Bochicchio e posto nel vecchio palazzo del Monte di Pietà tra affreschi cinquecenteschi e allestimenti d’avanguardia (per non parlare del bistrò con chef stellato Giuse Ricchebuono), il Museo della Ceramica ospita in parallelo a Martini anche le opere tessili e ceramiche dell’artista milanese Alessandro Teoldi. Realizzata in partnership con la galleria Capsule di Shanghai, ESSERE UNO è la prima mostra museale italiana di Teoldi, uno spaccato intimo e accogliente che permette anche di vedere opere create nel vicinissimo laboratorio-museo di Ernesto Canepa ad Albisola. Che a sua volta espone, tra le camelie e gli agrifogli del giardino esterno alla Ditta Studio Ernan Design, dei capolavori ceramici di Agenore Fabbri, Fontana, Scanavino e tanti altri.
Martini, il Savonese e la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2027
Se al centro della celebrazione dei due musei (aperta fino a luglio) c’è il rapporto tra Martini e il tessile – un interesse coltivato tra Albisola, Genova e Vado Ligure, dove visse per gli Anni Venti e i primi Trenta –, c’è però anche tanta storia del territorio: e così si vede la tecnica tradizionale per malleare l’argilla e si riscopre la celebre MITA – Manifattura italiana tappeti artistici, fondata nel ’26 da Mario Alberto Ponis e legata a nomi come Depero e Gio Ponti, notando un’attitudine diffusa alla collaborazione e alla condivisione. È il caso del MUDA – Museo Diffuso Albisola, delle fornaci e dei laboratori storici (come quelli di Canepa, SanGiorgio o Mazzotti), per non parlare della delirante e commovente Casa Jorn, in un ambiente che dell’arte e dell’artigianato vive e respira. E che vuole farlo ancora di più con la candidatura di Savona a Capitale italiana della Cultura 2027 (di cui la settimana prossima sarà presentato il dossier): “Lavoriamo da tempo al progetto, vogliamo ripensare noi stessi e far sì che la città e il territorio siano capaci di cogliere le grandi sfide attuali”, ha commentato il sindaco savonese Marco Russo. “Solo così ha senso questo percorso: se è voluto dall’intera comunità e se garantisce eccellenza e innovazione nelle proposte”.
Giulia Giaume
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