I puzzle pittorici di Daniele Toneatti a Milano

Ispirandosi alla Picture Generation, il giovane artista veneziano da Peres Project compone le sue opere assemblando tante immagini e idee rubate attraverso i secoli. Dalle fotomodelle ai postimpressionisti

Fin dall’ingresso nella sede milanese di Peres Project in Piazza Belgioioso, si nota qualcosa di insolito. Al posto di starsene quietamente accostate alle pareti, le tele galleggiano nell’aria. Appese a fili invisibili, rimangono sospese a mezz’altezza, permettendo di girarci attorno, di ispezionarne i segreti sul retro. È quanto ci si aspetterebbe di trovare in uno studio d’artista… raro ritrovarlo in una galleria. L’effetto cattura subito l’attenzione, invitando a fare conoscenza con l’autore attraverso le sue opere. Un autore giovanissimo: poco più di trent’anni, veneziano d’origine. È questo Daniele Toneatti (1989), alla sua prima mostra italiana a lui dedicata.

Daniele Toneatti, Classic Impression, 2023. Courtesy Peres Projects. Photo t-space studio
Daniele Toneatti, Classic Impression, 2023. Courtesy Peres Projects. Photo t-space studio

La mostra di Daniele Toneatti da Peres Projects a Milano

L’esposizione raccoglie un gruppo di opere molto variegate tra loro. Un patchwork di soggetti, colori e provenienze diverse. Tanto in termini di catalogo, quanto di contenuto di ogni singolo dipinto. Si passa da una coppia di innamorati dai volti caricaturali, a personaggi pescati dai racconti di Charles Dickens, mixati con armi giocattolo e ritratti di star della cultura pop. L’allestimento – giocato sulla disposizione delle tele tanto sulle pareti, quanto lasciandole fluttuare al centro – risulta in un’ibridazione tra galleria e atelier. Un caos creativo che rispecchia la costruzione stessa dei lavori. 
Si è accolti da un tumulto di bambini che impugnano armi giocattolo, assemblati con volti, scarponcini di cuoio dall’aria vintage (probabilmente ispirati a qualche libro illustrato o cartone animato) e chissà che altro. Più si osservano questo e gli altri dipinti, più figure si scovano e più connessioni e rimandi si rendono palesi. Ciascun pezzo meriterebbe di essere analizzato singolarmente, tanti sono gli elementi che li compongono. Avanzando un parallelismo ardito, la commistione di idee di Toneatti è pari alle pagine dei taccuini di Leonardo da Vinci. Strati sovrapposti di immagini, confusi e nascosti tra loro. Solo il loro autore è in grado davvero di interpretarne il significato.

I dipinti fotografici di Daniele Toneatti a Milano

Un cambio completo di stile e di tematica si osserva nelle opere che rubano scatti fotografici altrui. Il gusto è un po’ retrò, e immortala ora un bacio appassionato (con tanto di cornice pittoricamente riprodotta attorno), ora un bagnante sovrappeso che passeggia nell’acqua, immerso fino alla vita. 
Riprendendo la pratica appropriativa delle immagini propria della Picture Generation – corrente artistica della seconda metà del XX Secolo – Toneatti riflette sulle tendenze e i linguaggi visivi diffusi dai media. Ma lo fa in modo tutto singolare: prende in prestito la fonte iconografica dalla cultura popolare, e la rielabora con un gusto romantico e pennellate dolci e soffuse. I suoi ritratti diventano così un tributo contemporaneo a pittori postimpressionisti o fauvisti. Certi tocchi di colore piatti paiono guardare a Matisse; le luci che scolpiscono le figure femminili sono forse un rimando ai tanti dipinti della moglie fatti da Pierre Bonnard. Innumerevoli, dunque, i pezzi di storia dell’arte – e vivere attuale – che compongono ciascuna opera. Una fedele rappresentazione di quella che è, oggi, la galleria di immagini che ci si ritrova a sfogliare tra internet, stampa e social media.

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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