A Torino omaggio all’Arte Povera in forma di frigorifero
Isabell Heimerdinger e Jonathan Monk, coppia nell’arte e nella vita, portano in mostra vasi di ceramica in ricordo delle loro vacanze romantiche, e un frigorifero in omaggio a Mario Mertz
La microgalleria Quartz, un solo piccolo ambiente davanti alla “fetta di polenta” torinese – l’originale e sottile edificio trapezoidale di Alessandro Antonelli – festeggia i primi dieci anni di attività con un dialogo tra Isabell Heimerdinger (Stoccarda, 1963) e Jonathan Monk (Leicester, 1969).
La mostra di Isabell Heimerdinger e Jonathan Monk a Torino
I due artisti, coppia anche nella vita, rendono omaggio alla loro esperienza romana di qualche anno fa, con un tavolo di legno che ha le forme della penisola italiana, su cui sono sistemati tanti vasetti in ceramica realizzati da Isabell Heimerdinger. L’artista, nota soprattutto per i suoi lavori cinematografici, dal 2016 sperimenta anche con la ceramica. Nell’opera esposta a Torino, i vasetti sono sistemati in corrispondenza delle città italiane a cui la coppia è più legata: Torino, Milano, Padova, Bologna, Roma, Napoli, Bari. Il profilo dello stivale è una citazione che Monk fa della serie di celebri Italie di Luciano Fabro. Già in passato, reinterpretando le opere di John Baldessari, Ed Ruscha, Sol LeWitt, tra gli altri, Monk – utilizzando la chiave dell’ironia e dell’umorismo – ha riflettuto spesso sul concetto di autenticità, paternità e valore nell’arte.
Il frigorifero di Monk nella mostra da Quartz a Torino
Il Frigorifero giocoso, ricoperto di 105 magneti – prevalentemente riproduzioni della Vespa, veicolo iconico delle Vacanze romane e della Dolce Vita – è un omaggio a un altro maestro torinese dell’Arte Povera. Il richiamo ironico è al freddo evocato dagli igloo di Mario Merz, il cui ritratto si scopre aprendo l’elettrodomestico. “Monk avrebbe voluto un frigorifero Zanussi, ma siamo riusciti a recuperare solo un Ocean” racconta la gallerista Francesca Referza, ricordando il lungo rapporto con l’artista inglese che ora vive e lavora a Berlino. Monk è stato infatti il protagonista della prima mostra di Quartz nel 2014, ed è poi stato presente più volte nello spazio torinese.
Completano l’esposizione il neon Le silence, anche in questo caso l’allusione a Merz, e un dittico di mosaici di Isabell Heimerdinger; entrambe opere mai esposte in Europa.
Dario Bragaglia
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