Il femminile immateriale. La mostra di Mariella Bettineschi a Milano
Una pratica multimediale e difficilmente incasellabile quella di Mariella Bettineschi che è in mostra alla Triennale di Milano. Sempre alla ricerca di interpretare l’universo femminile
La Triennale di Milano ospita All in One, l’esposizione dedicata a Mariella Bettineschi, figura tra le più interessanti della scena artistica italiana. La sua poetica ci viene raccontata attraverso quattro serie di lavori, che mettono in luce la sua capacità di mutare ed evolversi mantenendo sempre fede ad una narrativa del femminile intima e potente.
Chi è Mariella Bettineschi
Mariella Bettineschi nasce a Brescia nel 1948. Dopo la laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Bergamo si inserisce già dai primi Anni Ottanta nella scena artistica italiana, intessendo una narrativa personale, nella quale la donna è figura centrale, declinata nella sua dimensione interiore e intima. Il suo “pirotecnico saltare da una sperimentazione all’altra, dando importanza alle memorie personali e intime piuttosto che accordarsi alle roboanti narrazioni universalistiche” come lo definisce Paola Ugolini, curatrice della mostra, costruisce negli anni una carriera composita, allontanandola dai movimenti a lei coevi, come l’Arte Povera o la Transavanguardia.
La mostra di Mariella Bettineschi alla Triennale di Milano
L’esposizione propone quattro serie di lavori sviluppati a partire dagli Anni Ottanta. La prima, intitolata Morbidi e sviluppata agli inizi della sua carriera, presenta opere di organza e piume, dove le parole sono significati ricamati con filo dorato o segni lasciati da un pennello pregno di messaggi da manifestare. Con Piumario, le forme organiche dei fili dorati in nylon fissati da perline raccontano un’estetica dell’immateriale, in cui poter percepire il femminile senza la necessità di una sua corporeità, nella volontà consapevole, spiega Ugolini, “di distogliere l’attenzione dalla forma tangibile per riportarla all’interiore”. Nella serie Tesoro,l’artista lavora poi la carta sino a farla incatramare, imbrunire: il pigmento che cola a caldo sulla superficie trasforma i materiali portando alla luce significati ancestrali, archetipici.
L’era successiva è la più celebre e recente serie, da cui nacque la collaborazione con la maison Dior per l’allestimento della sfilata fall-winter 2022-2023, sotto la direzione creativa di Maria Grazia Chiuri. Bettineschi riproduce su lastre di plexiglass i capolavori della ritrattistica femminile del passato, da Raffaello a Tiziano, Leonardo o Veronese, in una loro rilettura critica ed evocativa: in bianco e nero, i dipinti sono divisi a metà, immersi nel bianco, mentre lo sguardo del soggetto è tagliato, sdoppiato. Un gesto netto e semplice, che riporta la donna ad essere attivamente protagonista del suo stesso quadro, a osservare e sfidare il pubblico ad una riconsiderazione di significati.
Gli occhi guardano al presente e all’era successiva, invitandoci tutti a cercare in noi nessi l’unità in un mondo duale, diviso.
Sophie Marie Piccoli
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