A Genova e Milano due mostre celebrano Mario Schifano
Una doppia occasione di scoperta di questo grandioso artista del Novecento. Noto tra le altre cose per i suoi Monocromi che caratterizzarono l’inizio e la fine della sua carriera
La galleria ABC-ARTE celebra Mario Schifano – uno degli artisti italiani del ‘900 più rinomati – con una doppia mostra in due città. Milano e Genova. Se la prima vuole essere un’introduzione all’autore, è con la seconda che si scopre il corpus principale delle sue opere. Un catalogo di Monocromi, diapositive e fotografie, per approfondire il suo lavoro declinato con mezzi differenti.
Chi era Mario Schifano
Nato a Homs, in Libia, nel 1934 e morto a Roma nel 1998, Mario Schifano si trasferì nella Capitale dopo la Seconda Guerra mondiale. Qui iniziò a lavorare, prima come commesso e poi presso il Museo etrusco di Villa Giulia.
Inizialmente influenzato dall’arte Informale, guadagnò però popolarità con i suoi dipinti monocromatici, arricchiti da lettere e collage. La svolta avvenne nel 1962 quando, durante un viaggio a New York, incontrò Andy Warhol, entrando così in contatto con la Pop Art. Dipinse i suoi primi Paesaggi anemici che presentò alla Biennale di Venezia nel 1964. Negli ultimi anni Schifano si concentrò sull’uso dei media; tipiche di questa fase le tele computerizzate.
Le mostre di Mario Schifano tra Milano e Genova
La mostra si compone nel suo complesso di 29 Monocromi e varie fotografie e diapositive dell’artista, collocate tra Genova e Milano. Alcuni elementi si ripetono in entrambe le sedi, come lo slideshow delle diapositive.
Le due esposizioni, seppur in dialogo, hanno funzione e durata diverse. Quella milanese è pensata per essere più introduttiva e terminerà a inizio aprile, lasciando il posto all’altra, che rimarrà fino a metà giugno. Tutto il progetto è stato realizzato grazie al supporto e al patrocinio dell’Archivio Mario Schifano – fondato nel 2003 dagli eredi, Monica De Bei Schifano e Marco Giuseppe Schifano – impegnato a conservare viva la memoria dell’artista.
Le opere di Mario Schifano in mostra tra Milano e Genova
La serie dei Monocromi su carta risale agli Anni ‘70 e, in particolare, è stata realizzata tra il ‘76 e il ‘79. Interfacciatosi già in precedenza con la poetica dell’artista, il curatore Alberto Salvadori commenta: “è la prima volta che mi concentro sulle opere degli anni ‘70. È stato importante per me andare avanti nella produzione di Schifano. Egli, come molti artisti del ‘900, come De Chirico, ad un certo punto della sua carriera reinterpreta se stesso, cita se stesso. Ritorna all’origine del suo lavoro”. Il monocromo è infatti un soggetto che Schifano affronta all’inizio della sua carriera, tra il ’60 e il ’62.
Per quanto concerne le fotografie, in mostra si trova una selezione della produzione dell’artista, databile tra il 1963 e il 1970, anno del viaggio in America con Nancy Ruspoli. Pur non essendo Schifano un fotografo tout court, come commenta Salvadori, “la qualità dei suoi scatti potrebbe essere ascrivibile a un fotografo perché per lui la fotografia è concettualmente importante. Il concetto dello schermo, del quadrato e del rettangolo, diventano la proiezione dello spazio mentale nel quale opera”.
Citando Maurizio Fagiolo dell’Arco, si può dire che “l’arma di Schifano è il regard, un occhio obiettivo, una camera fotografica mentale. Non vede una cosa, ma la vede inquadrata, la vede angolata; considera cioè il mondo della vita dietro uno schermo, che è oggettivo ma finisce per dare un’impronta astratta agli ultimi frammenti mondani“.
Giulia Bianco
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