Il padiglione Vaticano alla Biennale di Venezia sarà alla Giudecca e sarà pieno di artisti celebri. Incluso Cattelan
Per la mostra 'Con i miei occhi', che celebra anche la prima visita di un pontefice alla manifestazione artistica, sono stati coinvolti artisti e collettivi di primo piano. Che occuperanno tutto il carcere femminile della Giudecca
Sarebbe stato difficile da immaginare in quel lontano 2001, quando Maurizio Cattelan presentò alla Biennale Arte un modello in resina a grandezza naturale di Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite, che lo stesso artista sarebbe stato invitato a rappresentare il Padiglione del Vaticano a Venezia ventitré anni dopo. Insieme a lui, ha annunciato il cardinale José Tolentino de Mendonça, che dirige il Dicastero della Santa Sede per la Cultura, saranno ospitati al Padiglione della Santa Sede alla Biennale Arte 2024 artisti e collettivi di primo piano: Corita Kent, Sonia Gomes, Claire Fontaine, Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Tabouret, Marco Perego & Zoe Saldana.
La collettiva della Santa Sede nel carcere femminile della Giudecca
Curata dalla direttrice del Centre Pompidou-Metz Chiara Parisi e dall’ex presidente della Biblioteca nazionale francese Bruno Racine, la mostra collettiva Con i miei occhi si concentra sul tema dei diritti umani e sulla figura degli ultimi, perno del pontificato di Papa Francesco, che – in un primato di non poco conto – visiterà la stessa Biennale. È nell’ottica di puntare i riflettori sugli ultimi che il Vaticano ha deciso di allestire tutto il percorso espositivo all’interno della Casa di detenzione femminile della Giudecca. Un’altra novità per questa Biennale, che vedrà il coinvolgimento di alcune delle 80 persone qui recluse nelle stesse opere: da una parte queste guideranno i visitatori attraverso la mostra, contribuendo con poesie e fotografie alle installazioni artistiche, e dall’altra reciteranno in un cortometraggio di dodici minuti diretto da Saldana e Perego.
Il Padiglione del Vaticano alla Biennale di Venezia
Non è “certo un caso che il titolo del Padiglione della Santa Sede voglia focalizzarci sulla drammaticità delle rappresentazioni dello sguardo”, spiega Tolentino de Mendonça, “ma non uno sguardo metaforico, distaccato dalla realtà, comodamente protetto da quell’anonimo voyeurismo che la contemporaneità ha globalizzato. Il titolo ‘Con i miei occhi’ contiene in sé qualcosa di distruttivo e profetico, propone un passo in una direzione culturale diversa, interpellando questo nostro tempo in cui la visione umana è sempre più differita e meno diretta, catturata dall’artificio degli schermi e dall’esplosione dei dispositivi digitali. Sapremo ancora cos’è ‘vedere con i nostri occhi’?”
Guardando nello specifico alle opere, stando alle anticipazioni Cattelan porterà all’esterno della facciata della Cappella un’opera dal forte impatto emotivo, oltre a contribuire al numero per la Biennale del periodico L’Osservatore di Strada dell’Osservatore Romano in collaborazione con le detenute. Nel cortile centrale il duo di Claire Fontaine presenterà il neon We are with you in the night, in dialogo con l’installazione White Sight alla fine del corridoio d’ingresso; il ballerino e coreografo Dembélé porterà una coreografia energica e vibrante, creata appositamente per le detenute; Fattal porterà delle tele ricavate da placche laviche smaltate, con versi e narrazioni delle donne della Casa di detenzione; Tabouret realizzerà dei ritratti di queste donne e dei loro cari più piccoli, che comporranno una quadreria nella sala adiacente alla Cappella; Gomes presenterà l’installazione di sculture sospese Sinfonia, in bilico tra le balconate e i confessionali della Cappella; Kent, attivista oltre che artista, invaderà l’area caffetteria con le proprie opere pop, mentre la coppia di regista e attrice Perego-Saldana farà immergere gli spettatori in un film (visibile nella sala riunioni) che faccia parlare direttamente le persone qui recluse.
Giulia Giaume
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