Il progetto d’arte sulle lettere (mai inviate) degli ospedali psichiatrici
L'iniziativa partecipata di Mariangela Capossela lancia una call a tutta l'Italia: chi vorrà potrà ricevere una copia (fatta a mano da studenti e volontari) delle missive mai mandate. E rispondere
Sono in molti ad aver visto le dure, ma poetiche, fotografie che Mario Giacomelli ha realizzato negli ospedali psichiatrici italiani prima che la Legge Basaglia del ’78 li facesse chiudere, in una rivoluzione che ad oggi non può ancora dirsi completa. Sono probabilmente meno le persone che sanno che, dalla fine dell’Ottocento a cinquant’anni fa, a questi pazienti non era permesso comunicare con il mondo esterno. Non con la famiglia, non con i consorti, non con gli amici, e nemmeno con le istituzioni religiose o secolari: le lettere venivano quotidianamente censurate e archiviate come parte della documentazione clinica. È qui che entra in gioco Ci. Corrispondenze immaginarie, il progetto d’arte pubblica partecipata dell’artista Mariangela Capossela.
Ci. Corrispondenze immaginarie, il progetto d’arte di Mariangela Capossela
Ideato dall’artista nel 2022, Ci. Corrispondenze immaginarie nasce con l’obiettivo di riflettere sul tema della cura mentale e sulle pratiche di inclusione e reclusione passate e presenti. Con la curatela di Giulia Crisci e Francesca Comisso, l’iniziativa tocca ora Trieste e Gorizia, dove dall’11 marzo 2024 – in occasione del centenario di Franco Basaglia, lo psichiatra che denunciò i suddetti centri – le lettere dei pazienti locali saranno al centro di una call rivolta all’Italia intera: chi vorrà potrà riceverle, e persino rispondere. In una grande riattivazione della memoria collettiva.
Nel dettaglio, il progetto realizzato da Teatro degli Sterpi APS – con Hangar Teatri, Accademia della Follia, Coop La Collina e il patrocinio del Comune di Gorizia (in collaborazione con l’Area dipartimentale Salute Mentale di ASUGI) – nasce a seguito di un accurato lavoro di ricerca d’archivio. Primo obiettivo dell’iniziativa è quello di coinvolgere scuole e cittadini nell’organizzazione di Scrittoi Pubblici: qui le lettere verranno trascritte a mano, numerate e timbrate con un segno ideato ad hoc dall’artista. Contestualmente, una call pubblica sarà diramata in tutto il Paese (aperta dall’11 marzo fino all’11 giugno) per raccogliere le adesioni di coloro che desiderano ricevere una missiva e rimandare al mittente la propria risposta. “L’atto di trascrivere i pensieri di un’altra persona crea un inevitabile processo di identificazione. Allo stesso modo, rispondere a una lettera che non era stata destinata a se stessi produce uno spostamento delle traiettorie personali, una sorta di decentramento prodotto dal flusso di un pensiero emozionale, capace di tessere oggi un nuovo discorso di cura e sulla cura mentale”, spiega l’artista.
La partecipazione scolastica e cittadina al progetto Ci. Corrispondenze immaginarie
In vista dell’attivazione su scala nazionale, il progetto ha preso avvio a Trieste e Gorizia qualche mese fa, a gennaio, con l’apertura di un percorso dedicato a studentesse e studenti delle scuole superiori. Gli alunni degli I.S.I.S. Giosuè Carducci, Dante Alighieri e Da Vinci – Carli – De Sandrinelli (a Trieste) e dell’I.S.I.S. Brignoli (a Gorizia) sono stati infatti coinvolti in un processo di immersione negli ex ospedali psichiatrici delle due città – che furono determinanti per il lavoro di sensibilizzazione alla salute mentale promosso da Basaglia – in un percorso di formazione che continuerà per tutto l’anno scolastico. Accompagnati da volontari e associazioni aderenti, gli studenti saranno quindi coinvolti nel processo di trascrizione delle lettere, partecipando agli Scrittoi Pubblici che prenderanno vita dal prossimo maggio. E il progetto è destinato a proseguire, perché una volta ricevute le risposte, queste ultime saranno raccolte e riunite alle copie delle lettere originali, andando a comporre un nuovo progetto espositivo di Capossela, previsto per il 2025.
Giulia Giaume
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