Osservatorio residenze. La storia di Marea Art Project
Un nuovo percorso su Artribune per mappare le residenze d’artista in tutta Italia. Si parte da Praiano e Positano con Marea Art Project, in provincia di Salerno
Marea Art Project è un programma di residenze nato nel 2021 da un’idea di Imma Tralli e Roberto Pontecorvo. La consulenza scientifica è affidata a Stefano Collicelli Cagol, direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, e si arricchisce della collaborazione di Carol LeWitt, storica dell’arte, collezionista, mecenate e moglie dell’artista Sol LeWitt. Con l’obiettivo di ri-abitare un territorio principalmente fruito nel periodo estivo da un turismo di massa, che ne snatura i connotati e lo piega al consumo, Marea Art Project promuove una conoscenza alternativa della costiera amalfitana nei mesi in cui è “abbandonata” (da novembre a marzo) ospitando nelle nove strutture messe a disposizione tra Praiano e Positano, artisti, ricercatori, curatori, poeti, e musicisti. Dagli sviluppi del progetto alle problematiche legate alla necessità di un riconoscimento istituzionale delle residenze d’artista, Artribune ha intervistato Imma Tralli e Roberto Pontecorvo.
Come si svolgono i momenti in residenza?
Il processo alla base delle residenze di Marea prevede diverse fasi: si parte sempre da un primo incontro e confronto con l’artista, molto importante per noi perché ci permette di individuare i bisogni alla base della ricerca connessa al territorio, e di preparare il lavoro da svolgere una volta in loco. Questo processo è accompagnato dalla creazione di un documento condiviso dove iniziamo a scambiarci idee che possano arricchire la ricerca. Una volta in costiera e trovato il ritmo con la nuova dimensione spaziale e temporale di Praiano o Positano, l’artista ci trasmette l’evoluzione della sua ricerca. A partire da questo momento, pianifichiamo visite o incontri con personalità o con maestranze del territorio e della regione che possano essere di supporto al progetto. Nel mentre organizziamo incontri, presentazioni o proiezioni di film e documentari connessi alla storia del luogo e che siano in risonanza con la ricerca dell’artista. A fine residenza, inoltre, prevediamo una restituzione alla collettività in cui l’artista condivide i risultati del lavoro svolto durante il periodo di permanenza.
Quali sono gli strumenti messi a disposizione dell’artista?
Rispetto agli strumenti messi a disposizione, l’artista in residenza può contare sul nostro lavoro di supporto dal punto di vista della mediazione culturale sul territorio, facilitando l’incontro tra artisti anche stranieri con la comunità e i luoghi; la condivisione del nostro archivio bibliografico, video e fotografico; su spazi di lavoro luminosi e dotati dell’attrezzatura necessaria che varia in base alle esigenze dell’artista; sul nostro lavoro di documentazione del processo di residenza e di comunicazione sui diversi canali. Inoltre, l’artista in residenza può vivere e approfondire la ricerca in antiche dimore nei paesi di Praiano o Positano, lasciandosi ispirare dalle atmosfere sempre mutevoli del mare e della costiera e dell’Isola De Li Galli, di Punta Campanella e dei Faraglioni di Capri. In più, partecipare alle residenze di Marea Art Project significa anche entrare in contatto con una rete nazionale e internazionale, grazie alla collaborazione con The LeWitt Collection.
Come si sostiene Marea Art Project?
Relativamente alla sostenibilità economica, stiamo lavorando per affiancare all’attività no-profit, un programma a pagamento chiamato MAP rivolto sia ad artisti e professionisti delle arti che intendono lavorare a un progetto personale in costiera amalfitana con il nostro supporto, sia a gallerie d’arte, case discografiche, case editrici e collezionisti che abbiano interesse a investire sul lavoro di un artista. Attraverso le entrate di questo programma, sarà possibile continuare a sostenere economicamente le attività dell’associazione, la ricerca sul territorio attraverso il coinvolgimento di esperti e ricercatori, il lavoro degli artisti che invitiamo in residenza, e a garantire la gratuità delle attività rivolte alla comunità locale e al pubblico che partecipa ai nostri eventi.
Una riflessione sul ruolo delle residenze in Italia oggi: che posizione occupano nella carriera di un’artista? Ci sono spazi di miglioramento? Se sì, quali?
La residenza artistica ha una valenza centrale nella carriera di un artista poiché rappresenta uno spazio di astrazione in cui sperimentare nuove forme di esistenza nella specificità di luoghi molto spesso marginali, prendendosi cura della complessità che li anima. Diventa l’interstizio in cui parlare di legami, di costellazioni, di cosmologia, di politica affettiva. D’altra parte, le residenze sono sostanza nutritiva anche per i territori poiché rappresentano quell’humus capace di suscitare una reazione rigenerativa nelle comunità, mettendo in pratica un altro modo di vedere, vivere, respirare insieme. Ma a questa vitalità, purtroppo, non corrisponde in Italia un riconoscimento della residenza artistica da un punto di vista istituzionale, come organismo culturale di riferimento. Nell’ultimo anno abbiamo trascorso periodi tra Parigi, Bruxelles e New York per conoscere ed entrare in contatto con musei, centri d’arte contemporanea, etichette discografiche e centri di produzione musicale, ma anche con realtà come la nostra. Ci siamo resi conto di quanti sforzi debbano fare gli artisti e chi gestisce questi spazi in Italia rispetto a contesti nemmeno troppo lontani da noi. In Francia, ad esempio, la residenza artistica è un’istituzione riconosciuta e supportata dallo stato, basti pensare a luoghi come Poush o alla Cité internationale des arts a Parigi che può ospitare fino a trecento artisti ogni mese, garantendo a ciascuno borse di studio e spazi di lavoro. La differenza della situazione italiana rende sia problematico il supporto alla creazione artistica contemporanea che l’accesso e la diffusione dell’arte e della cultura in luoghi più periferici. Tra le possibilità di miglioramento, nel 2021 è nata STARE – Associazione delle Residenze Artistiche italiane di cui anche Marea è parte. Uno degli obiettivi di questa rete è l’interlocuzione con enti territoriali e con il Ministero della Cultura per il riconoscimento delle residenze d’artista come istituzione culturale di riferimento. Qualcosa inizia a muoversi sotto la superficie del mare.
Progetti futuri, scenari, prospettive di Marea Art Project
Tra gli scenari che si prospettano lungo l’orizzonte di Marea, a febbraio, in collaborazione con il duo Lemonot, che combina pratiche spaziali e relazionali, ospiteremo una classe di architetti della Royal College of Art di Londra. Lavoreremo sul concetto di convivialism inteso come strumento architettonico utile a costruire nuovi quadri inclusivi, creando progetti in cui voci diverse si aprono alla condivisione di conoscenze attive perseguendo desideri e aspirazioni, attraverso scambi spontanei ma progettati. Inoltre, ospiteremo la fotografa Francesca Todde, co-fondatrice di Départ Pour L’Image, casa editrice e laboratorio di sperimentazione editoriale che si concentra sulla relazione tra fotografia e arte contemporanea. Dal 2017, Todde sta sviluppando un progetto intorno all’immaginario di Goliarda Sapienza, autrice del mirabile romanzo L’Arte della Gioia, che ha frequentato a lungo la costiera amalfitana tra gli anni Cinquanta e Settanta, come testimonia il romanzo Appuntamento a Positano. Ripercorreremo le tracce di Sapienza in costiera, visitando i luoghi vissuti e narrati dall’autrice, anche grazie al dialogo che Todde ha instaurato con Angelo Pellegrino, vedovo ed erede della scrittrice. La ricerca di Todde si colloca in un progetto più ampio che sta prendendo forma nel grembo di Marea, volto a far riemergere l’esperienza di intellettuali e artisti che sono stati ispirati da questo luogo nel corso del XX secolo, creando al contempo connessioni con la scena artistica femminista e queer indipendente contemporanea.
Caterina Angelucci
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