Gli universi materici di Georges Noël in mostra a Taranto
Venti opere del pittore francese, tra le quali spiccano i palimpseste, costituiscono il nucleo della retrospettiva organizzata nello spazio museale del Crac Puglia
Costellazioni materiche, sovrastate da graffiti arcaici e tribali – espressione della “scrittura automatica” che si fa segno – evocano dimensioni magiche, misteriose, universali. Sono i paesaggi spirituali creati da Georges Noël (Bèziers, 1924 – Parigi, 2010). Il Crac, Centro di Ricerca Arte Contemporanea della Fondazione Rocco Spani Onlus e spazio museale di Taranto, dedica all’artista francese, per il centenario della sua nascita, la retrospettiva Georges Noël, opere 1961 – 2000. La mostra, progettata da Giulio De Mitri, artista e presidente del Crac Puglia, è a cura di Roberto Peccolo, storico gallerista di Livorno, ed è stata organizzata in collaborazione con il Mysterium Festival – Fede, Arte, Storia, Tradizioni e Cultura, giunto alla X edizione.
La mostra di Georges Noël a Taranto
Venti opere in mostra, tra dipinti su carta e su tela, ripercorrono la poetica di Noël, avviata da un approccio alla pittura di tipo informale, gestuale e materico. In particolare, il focus della retrospettiva è sulle serie Palinsesti ePaesaggi notturni. Particolarmente significativo per l’autore risulta, infatti, il termine palimpseste, che in letteratura indica la “correzione su una correzione”.
Le opere di Georges Noël a Taranto
Nelle opere di questa serie, Noël crea stratificazioni di memoria collettiva. E lo fa attraverso la materia, il segno arcaico e la loro successiva sovrapposizione e cancellazione, come si evince dai dipinti Palimpseste Azur, Petit palimpseste fou, Palimpseste Vague, tutti del 1961. Come ha infatti spiegato Margit Rowell, seconda moglie dell’artista francese: “Noël è cresciuto vicino ai Pirenei, a contatto con la natura. Per questo il mondo naturale assume un ruolo essenziale nella sua poetica, così come i segni arcaici, greci,precolombiani, africani, considerati segni universali che ci portiamo dentro a livello antropologico”.
I Paesaggi notturni, poi, sono magnetiche costellazioni declinate nelle tonalità del blu e dell’azzurro, orizzonti di mondi metafisici inesplorati, tra i quali spiccano Stars and Stripes e Astéroïdes, entrambi del 2000.
Cecilia Pavone
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati