Apre a Milano la HATCH Gallery di Parigi, format senza sede (per ora) per artisti emergenti
Una mostra di pochi giorni durante la Milano Art Week segna la prima esposizione fisica della galleria HATCH in Italia, piattaforma parigina per l’arte emergente. In vista di uno spazio permanente nel Marais
C’è una nuova apertura a Milano in occasione dell’Art Week. Si tratta di HATCH Gallery, progetto senza sede che nasce a Parigi nel 2022 dall’entusiasmo di Margot de Rochebouet e Giovanna Traversa, che hanno messo insieme le rispettive esperienze nel marketing e nella consulenza d’arte per fondare una piattaforma nomade dedicata ad artisti emergenti internazionali che lavorano con diversi media. Ora, la galleria si presenta per la prima volta in Italia con una mostra lampo di pochi giorni nei locali di via Maroncelli 12, nel cuore del distretto milanese ricco di spazi di arte, design, fashion: s’intitola Myth Makers e festeggerà il suo finissage mercoledì 10 aprile (16h – 22h) in concomitanza con gli eventi in galleria per la Milano Art Week.
Il format nomade di HATCH Gallery
“Si tratta di un’esposizione temporanea, per presentarci al mercato italiano e valutare prospettive future”, spiega ad Artribune la co-titolare della galleria Giovanna Traversa. “Abbiamo scelto questo periodo per presentare meglio i nostri artisti. Questa mostra segna la prima esposizione fisica della galleria HATCH in Italia e segue il suo impegno a esplorare formati espositivi distinti e significativi per gli attuali paradigmi del settore emergente”. Uno stile in linea con il format della galleria che ha nel nome (Hatch, sinonimo di incubatore) la visione che la guida: connettere dilettanti e appassionati, esperti e professionisti del mercato intorno a eventi nomadi di artisti emergenti, per favorire scambi, incontri e collaborazioni con altre organizzazioni culturali in Europa e all’estero.
La prima esposizione fisica della galleria HATCH in Italia
Ora, questo format approda in Italia con la mostra Myth Makers che presenta opere degli artisti internazionali Maria Appleton, Marie Hazard, Anna Perach, Antonio Pichillá Quiacaín, Samuel Sarmiento e Theresa Weber. L’esposizione è un invito a celebrare l’unicità delle diverse identità che intrecciano significati intorno all’idea di mito culturale, con la curatela di Barbara Newman, curatrice e collezionista che lavora tra Parigi e New York, e sostenitrice di artisti internazionali emergenti. Il suo lavoro si concentra sulla ricerca, con l’obiettivo di favorire collaborazioni tra artisti internazionali e gallerie.
La futura sede permanente a Parigi e la ricerca di stabilità a Milano
Una pratica in comune con il duo di galleriste che si pone l’obiettivo di valorizzare artisti “spesso trascurati da un mercato dell’arte emergente oggigiorno relativamente saturo“. Per farlo con maggiore determinazione apriranno a settembre uno spazio permanente nel cuore del quartiere creativo del Marais a Parigi, “per promuovere la prossima generazione di curatori, collettivi, galleristi e artisti, fornendo loro uno spazio per la ricerca, la sperimentazione e lo sviluppo”. E con un occhio anche su Milano: “ci piace molto la zona creativa e piena di gallerie interessanti, stiamo cercando di trovare degli accordi per confermare la nostra presenza e anche per un progetto più ampio anche con altre gallerie, per portare altre realtà nuove e straniere in questa città estremamente dinamica”.
Claudia Giraud
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