Chi era Juan Gris, il pittore cubista dimenticato
A cent'anni dalla lezione magistrale che cambiò il corso del Cubismo in Europa, ripercorriamo la carriera e l'evoluzione del pittore madrileno
È crudelmente ironico che un pittore venga ricordato principalmente per aver realizzato il ritratto di un ben più noto pittore. Questo è il caso dell’artista madrileno José Victoriano González-Pérez, meglio noto con lo pseudonimo di Juan Gris, che nel 1912 realizzò un famoso dipinto di Pablo Picasso, che come lui era spagnolo e protagonista del Cubismo. A differenza di Picasso, sono però in molti ad aver dimenticato il contributo dato da Gris al movimento, e in particolare alle sue correnti Analitica e Sintetica. L’artista, che vide le proprie opere esposte nelle migliori gallerie europee del tempo, articolò la maggior parte delle proprie teorie estetiche tra gli Anni Dieci e Venti del secolo scorso vedendo la propria ricerca culminare esattamente cento anni fa, il 15 aprile del 1924, giorno in cui tenne la lectio magistralis Des possibilités de la peinture all’Università della Sorbona che normò la sua visione del Cubismo. Una visione decisamente meno celebrata di quella dei colleghi Picasso e Braque ma non meno interessante.
Chi era Juan Gris, il cubista “dimenticato”
Studente di Disegno Industriale alla Scuola delle Arti e delle Scienze di Madrid e illustratore per alcuni periodici, Gris studiò pittura con la guida dell’artista e accademico José Moreno Carbonero. Al volgere del secolo, una volta adottato il nuovo nome, si trasferì a Parigi, dove sposò Lucie Belin ed ebbe il suo primo e unico figlio. Qui si mise al lavoro come fumettista satirico, e conobbe poeti come Guillaume Apollinaire e artisti come Pablo Picasso, Henri Matisse, Georges Braque, Fernand Léger e Amedeo Modigliani (che a sua volta gli fece un famoso ritratto).
Gris iniziò a dipingere seriamente nel 1911, sviluppando uno stile cubista personale che risentiva di un forte interesse per la matematica, e l’anno dopo espose per la prima volta al Salon des Indépendants. Nel 1912 (anno in cui incontrò anche Josette, la sua seconda compagna), Gris realizzò appunto il Ritratto di Picasso, considerato una delle prime significative opere cubiste, e comparì tra gli artisti dell’Exposició d’art cubista alle Galeries Dalmau, a Barcellona, in quella che è considerata la prima collettiva cubista al mondo. Con opere in mostra a Berlino, Parigi e Rouen, Gris passò gradualmente da un Cubismo Analitico a uno Sintetico, il cui stile andava ad affiancare o sovrapporre parti diverse di una stessa rappresentazione attraverso il collage e il papier collé. A differenza di colleghi coevi, Gris aveva uno stile decisamente razionale e dipingeva con colori luminosi in combinazioni audaci, integrando nel cubismo la maniera cromatica di Matisse: è di questo periodo l’opera dell’artista di maggiore valore, Nature morte à la nappe à carreaux, venduta all’asta per 57,1 milioni di dollari.
Gris – la cui chiarezza influenzò lo stile purista di Le Corbusier e lo rese un punto di riferimento per il Ritorno all’ordine del primo dopoguerra – si impegnò per tutta la vita in un continuo studio teorico, realizzando in parallelo anche scenografie e costumi per i Balletti russi dall’inizio degli Anni Venti. La sua crescente fama e la sua ricerca si interruppero tuttavia bruscamente nel 1927, anno in cui morì di insufficienza renale a Boulogne-sur-Seine a quarant’anni.
Giulia Giaume
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