I vincitori dei Leoni d’Oro alla Biennale Arte di Venezia 2024

Mataaho Collective e il Padiglione Australia (rappresentato da Archie Moore) sono i vincitori dei Leoni d’Oro della 60esima Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. Ecco tutti i premi e le menzioni speciali

In chiusura della settimana di preview della Biennale Arte di Venezia 2024, e in concomitanza con l’apertura ufficiale delle sue porte al pubblico, Ca’ Giustinian ospita la cerimonia di inaugurazione e di premiazione. A novembre 2023 erano stati annunciati i Leoni d’Oro alla carriera assegnati ad Anna Maria Maiolino e Nil Yalter (che dedica il suo premio “alla pace nel mondo”); ora è il momento dei Leoni d’Oro, d’Argento e delle menzioni speciali, assegnati dalla giuria internazionale – Julia Bryan-Wilson (presidente), curatrice americana e professoressa alla Columbia University; Alia Swastika, curatrice e scrittrice indonesiana; Chika Okeke-Agulu, curatore e critico d’arte nigeriano; Elena Crippa, curatrice italiana; María Inés Rodríguez, curatrice franco-colombiana – agli artisti e al padiglione ritenuti più meritevoli. La cerimonia, con la presenza del presidente Pietrangelo Buttafuoco, del curatore Adriano Pedrosa, del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, dà il via alla 60esima Biennale Arte di Venezia, che sarà visitabile ai Giardini, all’Arsenale e in tutti gli spazi collaterali fino al 24 novembre 2024.

Il Leone d’Oro a Mataaho Collective

La grande installazione ambientale del collettivo femminile māori Mataaho Collective è posta in apertura della Mostra Internazionale Stranieri Ovunque all’Arsenale. Nell’opera Takapau, il Mataaho Collective ha intrecciato fasce in poliestere tese attraverso tiranti disposti lungo le pareti, richiamando le stuoie tradizionali (chiamate appunto takapau) e utilizzate soprattutto durante il parto. Un ruolo importante lo gioca la luce che, filtrando attraverso la trama e l’ordito delle fasce, crea sul pavimento una stuoia fatta di ombre.

Padiglione Australia, Biennale Arte 2024. Photo Irene Fanizza
Padiglione Australia, Biennale Arte 2024. Photo Irene Fanizza

Il Leone d’Oro al Padiglione Australia

È il progetto kith and kin dell’artista aborigeno Archie Moore (Toowoomba, 1970) a far vincere all’Australia il Leone d’Oro per la Miglior Partecipazione Nazionale. Una grande installazione, composta da documenti che attestano le tragedie subite dai popoli delle Prime Nazioni australiane in seguito alle leggi coloniali, è accompagnata da un imponente intervento parietale: Moore ha infatti tracciato le sue parentele kamilaroi e bigambul sulle pareti nere del padiglione. Un albero genealogico di circa 65mila anni che, unito all’installazione centrale, intreccia storia familiare e oppressioni sistemiche.

Il Leone d’Argento a Karimah Ashadu

Nata a Londra nel 1985 ma cresciuta in Nigeria, Karimah Ashadu è presente alla Biennale Arte di Venezia con la sua opera Machine Boys, un video che ritrae i mototaxi di Lagos (noti come okada) divenuti illegali nel 2022 per l’elevato numero di incidenti. Il video si sofferma sulle conseguenze di questo divieto sui guidatori di okada, ma anche sui loro usi e costumi che incarnano una particolare ed esasperata mascolinità, la cui apparente solidità e manifesta sicurezza si legano a una situazione lavorativa precaria e vulnerabile.

Le Menzioni Speciali della Giuria

Samia Halaby (Gerusalemme, 1936) dedica il suo riconoscimento ai cittadini di Gaza e a tutti i popoli indigeni che oggi sono privi del riconoscimento di uno Stato. Il suo dipinto modernista Black is beautiful, esposto nella sezione Astrazioni all’interno del Nucleo Storico al Padiglione Centrale dei Giardini, sottolinea l’importanza della solidarietà globale.
Seconda menzione speciale a La Chola Poblete (Mendoza, 1989), che si dichiara fiera di essere la “prima artista trans e non bianca dell’argentina a partecipare alla Biennale di Venezia”. E aggiunge: “Il mio sogno è che un giorno le etichette scompaiano, che saremo una forma e nulla di più”. Nei suoi acquerelli esposti alle Corderie dell’Arsenale, La Chola Poblete esplora un’identità fluida, che sfuma i confini tra uomo e donna, tra Nord e Sud del mondo, tra figure religiose europee e sudamericane.
La terza menzione speciale va al Padiglione della Repubblica del Kosovo, con il grande progetto The Echoing Silences of Metal and Skin dell’artista Doruntina Kastrati al Museo Storico Navale di Venezia, nel sestiere di Castello. La mostra affronta il tema dell’occupazione femminile e della disuguaglianza di genere sul lavoro, attraverso quattro sculture indipendenti attivate da suoni che insieme creano un particolare e simbolico ritmo all’interno dello spazio espositivo.

Alberto Villa

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Alberto Villa

Alberto Villa

Nato in provincia di Milano sul finire del 2000, si occupa di critica e curatela d'arte contemporanea. Si laurea in Economia e Management per l'Arte all'Università Bocconi con una tesi sulle produzioni in vetro di Josef Albers e attualmente frequenta…

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