Il Muro dei poeti di Massimo Arduini a Roma
Una collezione di 52 ritratti di poeti più o meno famosi, tutti fatti a matita o carboncino. È l’olimpo personale dell’artista, che lo rende anche il suo autoritratto letterario
Cinquantadue ritratti di poeti del Novecento occupano un’intera parete della Galleria Blocco 13. Tutti realizzati da Massimo Arduini (Roma, 1964), artista, esperto in grafica e web design, professore di editoria artistica all’Accademia di Belle Arti di Roma nonché uno dei fondatori dello spazio. Poeti sul Muro – questo il titolo dell’installazione site specific, pensata appositamente per l’ambiente della galleria.
I ritratti a matita di Massimo Arduini a Roma
L’opera era stata inizialmente concepita in maniera completamente diversa, come un progetto installativo, basato sulla proiezione live di immagini realizzate con graphic tecnology, in linea con la produzione coeva dell’artista. Poi, anche spronato dai due curatori: Rossana Russo e Carlo Alberto Bucci, l’artista ha deciso di mettersi alla prova tornando a prendere, dopo tanti anni, la matita in mano. Così nell’arco di un anno e mezzo, servendosi solo di grafite, sotto forma di semplice matita o carboncino, ha realizzato, con tratto veloce ma visibilmente sicuro ed esperto tutti i ritratti. Dimostrando così come la linea sia una caratteristica prettamente umana, e come la mano per il disegno diventi un tratto distintivo che non si perde mai.
Oltre all’installazione, la mostra si compone delle opere nel cortile da lui definite “En plan Air”, realizzate in grafica web, e del libro d’artista Ombra.
Il significato di “Poeti sul Muro” di Massimo Arduini a Roma
I disegni che popolano la parete di Blocco 13 non sono opere singole, ma rigorosamente un’unica installazione che trova la sua ragion d’essere proprio nell’insieme. Per quanto i ritratti siano di poeti famosi e conosciuti – secondo una selezione circoscritta a quelli più recenti, vissuti nel secolo scorso – Arduini, appassionato di poesia, che si autodefinisce “Poetastro”, non era interessato a realizzare una galleria di grandi poeti per render loro un semplice omaggio. Né, tantomeno, voleva metterli “sul banco degli imputati”, per usare la sua definizione. Piuttosto, attraverso quest’opera, ha voluto compiere un viaggio all’interno di se stesso, disegnando i volti dei poeti che lo hanno accompagnato nel suo percorso di crescita. In quest’ottica, l’installazione– terminata dopo una lunga incubazione – si può leggere come un vero e proprio autoritratto dell’artista che, grazie alle opere di questi poeti, ha sviluppato la sua identità.
L’invito alla poesia di Massimo Arduini a Roma
Poeti sul muro deriva da un profondo lavoro di ricerca e di auto analisi, nella misura in cui Arduini ha voluto rappresentare gli autori che hanno rivestito un ruolo nella sua vita portandolo ad essere la persona che è oggi. Per questo, sebbene ogni disegno parta da una fotografia ritrovata, non si tratta mai solo di un freddo ritratto, ma di un’immagine che restituisce sempre, in modo affettivo l’indole del personaggio. Come se Arduini avesse instaurato con questi autori, attraverso cui si autodefinisce, un rapporto intimo e personale basato su una sensibilità condivisa. Per le stesse ragioni, a chi domanda se l’opera possa considerarsi in fieri, Arduini spiega che è finita e completa così. Ecco che, allora, la poesia, arte totale che permea di sé tutte le altre, diventa anche uno strumento di comunicazione, che permette alle persone di entrare in contatto e conoscersi silenziosamente. Poeti sul Muro è un invito alla lettura, alla poesia, intese come ponte verso gli altri, oltre che come una lente per conoscere meglio se stessi.
Ludovica Palmieri
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