Arte e artigianato per emancipare le donne indiane. La mostra a Venezia durante la Biennale
Tra gli Eventi Collaterali della Biennale Arte, la mostra promossa dalla Chanakya Foundation presenta le creazioni ricamate di trecento artigiane indiane (a partire dalle opere di due artisti contemporanei)
Favorire l’emancipazione delle donne indiane attraverso la formazione artistica e artigianale. Questa la missione del progetto Cosmic Garden, una mostra nata dalla collaborazione tra gli artisti indiani Madhvi Parekh e Manu Parekh, e Karishma Swali, direttrice creativa e fondatrice della non-profit Chanakya School of Craft di Mumbai che verrà presentata a Venezia durante la 60. Biennale Arte. Promossa dalla Chanakya Foundation, l’esposizione correrà parallela alla kermesse, e occuperà il Salone Verde – Art & Social Club dal 20 aprile al 24 novembre con una selezione di opere multimediali che rovesciano il concetto di “arte tradizionale”.
Cosmic Garden, la mostra a Venezia
La mostra prenderà le mosse da una selezione di dipinti e sculture dei due artisti indiani, che hanno fatto delle divinità femminili e della storia indiana degli arazzi le proprie tematiche di riferimento. Queste opere saranno quindi “trasformate” da Swali e dalle 320 artigiane specializzate della School of Craft (gemmata dalla Fondazione nel 2016) in una serie di nuove creazioni tramite speciali tecniche di ricamo su forme e stili pittorici contemporanei. Curata da Maria Alicata e Paola Ugolini, la preziosa selezione di opere non solo è la prima presentazione in Italia del lavoro di questi artisti e di queste artigiane, ma è anche l’occasione per onorare le antiche tradizioni artigianali indiane tramite la reinterpretazione in chiave contemporanea di tecniche di ricamo tramandate da generazioni.
La Chanakya School of Craft di Mumbai alla ribalta
Non è un debutto, quello veneziano, per le artigiane della Chanakya: le loro creazioni hanno fatto il giro del mondo grazie a collaborazioni con grandi donne della moda e dell’arte contemporanea come Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa della Women’s Collection di Dior, Judy Chicago, Olesia Trofymenko, Mickalene Thomas, e Marta Roberti. Con questa mostra Swali e la Chanakya vogliono tuttavia alzare la posta, presentando al pubblico internazionale dell’arte contemporanea la doppia forma di emancipazione che stanno attuando: se da un lato questa è prettamente artistica – visto che mette in discussione le secolari gerarchie tra arti e mestieri e va a preservare la pratica tradizionale indiana – dall’altro è invece economica e sociale, attraverso la trasmissione alle donne di saperi antichi che permettono loro di diventare professioniste indipendenti. È proprio per via di questa visione se la mostra è tra i primi progetti selezionati per il programma Eventi Collaterali della Biennale. “Coinvolgendo attivamente donne provenienti da contesti sociali diversi”, hanno sottolineato dalla Fondazione, “questi progetti, radicalmente interdisciplinari e onnicomprensivi, hanno sottolineato in modo significativo l’importanza di istituzioni devote alla diffusione di conoscenze e opportunità per le donne di sviluppare una propria indipendenza, contribuendo al contempo alla promozione dell’eccellenza artigianale della propria comunità”.
Giulia Giaume
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