L’Art Week newyorkese. Tutte le mostre da vedere a New York a maggio e giugno 2024 

Il maggio newyorkese comincia con il ritorno della fiera Frieze: l’occasione giusta da cogliere per visitare anche le grandi mostre in corso in città. Ecco la nostra selezione di eventi imperdibili

Dopo neanche due settimane di respiro dalla Biennale di Venezia e dall’aprile più affollato di sempre, si vola a New York. È tempo di fiere: questa volta tocca all’edizione americana di Frieze, in corso dall’1 al 5 maggio. Più di sessanta gallerie, provenienti da 25 Paesi, che presentano i loro artisti del momento negli spazi del The Shed
Accanto agli stand, però, c’è tutta una città da scoprire, con altrettanti eventi artistici molto interessanti. Per chi si sente già perso ancora prima di avventurarsi negli immensi viali newyorkesi, ecco la nostra guida sulle mostre da non perdere. 

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La Biennale del Whitney Museum

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Il Design Latinoamericano arriva al MOMA

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I segreti della fotografia pubblicitaria e la rinascita di Harlem al MET

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Tra ritratti nascosti e l’arte della tessitura al MET

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Il mondo di Beatrix Potter alla Morgan Library

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Due proposte tessili contemporanee al MOMA PS1

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I Giganti al Brooklyn Museum

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Cento anni di storia newyorkese in una mostra al Museum of the City of NY

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Un omaggio all’artista hawaiano Toshiko Takaezu al Nogouchi Museum

Dopo la Biennale di Venezia, non si può mancare di visitare quella che si tiene fin dal 1932 a New York. Si parla della Whitney Biennal – una delle esposizioni di arte contporanea più attese a livello internazionale.
Il tema scelto per questa edizione 2024 è Even better than the real thingMolto meglio della realtà – e comprende ben 71 protagonisti, tra artisti individuali e collettivi. Come si intuisce dal titolo, focus della ricerca artistica proposta nelle opere in mostra è ciò che può andare oltre i confini della realtà, ampliando e potenzialmente migliorando quello che già esiste su questo mondo. Nuove tecnologie e intelligenza artificiale hanno i fari puntati, accanto a riflessioni profonde su corpo e identità: queerness, blackness, e il significato dell’essere madri. Questi e molti altri sono i temi trattati: opere seminali che gettano la base per future letture della società contemporanea, e sugli impatti che le nuove tendenze scientifiche e sociali possono generare su di essa. 

Whitney Biennal
Whitney Museum of American Art
Fino all’11 agosto 2024  

Shuang Li, Whitney Biennal 2024, New York
Shuang Li, Whitney Biennal 2024, New York

Per la prima volta in assoluto, il MOMA dedica un ampio evento espositivo all’indagine sul design dell’America Latina sviluppatosi nel Secondo Dopoguerra. Una mostra su larga scala, che conta più di 100 tra oggetti e mobili d’arredo. Tutti realizzati in sei Paesi latinoamericani: Argentina, Cile, Brasile, Messico, Colombia e Venezuela. 
L’obiettivo del progetto è offrire al pubblico la possibilità di scoprire un tema poco esplorato – quello del design sudamericano – quanto emblematico nel suo ruolo di specchio sociale. Attraverso i pezzi proposti è infatti possibile ripercorrere gli eventi storici e le trasformazioni che caratterizzarono l’America Latina in quegli anni. Dall’interruzione delle importazioni degli arredi dall’Europa, avvenuta durante la Guerra, fino al sostegno alle produzioni locali dimostrato dai nuovi Governi nel periodo successivo. 

Crafting Modernity: Design in Latin America, 1940-1980
MOMA
Fino al 22 settembre 2024 

Roberto Matta, Malitte Lounge Furniture, 1966
Roberto Matta, Malitte Lounge Furniture, 1966

Normalissimi oggetti – quelli che usiamo tutti nella vita quotidiana – che diventano opere d’arte grazie al potere della fotografia. Questo è il tema della grande mostra in corso in questi mesi al Met newyorkese. Lattine, cappelli, persino tubetti di dentifricio. Cose da nulla, banali e senza valore economico, eppure preziosissime agli occhi nel visitatore (e ancor più del consumatore). È il paradosso che sta alla base della fotografia pubblicitaria che prese piede tra le due Guerre nel secolo scorso. Un gioco di prestigio fatto di colori saturati, sfondi e luci attentamente studiate, capaci di rendere attraente per il consumatore medio qualsiasi genere di prodotto.
Risalgono alla stessa epoca le opere che fanno parte della seconda grande esposizione del MET, in cui la società americana del Primo Dopoguerra è immortalata dai pittori afroamericani. Un’interessante lettura della realtà del tempo, che illustra lo sviluppo del quartiere newyorkese di Harlem e delle altre città che accolsero tutti i neoliberati ex-schiavi provenienti dalle piantagioni del Sud.
La mostra inquadra la produzione di quel periodo – a cavallo tra Anni Venti e Quaranta – come un vero movimento artistico: il Rinascimento di Harlem. Fu un contributo fondamentale per lo sviluppo dell’arte moderna internazionale, come si nota dalle opere di altri celebri pittori europei – Matisse ad esempio – contrapposti  agli artisti afroamericani lungo tutto il percorso espositivo.  

The Real Thing
MET
Fino al 4 agosto 2024 

The Harlem Renaissance and Transatlantic Modernism
MET
Fino al 28 luglio 

Romare Bearden, The Block, 1971. The Metropolitan Museum of Art, Gift of Mr. and Mrs. Samuel Shore, 1978 (1978.61.1-.6) © 2024, Romare Bearden Foundation : Licensed by VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY
Romare Bearden, The Block, 1971. The Metropolitan Museum of Art, Gift of Mr. and Mrs. Samuel Shore, 1978 (1978.61.1-.6) © 2024, Romare Bearden Foundation : Licensed by VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY

E si rimane al Met, con questa mostra altrettanto curiosa, che invita a scoprire – letteralmente – i lati nascosti dei ritratti. Si tratta di una collezione di più di sessanta opere risalenti al pieno Rinascimento italiano ed europeo. Capolavori dell’epoca, come quelli di Hans Memling o di Lorenzo Lotto, ciascuno con una particolarità: quella di avere un secondo ritratto sul retro, o un coperchio dipinto che in origine celava alla vista il soggetto principale. Sono entrambe usanze molto diffuse tra i committenti dell’alta società cinquecentesca, che richiedevano ai pittori di arricchire la propria effigie con un’ulteriore opera dall’enigmatico significato. I visitatori della mostra sono infatti incentivati ad aguzzare l’ingegno, cercando di risalire al soggetto ritratto a partire dai simboli e dagli indizi racchiusi nei coperchi o nei lati nascosti di cui sono dotati.
L’ultimo imperdibile appuntamento del Museo riguarda i tessuti: da sempre terreno fertile per la creatività di artisti e artigiani. Un’altra esposizione proposta dal Met riguarda proprio la tessitura, vista da un duplice punto di vista. Antico da un lato, e moderno dall’altro. Più di 500 anni di storia separano i due corpus di opere in mostra: un percorso di scoperta che parte dall’artigianato delle Ande, e si spinge fino ai maestri del XX secolo. Cinquanta lavori provenienti da nuove acquisizioni del museo e prestiti temporanei, che approfondiscono l’arte tessile astratta di ieri e di oggi. 

Hidden Faces: Covered Portraits of the Renaissance
MET
Fino al 7 luglio 

Weaving abstraction in Ancient and Modern Art
MET
Fino al 16 giugno 2024 

Weaving Abstraction in Ancient and Modern Art, Metropolitan Museum, New York, 2024
Weaving Abstraction in Ancient and Modern Art, Metropolitan Museum, New York, 2024

Chi, da bambino, non è rimasto incantato almeno una volta dalle illustrazioni dei libri di Peter Coniglio?  Il mondo fiabesco popolato dagli animaletti nati dalla penna di Beatrix Potter ha un fascino senza tempo né età. In questi giorni, alla Morgan Library è possibile visitare una ricca mostra che raccoglie disegni, libri, manoscritti e persino oggetti, tutti legati alla figura della grande autrice inglese. Un viaggio nell’immaginazione, ambientato nelle campagne scozzesi, in cui Potter passò la sua infanzia a contatto con la natura e gli animali. E non solo: come si scopre lungo il percorso espositivo, la sua vita fu anche caratterizzata da studi scientifici di biologia e micologia, per poi concludersi nell’importante ruolo di conservatrice di oltre quattromila acri di territorio boschivo per conto del National Trust. Una passione per la natura, la sua, che si spinge ben oltre i libri di favole per bambini. 

Beatrix Potter: Drawn to nature
The Morgan Library
Fino al 9 giugno 2024 

Beatrix Potter
Beatrix Potter

Si parla di tessuti contemporanei nella prima esposizione proposta dal MOMA PS1, che presenta un’artista nativa americana della quarta generazione di tessitori Navajo: Melissa Cody. Trenta capolavori che riassumono la sua produzione degli ultimi dieci anni, con qualche inedito realizzato per l’occasione. Trenta manufatti che fondo storia e modernità, tradizione e innovazione. L’artista originaria dell’Arizona riprende infatti l’antico sapere tramandato di generazione in generazione. Lo fa proprio e lo rielabora, accostandovi tecnologia e digitale. Ecco che le texture e i motivi tipici dei tessuti Navajo assumono sfumature e varianti inaspettate, dal sapore contemporaneo. 
Si continua con il tessile anche nella seconda mostra, spostandosi però nelle Filippine. Pacita Abad rivive nella cinquantina di sue opere – molte delle quali mai viste prima negli Stati Uniti – che illustrano la sua carriera conclusasi nel 2004. 
Una donna dal forte impegno sociale, eternamente convinta che il suo compito in quanto artista fosse quello di dare voce alle ingiustizie e alle oppressioni subite dal proprio popolo. Servivano a questo – e continuano anche oggi a farlo come sua eredità – le sue opere tessili. I cosiddetti trapuntos: manufatti ricamati che raccontano la storia e gli ideali di Abad, giunta negli USA nel 1970, fuggendo dalle persecuzioni politiche del suo paese. 

Melissa Cody, Webbed Skys
MOMA PS1
Fino al 9 settembre 2024 

Pacita Abad
MOMA PS1
Fino al 2 settembre 2024 

Pacita Abad. Cross-cultural Dressing (Julia, Amina, Maya, and Sammy), 1993. Courtesy Pacita Abad Art Estate and Spike Island, Bristol. Photo Max McClure
Pacita Abad. Cross-cultural Dressing (Julia, Amina, Maya, and Sammy), 1993. Courtesy Pacita Abad Art Estate and Spike Island, Bristol. Photo Max McClure

The Giants. Questo è il titolo della mostra attualmente in corso al Brooklyn Museum. Ma chi sono questi Giganti? Da un lato, sono certamente i due collezionisti che hanno concesso in prestito le opere in esposizione. Si tratta dei giganti del panorama musicale Alicia Keys and Swiss Beatz (Kaseem Dean), celebri per i loro successi, quanto per il supporto che offrono ormai da anni ai loro colleghi artisti, di cui si fanno i mecenati. Estesissima è anche la rassegna proposta, che occupa gran parte del museo newyorkese. E poi, ci sono i protagonisti: 98 lavori di grandi artisti africani e afroamericani della scena contemporanea. Jean-Michel Basquiat – giusto per dirne uno.  

Giants: art from the Dean Collection
Brooklyn Museum
Fino al 7 luglio 2024 

Ebony G. Patterson. . . . they were just hanging out . . . you know . . . talking about . . . ( . . . when they grow up . . .), 2016. The Dean Collection, courtesy of Swizz Beatz and Alicia Keys. © Ebony G. Patterson. Courtesy of the artist, Monique Meloche Gallery, and the Studio Museum in Harlem. Photo Adam Reich
Ebony G. Patterson. . . . they were just hanging out . . . you know . . . talking about . . . ( . . . when they grow up . . .), 2016. The Dean Collection, courtesy of Swizz Beatz and Alicia Keys. © Ebony G. Patterson. Courtesy of the artist, Monique Meloche Gallery, and the Studio Museum in Harlem. Photo Adam Reich

La metropoli americana degli ultimi cent’anni si racconta al Museum of the City of New York. Un racconto che fa rivivere gli eventi e le trasformazioni del secolo scorso attraverso la lente dell’arte e della cultura pop. Dipinti, televisione, musica, cinema, e ancora teatro, letteratura e moda. Ogni sfaccettatura delle industrie creative propone la propria visione della città, in questa grande esposizione che celebra il centenario del Museo situato nel cuore di Manhattan.
Dal 1923 a oggi: un susseguirsi di fatti storici epocali, contraddizioni sociali e mode diffusesi anche oltreoceano. Questa è la New York che la mostra intende raccontare.  

This is New York
Museum of the City of New York
Fino al 21 luglio 2024 

This Is New York, 2024. Museum of the City of New York. Photo Brad Farwell
This Is New York, 2024. Museum of the City of New York. Photo Brad Farwell

E per concludere, si celebra un secondo centenario (o quasi) – quello dalla nascita di Toshiko Takaezu (Hawaii, 1922 – 2011). Il Garden Museum, in collaborazione con la Fondazione Isamu Noguchi, ha organizzato una grande mostra retrospettiva che ripercorre la storia e l’opera di questo grande artista hawaiano. 
Più di duecento opere, provenienti da collezione pubbliche e private americane, che dopo questa prima tappa newyorkese continueranno il tour in numerose altre istituzioni culturali degli Stati Uniti. Un’occasione unica per ammirare i lavori del maestro Takaezu, noto per le sue produzioni ceramiche… ma non solo. Come si può scoprire lungo il percorso, fu anche pittore e tessitore. Un personaggio mistico e affascinante che vale la pena approfondire. 

Toshiko Takaezu
Nogouchi Museum
Dal 20 marzo al 24 luglio 2024 

Toshiko Takaezu with moons, 1979. Photo Hiro. Toshiko Takaezu Archives © Family of Toshiko Takaezu
Toshiko Takaezu with moons, 1979. Photo Hiro. Toshiko Takaezu Archives © Family of Toshiko Takaezu
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La Biennale del Whitney Museum

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Il Design Latinoamericano arriva al MOMA

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I segreti della fotografia pubblicitaria e la rinascita di Harlem al MET

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Tra ritratti nascosti e l’arte della tessitura al MET

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Il mondo di Beatrix Potter alla Morgan Library

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Due proposte tessili contemporanee al MOMA PS1

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I Giganti al Brooklyn Museum

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Cento anni di storia newyorkese in una mostra al Museum of the City of NY

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Un omaggio all’artista hawaiano Toshiko Takaezu al Nogouchi Museum

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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