A Savona arriva CONNEXXION, festival di arte contemporanea che riflette sul concetto di libertà
Dall’ex Carcere Sant’Agostino a Piazza Martiri della Libertà e la Fortezza del Priamàr, 12 artisti intervengono con installazioni site-specific nei luoghi simbolo della città
Sono Alessio Barchitta, Davide Dormino, Rocco Dubbini, Armida Gandini, Federica Gonnelli, Lorenzo Gnata, Monica Gorini, Carla Iacono, Silvia Margaria, Gianni Moretti, Giulia Nelli e Filippo Riniolo gli artisti chiamati a interpretare il tema della seconda parte di CONNEXXION, festival diffuso d’arte contemporanea che invita a riflettere sul concetto di libertà. Contro nazionalismi, derive autoritarie e guerre “…per essere liberi. Tra identità e memoria”, la rassegna intende offrire, dal 20 al 27 aprile 2024 a Savona (candidata a Capitale Italiana della Cultura 2027), occasioni di scambio sul tema affinché sia possibile attuare una rigenerazione collettiva grazie anche, e soprattutto, a pratiche culturali.
CONNEXXION. Il festival diffuso nei luoghi simbolo di Savona
Tra performance, mostre, talk, laboratori e installazioni site-specific, la rassegna curata da Livia Savorelli coinvolge i luoghi simbolo della città, tra cui l’ex Carcere Sant’Agostino recuperato in un’ottica di rigenerazione urbana, Piazza Martiri della Libertà – dove si trova il Monumento alla Resistenza di Agenore Fabbri, che quest’anno compie 50 anni – e la Fortezza del Priamàr, già presente nella prima parte del festival tenutasi a novembre 2023. “Nella seconda parte del festival si accendono i fari su due ulteriori luoghi simbolici della nostra città oltre alla Fortezza del Priamàr: uno dimenticato perché chiuso da tanti anni, ed è il caso dell’ex carcere Sant’Agostino, l’altro vissuto dalla cittadinanza probabilmente in modo distratto, ma che viene riscoperto in occasione del suo cinquantesimo anniversario. In entrambi i casi l’arte contemporanea ci stimola alla riscoperta della città e alla riflessione sui grandi temi della memoria e della libertà”, dichiara Nicoletta Negro, Assessore alle politiche comprensoriali della Cultura e del Turismo a cui si aggiunge Andrea Canziani, Responsabile Area Funzionale IV Patrimonio architettonico, che racconta come “autorizzare l’uso dell’ex Carcere Sant’Agostino come sede per un festival di arte contemporanea significa ribadire l’impegno verso la valorizzazione del patrimonio culturale e la promozione del contemporaneo come strumento di riflessione e trasformazione sociale”.
CONNEXXION a Savona. Gli special projects durante il festival
Sono degli artisti Silvia Margaria e Davide Dormino gli special projects proposti per questa edizione del festival che inaugura sabato 20 aprile in Piazza Martiri della Libertà. Proprio qui, davanti al Monumento alla Resistenza di Agenore Fabbri, Margaria presenterà la performance inedita Bandite, realizzata in collaborazione con ANPI e l’Associazione “A Campanassa”, oltre alla partecipazione degli sbandieratori del Comitato Palio Castell’Alfero (AT). “Da sempre la bandiera è rappresentativa di un’ideologia, un credo, un’appartenenza. L’artista ha così ideato una serie di bandiere, una per ogni partigiana, che saranno sventolate con fermezza e trasporto dagli sbandieratori del Comitato Palio Castell’Alfero, in una performance in cui la danza della bandiera da loro messa in atto rappresenta simbolicamente un nuovo processo di valorizzazione di storie nella Storia, come quelle di molte donne della Resistenza per troppo tempo ai margini del racconto”, spiega la curatrice Livia Savorelli. L’atto nasce da un’analisi dei riti di commemorazione dei caduti della Resistenza che si praticano davanti ai cippi della memoria presenti ad Albissola Marina, Savona e Vado Ligure e dedicati a Clelia Corradini, Ines Negri, Franca Lanzone, Paola Garelli, Luigia Comotto e alle Suore “Maria bambina” di Pietra Ligure.
CONNEXXION a Savona. L’installazione di Davide Dormino
Il secondo special project è di Davide Dormino, un’opera monumentale in argilla cruda installata sulla rampa di ingresso pedonale della Fortezza del Priamàr e intitolata Semi. Il lavoro verrà realizzato dall’artista attraverso un’azione corale e partecipata grazie a un laboratorio di tre giorni (prima del 25 aprile) – in collaborazione con il Museo della Ceramica di Savona – a cui parteciperanno gli alunni di una classe dell’Istituto Artistico Arturo Martini. L’installazione riprende una frase del poeta greco Dinos Christianopoulos, recentemente scomparso, attraverso 49 lettere altre circa 80 cm, occupando uno spazio di 7 metri per 7: “Hanno provato a seppellirci non sapevano che eravamo semi”.
Caterina Angelucci
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