Ai Giardini della Biennale di Venezia c’è un Padiglione in più. Ma è un’installazione
Invitata dal curatore della Biennale Adriano Pedrosa a realizzare un progetto speciale all’interno dei Giardini, l’artista venezuelana Sol Calero presenta una grande installazione ispirata a un piatto della sua terra e realizzata con materiali di scarto…
Si intitola Pabellón Criollo (“Padiglione Creolo”) la grande installazione site-specific presentata dall’artista venezuelana con base a Berlino Sol Calero (Caracas, 1982) ai Giardini della Biennale su invito del curatore di questa edizione Adriano Pedrosa. Concepita come “un padiglione tra i Padiglioni” (30 sono quelli nazionali permanenti), l’opera – un dipinto tridimensionale decostruito pensato come luogo di incontro tra spazio sociale e architettura caraibica – prendere il nome da un piatto venezuelano a base di ingredienti di scarto (con riso, fagioli, platani e carne) riflettendo il mix di culture indigene, africane ed europee della regione.
Il “Pabellón Criollo” di Sol Calero alla Biennale Arte di Venezia 2024
Calero in tal mondo indaga anche i temi dell’impollinazione culturale, combinando i materiali scartati o donati dalle precedenti edizioni della Biennale di Venezia a cui conferisce una nuova funzione: in parte ispirato al progetto Open for Maintenance, presentato dal Padiglione tedesco alla Biennale Architettura 2023, e al lavoro del gruppo locale Rebiennale – che ha sostenuto la raccolta e il riutilizzo dei materiali –, il Padiglione Creolo rifunzionalizza la rampa dell’ultimo Padiglione tedesco (a sua volta realizzato con il legno di un precedente Padiglione ucraino), il finto marmo di un precedente Padiglione statunitense, bambù e lamiere di metallo di un progetto architettonico etiope e australiano, il legno di precedenti progetti uzbeki, belgi, ghanesi e italiani e anche i mattoni rimossi dal muro di separazione collocato tra il Padiglione svizzero e quello venezuelano nel 2023, in un processo di creolizzazione postnazionale. Il progetto, una volta conclusasi la rassegna lagunare, sarà collocato in una sede permanente sempre a Venezia grazie alla collaborazione con Rebiennale.
Chi è l’artista Sol Calero
Nata in Venezuela e cresciuta alle Canarie, Sol Calero – rappresentata dalle gallerie Francesca Minini (Milano), ChertLüdde (Berlino) e Crèvecœur (Parigi) – oggi vive e lavora a Berlino. Le sue opere, dipinti e installazioni site-specific partecipative che si muovono tra architettura e design, sono il racconto sublimato delle proprie origini legate ai temi dell’emarginazione e dell’identità nazionale: l’iconografia dei lavori, caratterizzata da immagini esotiche eccentriche e quasi lussureggianti rivelano, infatti, un sottotesto socialmente impegnato. Nell’aprile del 2023 l’artista – che a Berlino insieme a Christopher Kline gestisce il project space Kinderhook & Caracas – ha presentato la sua prima personale con la galleria italiana Francesca Minini dal titolo Casa Encontrada, in cui ha trasformato l’intero spazio in una casa “trovata” che, tra colonne, arcate e mosaici, rivelava storie e luoghi di un passato remoto. Sempre nel 2023, ha presentato Las seis ventanas allo Stavanger Art Museum (Norvegia) per cui ha realizzato una grande installazione immersiva, mentre ha partecipato a una collettiva alla Triennale di Oku-Noto (Giappone) insieme ad artisti internazionali come Richard Deacon, Maria Fernando Cardoso, Faig Ahmed e Yoshitaka Nanjo. Sono del 2022 la personale Los vestigios de la turista da 1646a L’Aia (Olanda) e un’altra collettiva al Museo d’Arte Contemporanea Kiasma di Helsinki (Finlandia). Nella sua carriera ha esposto anche Nizza, Rotterdam, Liverpool, Berlino, Londra, Madrid e Melbourne e nel 2017 è stata nominata per il Preis der Nationalgalerie, il premio della Galleria Nazionale di Berlino che viene assegnato ogni due anni ad artisti visivi under 40 residenti in Germania.
Caterina Angelucci
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