Le opere partecipative di Stefano Romano a Tirana
Nel cuore della capitale albanese, l’artista napoletano presenta i suoi lavori: performance dall’architettura aperta, in cui il ruolo del pubblico diventa fondamentale
At the edge of everything we are. Una mostra in corso alla Naan Gallery di Tirana, costola di Harabel Contemporary (un hub di arte contemporanea albanese). Esposizione complessa, ricchissima, che si propone di illustrare integralmente tutto lo spirito della ricerca eterogenea di Stefano Romano (Napoli, 1975), artista italiano naturalizzato albanese.
La performance musicale di Stefano Romano a Tirana
L’esposizione include performance, disegno, video e fotografia i vari linguaggi espressivi di cui si è servito nel corso della sua carriera. Spesso il pubblico è chiamato a partecipare attivamente, al di là della pura osservazione. Opera chiave è la performance Songs for the present tense. Consiste nell’interpretazione – sulla base di una musica composta appositamente – di un testo creato con il metodo del cosiddetto cadavere squisito. Stefano Romano scrive la prima strofa, e poi chiede ad altri di continuare, fornendo loro solo l’indicazione del tema e della lunghezza a cui attenersi. Le persone coinvolte sono scelte a fronte delle conversazioni avute dell’artista sullo specifico argomento trattato dalla canzone, ad esempio contingenze socio-politiche. La combinazione testuale che si ottiene è dunque una surreale fotografia dell’intreccio di molteplici sensibilità attorno ad un unico tema.
Le altre opere di Stefano Romano in mostra a Tirana
La concatenazione di riflessioni, azioni, parole e suggestioni – di cui è un esempio l’opera appena detta – è l’essenza dell’indagine di Stefano Romano, sempre imperniata sulla pluralità dei punti di vista indipendentemente dal mezzo prescelto per l’opera.
Tale poetica si riflette anche in Segmento n.1, dove la fascinazione sull’oggetto-libro si traduce in un’installazione partecipativa: l’artista domanda al pubblico di donare un libro d’affezione. La collocazione dei volumi nello spazio diviene un ritratto corale, un ventaglio di scelte, verosimilmente anche tra loro contraddittorie.
Apprezzabile è infine la serie di fotografie esposte, scatti di paesaggi urbani accumunati da un curioso effetto straniante. L’artista individua porzioni di paesaggi apparentemente anonimi, ma che, una volta isolati, rivelano l’anomalia del quotidiano e l’eccezionalità dell’incontro fortuito.
Le opere di Stefano Romano sono opere accessibili: accessibilità intesa non nel senso di facilmente comprensibile – benché sia importante dire come questi lavori si prestino a plurime letture e molteplici avvicinamenti – ma accessibili in quanto invitano all’incontro e alla partecipazione.
Claudia Santeroni
Stefano Romano,
At the edge of everything we are
Naan Gallery
Tirana, Albania
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