Il numero speciale di Artribune Magazine sull’Uzbekistan: l’arte del deserto in mostra a Firenze

Venezia e Firenze dedicano una mostra all’arte della prima metà del ‘900 di questo Paese dell'Asia Centrale e Artribune le dedica un approfondimento sul cartaceo. Ecco un’anticipazione dell’esposizione fiorentina

Venezia e Firenze dedicano un’importante mostra all’Uzbekistan, raccontando una pagina ancora poco nota dell’arte non europea della prima metà del ‘900, quella dell’Avanguardia fiorita in questo Paese dell’Asia Centrale, ex repubblica sovietica. Promosso e sostenuto dalla Fondazione Uzbekistan Cultura e curato da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, direttori del Centro Studi sull’Arte Russa di Ca’ Foscari, il progetto espositivo sarà articolato su due sedi, una fiorentina e una veneziana, per presentare 150 opere, soprattutto dipinti su tela, affiancati da una raccolta di testimonianze della tradizione tessile uzbeka: i lavori provengono tutti dal Museo Nazionale di Tashkent e dal Museo Savickij di Nukus. La doppia mostra sarà oggetto di approfondimento nel prossimo speciale cartaceo di Artribune, che sarà distribuito durante i giorni di apertura della Biennale di Venezia al Padiglione Uzbekistan. Intanto, diamo un’anticipazione sull’evento al fiorentino Palazzo Pitti.

La mostra “Uzbekistan. L’Avanguardia nel deserto” a Firenze

La mostra Uzbekistan. L’Avanguardia nel deserto è ospitata dal 16 aprile al 30 giugno 2024 nella sede prestigiosa di Palazzo Pitti: la sezione del progetto espositivo di Firenze si intitola alla luce e al colore. Un sottotitolo che deriva idealmente da un passo illuminante dell’Autobiografia di Igor’ Savickij: “Questi luoghi sono caratterizzati da un colorito sottile, dove il colore – in un’infinita varietà di combinazioni e di armonie – ti forza ad arricchire la tua percezione ed ammaestra l’occhio a essere particolarmente sensibile a queste variazioni raffinatissime e al contempo intense e pittoresche che non solo rendono i luoghi particolarmente attraenti, ma li trasformano anche in un’originale scuola che sviluppa la percezione del colore e della luce e conferisce particolare vivacità alla visione cromatica”.

La sezione fiorentina della mostra dedicata alla luce e al colore

Nelle opere, realizzate negli anni Venti e Trenta da Volkov, Tansykbaev, Karachan, Nikolaev (Usto Mumin), Elena Korovaj, Nadežda Kašina e molti altri, indipendentemente dal fatto che si tratti di dipinti su tela o su carta o che siano stati creati a Samarcanda, Bukhara o Tashkent, si entra in un mondo incantato, pieno di colori, luce, osservazioni vivide e connotazioni simboliche, che derivano da tradizioni occidentali, russe e orientali: un mondo che esisteva ben prima che gli artisti lo raffigurassero nei loro segni. Si può in qualche modo percepire una affinità con le opere di artisti come Paul Gauguin, armonizzando la tradizione e la strada all’innovazione.

Redazione

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Redazione

Redazione

Artribune è una piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo e delle nuove tecnologie.

Scopri di più