L’arte sacra di Andrea Saltini in mostra a Carpi
Le storie della Vergine, di Gesù e di san Pietro sono al centro della mostra del pittore carpigiano, all’interno della Chiesa di Sant’Ignazio
La mostra Gratia Plena di Andrea Saltini (Carpi, 1974) è qualcosa che mancava: ricerca di senso, definizione di una nuova spiritualità, attualizzazione dell’esperienza religiosa attraverso l’arte contemporanea.
Entrando nella Chiesa di Sant’Ignazio a Carpi (sede del Museo Diocesano “Cardinale Rodolfo Pio di Savoia”) avviene l’esperienza dello spazio sacro, o meglio “l’esperienza dell’incontro con il proprio sé più profondo, dove si agitano le questioni del senso”, come scrive don Carlo Bellini nell’introduzione al catalogo della mostra.
La mostra di Andrea Saltini a Carpi
Andrea Saltini sintetizza in 20 opere una ricerca che, muovendo da una spiritualità senza Dio, in fondo è esperienza religiosa. A spingere l’uomo verso Dio è probabilmente il dubbio e il desiderio di credere: sono, queste, forme di energia che tendono verso l’inafferrabile. Saltini ci mostra l’esito di una ricerca artistica e spirituale molto profonda, mossa da una “posizione di desiderio spirituale (…) in uno stato energico, creativo e pieno di potenziale”; le opere dipinte e collocate nella chiesa di Sant’Ignazio sono il risultato di un mistero cui l’artista desidera avvicinarsi.
Il trittico “Gratia Plena” di Andrea Saltini
Maria, nel trittico Gratia Plena che dà il titolo alla mostra, è luminosa e fremente nella rassegnazione, mentre è toccata, spogliata, esaminata da una folla di uomini che la circondano, farisei dubbiosi del concepimento della Vergine. Lei, sola. Violata, avanza con dignità nella seconda tela, fiera e forte dell’avere dentro di sé un miracolo che è anche il miracolo di ogni nuova vita. Nell’ultima tela l’Ascensione di Maria, tra lingue dorate che accendono il buio: fino alla fine le hanno chiesto di essere quella che non è, come simboleggia la maschera che le viene, con insistenza, tesa. Ma è salva, fedele a se stessa fino alla fine. Maria ha i volti di tre donne: Maria è tutte le donne. Le tre tele accostate hanno un ritmo straordinario: il corpo femminile sprigiona una forza luminosa, con compostezza e tenacia resiste, non vuole rassegnarsi.
Violenza e santità nelle opere di Saltini
Sul lato opposto della chiesa, nei pressi dell’altare e di fronte alla Madre, il corpo di Cristo trafitto dalla lancia diLongino, pallido, esangue. Cristo deposto, morto davanti all’osservatore, fa percepire il peso del proprio corpo, della colpa. La colpa che spinge Longino ad avvicinarsi al suo costato e a premere sulla ferita inflitta nel tentativo, disperato, di tamponarla. INRI (San Longino): protagonista della composizione è proprio quel Longino che Saltini definisce “santo”. Alla violenza segue la consapevolezza della propria debolezza di uomo, e poi quel gesto di disperazione, di espiazione. E uno sbaglio portato come castigo per tutto il resto della vita, uno sbaglio consegnato alla Storia.
Le citazioni caravaggesche di Andrea Saltini
Caravaggio uber alles è rifacimento contemporaneo di due opere caravaggesche: la Deposizione e la Crocifissione di san Pietro. In continuità, l’opera “escatore di uomini (ascensione di Pietro) simboleggia un ritorno, dopo la morte in croce del Santo, al suo elemento d’origine: l’acqua. In questa sostanza così terrena e nella posizione distesa del corpo di Pietro, Saltini individua l’ascensione, nella tradizione rappresentata come elevazione al cielo e qui, al contrario, interpretata come una figura a terra, nobilitata dall’acqua che la bagna.
Gratia Plena è evidenza del bisogno umano di trascendere la sofferenza che ognuno nella propria vita sperimenta.
I soggetti di Saltini sono invisti e invisibili. L’autore li accoglie nelle proprie tele e li rende portatori di misericordia, li assolve a dignità divina. Dal loro mistero, portato a galla e ritratto dall’artista, sprigiona spiritualità. Vi è sacralità in queste sofferenze accolte ed elevate ad immagini universali, e vi è una risposta all’eterna tensione umana verso qualcosa di più grande.
Anna Vittoria Zuliani
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