La grande artista Louise Bourgeois alla conquista dell’Italia: mostre a Firenze, Roma e Napoli
Dal Museo Novecento e Museo degli Innocenti alla Galleria Borghese e a Villa Medici fino alla Galleria Trisorio, tra opere note e altre inedite, la scultrice francese protagonista assoluta dell'arte tra il XX e il XXI Secolo conquista la penisola
Pare non ci sia un motivo particolare (o comunque non è stato esplicitato) per cui l’Italia si stia apprestando a ospitare ben tre mostre – più o meno tutte tra giugno e l’autunno 2024 – su Louise Bourgeois (Parigi, 1911 – New York, 2010), tra il Museo Novecento in collaborazione con il Museo degli Innocenti di Firenze, la Galleria Borghese insieme a Villa Medici a Roma e Studio Trisorio a Napoli. Di certo è una particolare combinazione e una notizia eccezionale, vista l’importanza che la scultrice francese riveste nel panorama dell’arte tra il XX e il XXI Secolo.
Louise Bourgeois a Firenze. La mostra tra il Museo Novecento e il Museo degli Innocenti
Si intitola Louise Bourgeois in Florence il progetto espositivo organizzato e coordinato dal Museo Novecento – che quest’anno compie 10 anni di attività – che vedrà per la prima volta Louise Bourgeois in mostra a Firenze con due esposizioni – Do Not Abandon me e Cell XVIII (Portrait), rispettivamente curate da Philip Larratt-Smith e Sergio Risaliti in collaborazione con The Easton Foundation e sempre da Philip Larratt-Smith con Arabella Natalini e Stefania Rispoli – tra l’istituzione diretta da Risaliti e il Museo degli Innocenti. Per l’occasione – dal 22 giugno al 20 ottobre 2024 – gli spazi delle due sedi (che hanno avviato una collaborazione espositiva negli ultimi anni) dialogheranno direttamente con le opere dell’artista francese. Tra le opere in mostra è Spider Couple (opera del 2003 tra le più celebri di Bourgeois), una preziosa rassegna di gouaches rosse sul tema della madre e del bambino, la serie Do Not Abandon me – da cui il titolo – di 16 stampe digitali su tessuto realizzate con l’artista britannica Tracey Emin (Margate, 1963) e le installazioni Peaux de Lapins, Chiffons Ferrailles à Vendre (2006) e Cross (2002), oltre a Cell XVIII (Portrait), realizzata nel 2000 e che per l’occasione sarà presentata in un inedito dialogo con alcune delle opere più rappresentative della collezione del Museo degli Innocenti, istituito nel 1419 su progetto di Filippo Brunelleschi.
Louise Bourgeois a Roma. La mostra tra Galleria Borghese e Villa Medici
Si tratta della prima mostra dedicata a un’artista contemporanea quella presentata – dal 21 giugno al 15 settembre 2024 – alla Galleria Borghese, tra le opere dell’istituzione capitolina, tra cui Canova, Bernini e Caravaggio. Louise Bourgeois: Unconscious Memories avrà un focus sul ruolo che l’Italia e in particolare la collezione Borghese ha avuto sulla carriera di Bourgeois: infatti, dopo un primo viaggio a Roma nel 1967, l’artista tornò nella penisola in molte occasioni, lavorando a Pietrasanta e Carrara e producendo diverse opere ispirate alla collezione Borghese, tra cui Homage to Bernini (1967). Tra i giardini e le sale del museo, approfondendo i temi sulla memoria, sull’inconscio e sulla metamorfosi, l’esposizione – a cura di Cloé Perrone, Geraldine Leardi e Philip Larratt-Smit – presenterà 20 opere iconiche, da Jambes entrelacées alle famose Cells, passando per la monumentale Spider. Inoltre, grazie alla collaborazione con la Fondazione Easton e l’Accademia di Francia – Villa Medici, quest’ultima ospiterà per tutta la durata della rassegna l’installazione No Exit.
Louise Bourgeois a Napoli. La mostra da Studio Trisorio
Si intitola Rare Language la mostra in programma a Napoli, presso la sede storica di Studio Trisorio alla Riviera Chiaia 215, dal 25 giugno al 28 settembre 2024. Tra le opere in mostra 35 disegni realizzati tra il 1947 e il 2008, dove disegno e scrittura accompagnano Bourgeois dando voce alle memorie più intime, e 4 sculture in bronzo: “Se i disegni sono spazi creativi dove annotare emozioni e idee, ‘infilzandole come farfalle’, le sculture sono forme ancora più tangibili, immagini a tre dimensioni realizzate per esorcizzare il passato e le paure inconsce, dominando così il caos interiore. Nascono dai ricordi che riaffiorano nel corpo e che l’artista definisce ‘semi’ delle sue opere”, raccontano dalla celebre galleria napoletana.
Caterina Angelucci
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