Al via la terza edizione di Cantieri Montelupo. Gli artisti in residenza a confronto con la ceramica
Il progetto curato da Christian Caliandro fa del processo di scoperta un momento fondante del linguaggio artistico contemporaneo, a partire dalla scoperta di un territorio legato alla tradizione dell’arte ceramica. La mostra e due nuove installazioni permanenti sul fiume Pesa
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Ciò che chi visita oggi Montelupo Fiorentino è chiamato a vedere e a sperimentare con i propri occhi, sulla sponda del fiume Pesa, è solo l’apice di un percorso di scoperta della ceramica attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea, modulato da una programmazione di lungo termine.
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Nuove opere per il Parco della ceramica contemporanea di Montelupo
Per il muro d’argine del fiume che attraversa il Comune alle porte di Firenze – territorio d’elezione per la ceramica artistica sin dal Rinascimento, e fiorente distretto produttivo di maiolica montelupina – Anna Capolupo e Alessandro Scarabello hanno ideato due installazioni site specific di grandi dimensioni: Rapacissime, “una natura morta con arpia” di tre metri per tre, rielaborazione di una delle figure più famose della tradizione ceramica montelupina, e Opera nigra, trittico in bianco e nero di tre metri per sette, con un animale che si muove in spazi metafisici. Le due opere si affiancano al dittico realizzato da Gianni Asdrubali nel 2016, e implementano il Parco della ceramica contemporanea di Montelupo, esito più spettacolare del progetto Cantieri Montelupo, programma di residenze d’artista curato da Christian Caliandro, giunto alla sua terza edizione.
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Cantieri Montelupo: la ceramica e le residenze d’artista
L’obiettivo primario dell’iniziativa è infatti quello di promuovere il dialogo tra il Museo della Ceramica di Montelupo, la produzione di ceramica e la comunità, invitando artisti senza alcuna esperienza pregressa con la ceramica a cimentarsi con il mezzo. Provenienti da linguaggi apparentemente molto distanti, gli artisti in residenza hanno modo di confrontarsi con la ceramica in modo spontaneo, liberi da condizionamenti e aperti a esiti imprevisti. Condizione, questa, che agevola anche il dialogo con i ceramisti del territorio, attivamente coinvolti nel percorso. L’esito di questo processo di scambio fondato sulla scoperta reciproca è apprezzabile – oltre che nelle installazioni permanenti di cui sopra, concepite con l’idea di approfondire, progressivamente, il contributo dell’arte pubblica a beneficio della comunità di Montelupo – nella mostra allestita fino al 23 giugno 2024 presso la Galleria di via XX Settembre 37.
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La terza edizione di Cantieri Montelupo: le opere in mostra
Protagonisti dell’edizione 2024 di Cantieri Montelupo (organizzato e sostenuto dalla Fondazione Museo Montelupo e dall’amministrazione cittadina con il contributo del bando di iniziativa regionale Toscanaincontemporanea2023) sono quattro artisti noti a livello nazionale, al lavoro sul territorio tra giugno 2023 e febbraio 2024.
La pittrice Anna Capolupo (Lamezia Terme, 1983) ha collaborato con Ceramiche d’Arte Ammannati, creando “biscotti” dipinti a smalto (Cecità e Afonia), che alludono a oggetti devozionali e rituali ispirati alle tradizioni ancestrali della Calabria.
La fotografa Maria Palmieri (Foggia, 1986), insieme al ceramista Patrizio Bartoloni, ha lavorato con approccio inedito e innovativo alla fotoceramica, partendo dall’interazione tra immagine fotografica, smalti e cotture; è nata così la serie Rudralith – lastre, scodelle, brocche, mattoni in refrattario – che sembra nuova e allo stesso tempo antica, e invita a riflettere sulla transitorietà del tempo.
L’artista visiva Roxy in the Box (Napoli) ha invece esplorato il legame tra Montelupo Fiorentino e la villa medicea dell’Ambrogiana, utilizzata come manicomio criminale durante l’epoca lorenese e poi fino al 2017 come Ospedale Psichiatrico Giudiziario. La sua installazione (On the Air) è frutto dell’incontro con i ceramisti Ivana Antonini e Marco Ulivieri, e presenta una poltrona con lo schienale ricoperto di rose, che poggia su una serie di lastre dipinte dai residenti con i propri ricordi felici: circondata da cinque megafoni, a richiamare le voci degli internati, l’opera fonde memoria individuale e collettiva del paese.
Mentre Alessandro Scarabello (Roma, 1979), partendo dalla sua serie di dipinti chiamata Heretic Exercise, ha applicato il suo stile su mattonelle e pezzi di ceramica con l’aiuto di Stefano Bartoloni, maestro nel campo della decorazione pittorica su ceramica.
Livia Montagnoli
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