A Milano un artista novantenne dipinge per 12 giorni una tela ispirata alla Guernica di Picasso
L'artista Ercole Pignatelli rivive e fa rivivere al pubblico il momento in cui Guernica fu esposta per la prima volta a Palazzo Reale a Milano, nel 1953. E lo fa con una performance di 12 giorni in cui dipinge una grande tela ispirata al capolavoro di Picasso
Come se si stesse entrando nello studio dell’artista per osservare il suo lavoro, per dodici giorni Ercole Pignatelli (Lecce, 1935) dà vita alla mostra/performance Memento Amare Semper nell’affascinante Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano. La mostra è dedicata al celebre capolavoro di Picasso Guernica, e invita a riflettere sugli orrori della guerra, purtroppo drammaticamente attuali. L’ingresso è libero e si accede direttamente dallo scalone dell’Arengario, accanto al Museo del Novecento. Nella Sala delle Cariatidi, illuminata magistralmente per metterne in risalto il grande fascino, si trova una riproduzione del celebre quadro di Picasso e accanto l’artista, Ercole Pignatelli, che lavora a una sua versione dell’opera. Entrambi si riflettono, a volte distorti, negli specchi della sala.
Guernica di Picasso. Lettura dell’opera
La grande tela Guernica fu realizzata da Picasso in soli due mesi e fa riferimento al bombardamento della città di Guernica del 26 aprile 1937, da parte delle aviazioni tedesca e italiana, in supporto del regime franchista, durante la guerra civile spagnola. L’opera riflette i sentimenti dell’artista per la strage perpetrata nelle tre ore di bombardamenti sulla città basca. Sono presenti solo le tonalità del nero, grigio e bianco. Il quadro va letto da destra a sinistra, perché il lato destro era il più vicino all’entrata del luogo per cui era stata creata. Alcuni elementi ricordano la Natività di Cristo: la presenza di una madre con un neonato in braccio, di un cavallo (simbolo nella tradizione spagnola del popolo) e di un toro; tutto è però sconvolto dalla violenza. La colomba, simbolo di pace, ha un moto di strazio prima di cadere a terra. Il neonato, morto tra le braccia della madre, ricorda la Pietà di Michelangelo per la posizione del braccio. Un uomo regge in mano contemporaneamente una spada spezzata e un fiore, simbolo di speranza.
Il ritorno di Guernica nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano
L’opera venne esposta nel Padiglione Spagnolo dell’Esposizione Universale di Parigi del ’37. Attualmente è conservata presso il Reina Sofía di Madrid. Nel 1953, per volontà di Picasso e su suggerimento di Attilio Rossi, venne esposta a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi, ancora segnata dai bombardamenti che avevano causato il crollo della volta. Qui la vide Ercole Pignatelli, momento che lo segnò profondamente: “nel 1953, quando arrivai a Milano per la prima volta, all’uscita della Stazione Centrale restai paralizzato da uno striscione che mi invitava a visitare la prima grande mostra di Picasso a Palazzo Reale. Ho raccontato più volte lo sconvolgimento subito per più di un mese, incollato dalla mattina alla sera davanti alle opere della mia ‘divinità’”, commenta l’artista.
Ercole Pignatelli reinterpreta Guernica di Picasso
L’artista ha così scelto di reinterpretare Guernica in chiave performativa, dipingendo in dodici giorni una tela delle stesse dimensioni, con la sua pittura ricca di gesti e interrompendosi talvolta per risolvere delle difficoltà e per commentare con il pubblico il suo lavoro. Dipinge infatti a poca distanza dal pubblico: gli spettatori hanno così la possibilità di accomodarsi su divani e poltrone oppure di osservare da vicino l’artista e il suo modo di lavorare, i suoi tratti, le ombreggiature e i soggetti. Il progetto mira a restituire, a distanza di settant’anni, le emozioni e le riflessioni che il capolavoro di Picasso aveva suscitato nell’artista, allora diciottenne, filtrati però dall’esperienza maturata in 89 anni. Spiega la curatrice Francesca Alfano Miglietti: “il dipingere è per Ercole Pignatelli il simbolo della vita stessa e del cambiamento che si sviluppa con il passare del tempo: una continua evoluzione che trova il suo significato proprio nel tempo della realizzazione dell’opera. Una prova, un esperimento, l’esigenza di un incontro. Uno sguardo che trascina dentro l’opera e in cui il pubblico non è più un osservatore ma un testimone oculare dell’evento. È un capovolgimento totale del rapporto tra l’autore e la sua opera”.
La mostra di Ercole Pignatelli a Palazzo Reale a Milano
L’esposizione prosegue nella Sala del Piccolo Lucernario il cui allestimento è curato da Fabio Novembre. Sono state selezionate 15 opere realizzate da Pignatellidal 1954 a oggi per illustrare il percorso dell’artista. Le opere di Pignatelli raccontano di un luogo, desiderato, immaginario. In questi universi paralleli si trovano continuamente elementi reali e fantastici che invitano lo spettatore a entrare in un mondo fiabesco, che è proprio dell’artista. Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale con il supporto organizzativo di Marsilio Arte, la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 16 maggio 2024. Al termine della performance, l’opera, che è alta 3,49 metri e lunga 7,70 metri e composta da nove tele, verrà divisa e donata dall’artista alle scuole di 9 municipi milanesi selezionate tra le più multietniche e inclusive del territorio di Milano.
Giulia Bianco
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