Alla Fondation Beyeler di Basilea la mostra con 7 curatori e 30 artisti che cambia di continuo
Per la prima volta nei 25 anni dell’istituzione svizzera gli spazi del museo e il parco vengono ripensati da artisti e curatori ma anche scienziati, filosofi, architetti, musicisti e poeti per un’esperienza espositiva sperimentale e dinamica
Non sarà mai la stessa nel corso della sua durata (dal 19 maggio all’11 agosto 2024) la nuova esposizione presentata a Basilea dalla Fondation Beyeler in collaborazione con Luma Foundation – istituita da Maja Hoffmann a Zurigo nel 2004 per promuovere le ricerche nei settori delle arti visive, della fotografia, dell’editoria, del film documentario e del multimedia – che presenta il lavoro di artisti di fama internazionale in dialogo con scienziati, filosofi, architetti, musicisti e poeti entrando, nello stesso tempo, in relazione con la collezione permanente della celebre istituzione di Riehen. Dance with daemons (questo il primo titolo scelto che nei prossimi mesi sarà sostituito da altri 15) invita per la prima volta oltre 30 operatori culturali a ripensare gli spazi del museo, progettato da Renzo Piano, con l’obiettivo di favorire la libertà e la responsabilità artistica e lo scambio interdisciplinare.
La mostra estiva della Fondation Beyeler. I protagonisti
Sono Michael Armitage, Anne Boyer, Federico Campagna, Ian Cheng, Chuquimamani-Condori insieme a Joshua Chuquimia Crampton, Marlene Dumas, Frida Escobedo, Peter Fischli, Cyprien Gaillard insieme a Victor Man, Dominique Gonzalez-Foerster, Wade Guyton, Carsten Höller insieme ad Adam Haar, Pierre Huyghe, Arthur Jafa, Koo Jeong A, Dozie Kanu, Cildo Meireles, Jota Mombaça, Fujiko Nakaya, Alice Notley, Precious Okoyomon, Philippe Parreno, Rachel Rose, Tino Sehgal, Rirkrit Tiravanija e Adrián Villar Roja i protagonisti della nuova mostra presentata alla Fondation Beyeler di Basilea a poco meno di un mese dalla fiera internazionale Art Basel (13 – 16 giugno 2024). A una coralità di espressioni artistiche corrisponde anche una curatela collettiva: l’esposizione è stata concepita da Sam Keller (direttore della fondazione) insieme a Mouna Mekouar, Isabela Mora, Hans Ulrich Obrist, Precious Okoyomon, Philippe Parreno e Tino Sehgal, in stretta collaborazione con gli stessi artisti. Infatti, Dance with daemons (che poi diventerà Cloud chronicles, All my love spilling over, Echoes Unbound e altri ancora) “si configura come una proposta dinamica, un progetto ontologico che si evolve e riflette la complessità e molteplicità insite nell’incontro di voci artistiche sotto uno stesso tetto”, spiegano Philippe Parreno e Precious Okoyomon.
La mostra estiva della Fondation Beyeler. Un allestimento in continuo mutamento
“L’obiettivo della mostra” racconta ad Artribune Keller “presentando opere per la maggior parte inedite, che dialogano con quelle della collezione permanente, porta il pubblico ad abitare lui stesso lo spazio, partecipando in prima persona al mutamento di flussi, suggestioni e immagini”. Concepita come un labirinto vivente, l’esposizione si rinnova a proprio piacimento, cambiando periodicamente allestimento e titolo. Così le nuvole di Richter si toccano con le ninfee di Monet, per poi sfumare e ritrovarsi di fianco a un Picasso, mentre il letto robotico di Carsten Höller progettato insieme al neuroscienziato Adam Haar (Dream Hotel Room 1: Dreaming of flying with flying fly agarics, 2024) invita il pubblico a “tornare al proprio io più intimo e privato” attraverso il sogno. Tra le altre collaborazioni, quella di Cyprien Gaillard con Victor Man che riflettono sull’iconica serie di Giorgio De Chirico Piazza d’Italia e quella tra il filosofo Federico Campagna e l’architetto Frida Escobedo, che presentano una biblioteca (fatta di cartapesta, bamboo e lana) i cui libri sono ordinati per stagioni atmosferiche, emozionali ed esistenziali.
Caterina Angelucci
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