Il Gallery Weekend 2024 di Roma è andato bene e potrà andare benissimo
È la seconda edizione, ma in realtà siamo ancora ad un numero zero. Però le basi per far diventare questo evento una tappa autorevole del sistema sono state poste. Ora vanno coltivate
Anche per questo 2024 la città di Roma ha rinnovato il tentativo di organizzare un gallery weekend nel mese di maggio. Cosa è un “gallery weekend”? Si tratta di una forma di coordinamento delle gallerie d’arte contemporanea private presenti su un dato territorio che si mettono in sinergia tra loro per tenere gli spazi aperti in uno specifico fine settimana, presentarsi con mostre nuove e interessanti e in questo modo incoraggiare la presenza di collezionisti e altri operatori di settore (curatori, giornalisti…) che si ritrovano in questo modo con l’opportunità di condensare in pochi giorni la scoperta di molti spazi, molte mostre e molti incontri e relazioni.
I “gallery weekend” di Berlino o di Zurigo
Il gallery weekend più famoso ed efficace in Europa è con ogni probabilità quello di Berlino, solitamente a fine aprile. Berlino è una città che da anni rappresenta una superpotenza in termini di produzione artistica (molti artisti si sono stabiliti nella capitale tedesca a partire dai primissimi Anni Novanta una volta crollato il Muro) e in termini di presenza di gallerie d’arte: l’anomala assenza di una robusta fiera di settore in città (in Germania la fiera più rilevante è sempre stata a Colonia) ha fatto di necessità virtù e ha spinto verso una soluzione di presentazione del lavoro galleristico diffusa sul territorio. Ed ecco dunque il gallery weekend berlinese che ormai vanta una ventina di edizioni. Un altro importante evento simile è quello di Zurigo: la capitale economica della Svizzera è piena di gallerie pesanti e ricchissimi collezionisti, ma la fiera in zona si svolge a Basilea e così Zurigo la anticipa con un gallery weekend nel fine settimana precedente. E poi ovviamente ce ne sono altri, da Londra a Stoccolma, da Madrid a Bruxelles passando per Parigi.
Contemporanea, il gallery weekend di Roma
In questo quadro si prova ad inserire Roma con le sue smisurate potenzialità e le sue ben note fragilità. Il primo tentativo lo scorso anno con l’evento – sempre in maggio – chiamato Tuttacittà, quest’anno le gallerie d’arte romane hanno però rilanciato a la vera notizia non è la tutto sommato buona riuscita dell’evento (come vedremo dopo), bensì il fatto che a differenza del 2023 la manifestazione si è appoggiata su una impalcatura ben più robusta. Le gallerie infatti hanno costituito una vera associazione: 36 piccoli imprenditori di questo settore (molti, ma non sono tutti: alcune importanti gallerie rimaste fuori per ora) si sono messi attorno ad un tavolo, si sono confrontati, si sono misurati, si sono riusciti a dare un abbozzo di governance, si sono autotassati per avviare la macchina e hanno costituito un caso piuttosto unico di associazione cittadina di gallerie d’arte. Su questa infrastruttura si potranno appoggiare molte iniziative in relazione con la parte pubblica (Comune, Regione), in dialogo con le opportunità date dai bandi e in rapporto con sponsor privati e aziendali. Intanto la prima importante iniziativa è stato questo gallery weekend del 2024 chiamato Contemporanea Roma (che poi è il nome dell’associazione stessa).
36 gallerie, fondazioni, musei, istituti di cultura
36 gallerie aperte tutto il fine settimana e anche la domenica (con un commovente successo di pubblico, anche se bisogna migliorare sull’affidabilità degli orari di apertura), alcune istituzioni pubbliche che hanno fiancheggiato (Macro, Maxxi, Palazzo delle Esposizioni si sono presentate con mostre di punta), una buona presenza delle accademie straniere (lo scorso anno era partner l’Accademia Americana, quest’anno l’Istituto Svizzero) e l’impegno a portare in città collezionisti da fuori anche grazie a sponsor tecnici privati come Jaguar che ha scorrazzato gli ospiti con lussuose berline tra una galleria e l’altra e il brand di hotellerie Edition del gruppo Marriott. In questo senso il gallery weekend romano ha dimostrato di saper costruire una relazione proficua con i racconti che caratterizzano l’identità più recente della città di Roma: indubbiamente la crescita dell’hospitality internazionale e la nascita di tanti nuovi alberghi di lusso sono una storia che la città sta narrando con decisione anche in vista del Giubileo del prossimo anno. Una novità da non trascurare è anche quella dei public program degli alberghi: alcune compagnie infatti (vale per quelle che hanno affiancato il gallery weekend come appunto Edition e Soho House) si sono ormai dotate nel loro team di figure curatoriali dedicate specificatamente alla cultura e al posizionamento creativo. È il caso ad esempio in questo ruolo di Margaux Lombard di Edition la cui presenza ha senz’altro incoraggiato la scelta di questo nuovo hotel come piattaforma per l’accoglienza degli ospiti della rassegna.
L’organizzazione del gallery weekend di Roma 2024
Al netto di qualche gallerista che non ha rispettato gli orari di apertura (e però non deve avvenire), la logistica ha funzionato piuttosto bene nonostante la città sia senza troppi dubbi la più complicata d’Europa da questo punto di vista: Roma non ha uno o due distretti di gallerie che presentano dei cluster densi di operatori come avviene in altre città occidentali, le gallerie sono invece piuttosto sparpagliate nel territorio con distanze notevoli da una tappa all’altra rese più difficoltose dal famigerato traffico della città. Ciononostante gli ospiti sono usciti soddisfatti dall’esperienza e anche divertiti dal bel palinsesto di serate, party, cocktail e cene. Il resto lo ha fatto la qualità delle mostre e lo sforzo dei galleristi che si sono presentati per l’occasione con proposte davvero di buon livello: qualità, quantità e spessore. Hanno iniziato a fare capolino ospiti internazionali e potenziali compratori da fuori Roma e da fuori Italia, convogliati anche grazie al lavoro di una mano esperta come Flavia Lo Chiatto arrivata nelle ultimissime settimane a organizzare coordinamento e accoglienza degli ospiti di riguardo. A partire da ora e in vista del gallery weekend ‘giubilare’ del 2025 il nuovo veicolo associativo che le gallerie hanno avuto la lungimiranza di creare dovrà probabilmente dotarsi di un timone stabile e non episodico, un manager culturale in grado di pianificare, costruire relazioni in città e fuori, interloquire con gli enti locali, articolare un corposo fundraising.
Come migliorare il gallery weekend di Roma
Spunti di miglioramento per le prossime edizioni? In primo luogo la speranza è quella che l’amministrazione comunale si accorga dell’opportunità e cavalchi una piattaforma simile con convinzione a livello di politica culturale e di investimenti economici. Servirà poi un rilevante sponsor privato che scommetta sull’iniziativa fermi restando gli importanti sponsor tecnici. Occorrerà fare maggiore attenzione all’identità visiva e alla comunicazione (basti pensare che nel materiale ufficiale della rassegna non è mai citato il concetto di “gallery weekend” che però è l’unico elemento distintivo e riconoscibile per un pubblico globale). E non sarebbe male offrire agli ospiti dei suggerimenti che completino l’esperienza: Roma è diventata una divertente e avvincente meta gastronomica e permettere a collezionisti e direttori di musei internazionali di fare qualche scoperta in questo senso aiuta. Al di là dei margini di miglioramento, un grosso passo è stato fatto e un significativo segnale di maturità è stato dato da questo settore culturale ed economico della città.
Massimiliano Tonelli
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