Dopo 20 anni Maurizio Cattelan torna da Gagosian a New York con una mostra di inediti
Si intitola “Sunday” la prima personale in più di due decenni dell’artista italiano presso la sede newyorkese della mega galleria di Larry Gagosian. E per l’occasione torna ad affrontare le contraddizioni della società e della cultura americana
“Siamo talmente immersi ogni giorno nella violenza che ce ne siamo abituati. La ripetizione ci ha fatto accettare che la violenza è inevitabile”, racconta Maurizio Cattelan (Padova, 1960) in occasione dell’apertura della sua prima mostra personale dopo 20 anni nella sede newyorchese di Gagosian a West 21st Street 522 mentre è anche protagonista (insieme a Corita Kent, Sonia Gomes, Claire Fontaine, Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Tabouret, Marco Perego & Zoe Saldana) del Padiglione della Santa Sede alla 60ma Biennale di Venezia.
La mostra personale di Maurizio Cattelan da Gagosian a New York
L’annuncio era stato dato in sordina sul sito della mega galleria lo scorso dicembre, dove si faceva riferimento soltanto alla curatela da parte di Francesco Bonami, amico e complice dell’artista italiano di fama internazionale. Con Sunday – in programma dal 1 maggio al 15 giugno 2024, con inaugurazione martedì 30 aprile – Cattelan torna (dopo America, l’iconico WC in oro massiccio installato al Solomon R. Guggenheim Museum di New York nel 2016 in risposta all’ineguaglianza economica americana) a riflettere sulle contraddizioni della società e della cultura degli Stati Uniti e in particolare su questioni sensibili come l’abitudine alla violenza.
Due opere monumentali di Maurizio Cattelan da Gagosian a New York
Sono due (e inedite) le monumentali opere presentate da Gagosian, che confermano anche in questa occasione la capacità dell’artista di affrontare simultaneamente la storia dell’arte e gli eventi storico-politici contemporanei. Sunday (2024), che dà il titolo all’intera mostra, è un’installazione composta da pannelli di acciaio inossidabile placcati in oro a 24 carati dell’altezza di oltre 5 metri, che si estendono per circa altri 20 di larghezza: qui Cattelan, esasperando l’azione di America, utilizza metalli preziosi per decostruire il rapporto degli Stati Uniti con l’accessibilità alle armi tramite crateri e buchi realizzati sulle superfici precedentemente lisce. Tramite questa azione viene rievocata una storia delle armi nell’arte, da L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano di Édouard Manet (1868-69) a Shoot (1971) di Chris Burden e ai dipinti a fucilate di William Burroughs. Segue November (sempre del 2024), una fontana di marmo con una figura incurvata che urina a terra: questa, intesa dall’artista come “un monumento alla marginalità”, riprende la nota scultura pubblica seicentesca Manneken Pis (situata nel centro di Bruxelles) che ritrae un ragazzo mentre viola le norme sociali urinando in una fontana. Ma “se sei libero di comprare un fucile d’assalto in un grande magazzino, cosa c’è di sbagliato nell’urinare in pubblico?”, spiega il curatore Francesco Bonami.
Caterina Angelucci
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