Apre a Milano SCONFINA, spazio-vetrina che invita al dialogo tra installazioni e performance

Lo spazio espositivo nasce in zona Sarpi dal sodalizio tra Rossana Ciocca ed Helga Franza, e si propone come vetrina su Via Aleardi, intercettando i passanti. Vivrà anche di performance partecipare e studio visit. Si comincia con il lavoro di Marta Dell’Angelo

Con Helga Franza, Rossana Ciocca ha stretto un sodalizio professionale per naturale sinergia, propensione comune a sconfinare, uscendo dai limiti prestabiliti. La prima ha ideato, nel 2004, la Fondazione Arthur Cravan, incentrata sullo sviluppo di progetti “insensati”, ma è anche curatrice del Festival Volcanic Attitude, che mette in dialogo artisti, scienziati e ricercatori nell’esplorazione dei terreni di origine vulcanica. La seconda invece è stata attivissima gallerista per oltre 25 anni a Milano, prima di concentrarsi principalmente sull’organizzazione di progetti di arte pubblica partecipata: “Quando ho iniziato io, negli Anni ‘90” spiega ad Artribune Rossana Ciocca “le gallerie erano molto frequentate, da un pubblico ampio ed eterogeno; le mostre facevano parlare di sé. A un certo punto il sistema si è ristretto in maniera crescente, le fiere hanno assunto un maggior potere di selezione, come anticamere istituzionali, e si è ridotta la presenza in galleria. Io ho preferito rivolgermi agli interventi pubblici: oggi quando immagino un progetto, lo immagino in esterno, votato a coinvolgere un pubblico non definito”. È stato così in Via Donatello, “in uno spazio che dialogava con la strada”, e nei progetti curatoriali sviluppati per la manifestazione Biennolo (la biennale d’arte del quartiere NoLo di Milano), inseriti in contesti urbani.

SCONFINA, Milano
SCONFINA, Milano

SCONFINA, uno spazio vetrina per l’arte che invita al dialogo

E dallo scorso 13 aprile 2024 succede da SCONFINA, display espositivo affacciato su Via Aleardi (al civico 11), in zona Paolo Sarpi, la ChinaTown milanese. Un piccolo spazio (4×4 metri) che diventa vetrina, per presentare h24 interventi d’arte che vengono intercettati da chi passa, e ne sollecitano l’attenzione, la curiosità, a volte una reazione di scomposta incomprensione: “Trovo che l’arte abbia potenzialità di attivazione importanti nel contemporaneo. Ma SCONFINA non segue alcuna logica educativa, piuttosto è un progetto relazionale, di coinvolgimento, perfomativo. Puntiamo a superare l’accettazione passiva della realtà”. Lo spazio nasce dalla visione condivisa con Helga Franza, dal sentirsi entrambe sconfinatrici: “Ci siamo conosciute lavorando insieme, abbiamo in comune una predisposizione alla sconfinamento, e siamo entrambe abituate ad attuare pratiche di apprendimento camminando, siano esse veicolate dallo sguardo o dal confronto con luoghi e artisti”.

Marta Dell'Angelo, Carichi Pendenti, Sconfina, Milano, 2024. Photo Filippo Romano
Marta Dell’Angelo, Carichi Pendenti, Sconfina, Milano, 2024. Photo Filippo Romano

SCONFINA, gli studio visit e le pratiche performative

E infatti SCONFINA si esprime nella duplice forma di display urbano – la vetrina in cui si avvicenderanno i progetti d’artista, introdotti su strada da una didascalia, con la possibilità di prenotare una visita all’interno del piccolo spazio espositivo – e di public program performativo, sotto forma di “azioni di sconfinamento”. “Nello specifico ci piacerebbe organizzare sempre una situazione di open studio con il coinvolgimento degli artisti esposti: chi fa il nostro lavoro è abituato a muoversi negli studi d’artista, si tratta di un’esperienza che porta a scoprire il territorio in cui si muove chi crea. A questo si aggiungerà sempre un’attività nello spazio esterno, veicolata da una pratica performativa”.

Studio visit, Marta Dell'Angelo
Studio visit, Marta Dell’Angelo

“Carichi Pendenti”: progetto e performance di Marta Dell’Angelo per SCONFINA

A Inaugurare lo spazio è il lavoro di Marta Dell’Angelo (Milano, 1970), con l’installazione scultorea Carichi Pendenti, intreccio di porzioni di corpi nudi femminili, sagome che fluttuano nel vuoto e sembrano invitare chi guarda a entrare in scena: “Siamo costantemente sommersi da immagini di corpi, di cui però non abbiamo percezione reale. I corpi di Marta, fatti a pezzi, sono veri, nudi, esposti”. Dell’Angelo, del resto, ha fatto dell’indagine sul corpo, sui gesti e le posture il fulcro della sua ricerca. Il “collage vivant” esposto da SCONFINA trae origine da un lavoro del 2009, il libro performabile di 203 metri dal titolo Antologia delle PosizioniDomenica 12 maggio, dalle 15 alle 19, si svolgerà la prima azione di sconfinamento legata al progetto, lo studio visit presso lo spazio in cui lavora ricavato in un ex conceria, che l’artista ha raccontato anche nel docufilm FuoriMano. Poi, il 6 giugno, sarà la volta del laboratorio Siamo tutte Cariatidi, realizzato in esterno: si parlerà della storia della Cariatidi nel contesto architettonico e della loro estetica nella storia dell’arte, per arrivare alla pratica performativa, con il pubblico chiamato a interpretare quelle figure scultoree.

Marta Dell'Angelo, Carichi Pendenti, 2024
Marta Dell’Angelo, Carichi Pendenti, 2024

I prossimi progetti di SCONFINA a Milano

Seguirà la collaborazione con Domenico Antonio Mancini, “che presenterà un lavoro sull’occupazione delle case come logica di sopravvivenza. Antonio è un artista che è abituato a pratiche di natura sociale e politica, che sfociano sempre in un’estetica molto poetica e attivano la riflessione. Quando parliamo di sconfinamento non intendiamo solo uscire dal contesto estetico di riferimento, ma anche porre di domande di natura sociale e politica a chi transita. Non c’è più voglia di farsi domande e darsi risposte, Milano è diventata individualista, mentre trovare il coraggio di superare certe soglie, anche con il rischio di sbagliare, rafforza i percorsi non solo individuali ma anche collettivi: incontrare l’altro è uno sconfinamento importante. Dobbiamo tornare ad attivare relazioni”.

Livia Montagnoli

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